Inizia con un brindisi al ristorante Scampi il progetto “Destinazione Lugana”, una settimana, dal 7 al 13 novembre, in cui 13 ristoranti di New York creeranno menù ad hoc da abbinare ai vini di 28 produttori italiani.
Alice, Arno, Cacio e Vino, Caffe dei Fiori, Il Divo, Il fiorista, Misirizzi, Nonna Beppa, Osteria 57, Osteria Carlina, Pasta Eater, Scampi, Tarallucci e Vino Union Square. Questi i locali da segnarsi sull’agenda.
Un modo per far conoscere l’area del Lugana, una zona “bifronte” che si estende tra Lombardia e Veneto, e i suoi vini non ancora famosi al pubblico degli Stati Uniti.
“L’obiettivo è quello di avere un mercato di nicchia – racconta Fabio Zenato, presidente del Consorzio Tutela Lugana D.O.C. – non abbiamo enormi quantità di prodotto da vendere, quindi per noi raggiungere ristoranti e realtà come quella di oggi (ristorante Scampi) è già una vittoria”.
100 cantine, 208 viticoltori, 27,5 milioni di bottiglie prodotte sfruttando un territorio di 2.500 ettari. Questi i numeri con cui il Lugana, un vino bianco fermo che esprime le sue tante particolarità in altrettante numerose tipologie, si presenta al consumatore.

“A renderlo così – continua Zenato – è il territorio in cui viene prodotto”. Una zona dalla conformazione e il microclima unico. Quelle del Lugana sono infatti argille stratificate di origine morenica e di natura sedimentaria, prevalentemente calcaree e ricche di sali minerali, che nella fascia più collinare si fanno via via più sabbiose.
Una terra difficile da lavorare, ma con un patrimonio organolettico che regala al vino profumi vigorosi e netti, tra la mandorla e l’agrume, oltre ad acidità, sapidità e a una struttura ben equilibrata.
“Siamo qui per fare in modo che i newyorkesi conoscano Lugana – spiega ancora il presidente del Consorzio – Il 70% della nostra produzione viene esportato, ma nonostante questo non sono molte le bottiglie che arrivano negli Usa. Siamo piccoli, ma siamo convinti che la grande potenzialità di questo vino possa ritagliarsi la sua nicchia di mercato”.
Al lancio dell’iniziativa, sulla 18° Strada da Scampi, erano presenti anche il Console Cesare Bieller e la Console Aggiunta Irene Asquini, oltre al Direttore dell’Italian Trade Commission Antonino Laspina, che ha ricordato l’importanza del mercato statunitense per i produttori italiani che vogliono farsi spazio all’estero. “Gli Usa sono il mercato più florido del mondo in cui fare investimenti nel settore vinicolo. L’Italia se ne è accorta e lo sta sfruttando. Il vino italiano è cresciuto negli ultimi anni: siamo leader nei bianchi e rossi fermi. Non nelle bollicine, dove ci sono concorrenti più forti, ma anche lì stiamo crescendo”.
