Se potesse mangiare un solo piatto per il resto della sua vita, sarebbero i tortellini. Non è un caso che Wendy Cacciatori, chef di Nonna Beppa a New York e dei due locali Via Emilia 9 e Via Emilia Garden a Miami, di quella ricetta si definisca “ambasciatore”.
E in effetti, tra i tavoli del locale al numero 290 di Hudson Street, la tradizione emiliana si respira a pieni polmoni. Lo chef, che sul documento è registrato Giancarlo, ha una storia condita da aneddoti curiosi. Innanzitutto il nome: in famiglia decisero per Wendy, ma all’anagrafe l’impiegato storse il naso. “È un nome da donna, non posso metterlo”. “Mio padre era un tipo molto pacifico – racconta – e non volle protestare. Rispose: ‘Va bene, allora scrivi Giancarlo'”.
Chef Cacciatori è cresciuto in cucina tra i fornelli dei ristoranti dei suoi genitori, e di quella Bologna che ha vissuto da piccolo (nato a San Giovanni in Persiceto) mantiene l’accento e la “s” sibilata più simile a una “z”.

Nel suo curriculum sorprende la parola “pompiere”. “È una vecchia storia – spiega – da giovane, insieme a un amico, provai il concorso ed entrai. Io volevo fare lo chef, ma alla fine dei conti si trattava di un posto fisso e quindi mi sembrò stupido rifiutarlo. Così per tanti anni, nei ritagli di tempo quando mi toglievo il grembiule dalla pancia, indossavo il caschetto rosso e andavo a fare i salvataggi in elicottero. È stata un’esperienza incredibile ed estremamente formativa”.
Wendy è negli Stati Uniti da quasi 10 anni. Il primo ristorante, Via Emilia 9 a Miami, lo ha aperto nel 2014, mentre a New York è arrivato quattro anni dopo, nel 2018. Fa la spola tra le due città, un pendolare della cucina, ma in tutti i suoi locali mette al centro la tradizione emiliana.
Da Nonna Beppa puoi mangiare come fossi seduto sotto le Due Torri. Per antipasto un po’ di gnocco fritto con il salume, poi un piatto di tortellini in brodo (“Io li servo solo così – specifica – per me non esistono con il ragù”), una cotoletta alla bolognese e, per concludere, qualche fetta di salame al cioccolato.

Una scelta difficile, almeno nel variegato panorama newyorkese, dove i clienti americani abituati agli stereotipi sulla cucina italiana si aspettano piatti che di made in Italy non hanno nulla. “Ho visto persone nel mio locale ordinare le tagliatelle, poi un piatto di polpette e mettere tutto insieme. Ci vuole tempo, essere così intransigenti sulla tradizione è una decisione che nel breve periodo non paga, ma che alla fine ti caratterizza e ti rende unico”.
Un’attenzione all’autenticità che però non ignora lo scorrere del tempo. Cacciatori sa quanto, nel 2023, i social siano essenziali. Così, il brodo di carne dei tortellini fatto come insegnano le nonne sulle Via Emilia, viene servito a parte con un bollitore perfetto per essere immortalato in una storia di Instagram. Classicismo e colpo d’occhio: un’abbinata che non può mancare per chi vuole attirare l’attenzione dei più giovani.
Ora Wendy ha davanti a sé anche una nuova sfida, gestire il ristorante dell’hotel Pelican di Miami appena riaperto dal fondatore di Diesel Renzo Rosso. Senza mai perdere di vista quella terra, l’Emilia, che ogni giorno si sforza di far conoscere agli States.