Verona Fiere, una delle più grandi società fieristiche italiane attiva sin dal 1898, si è presentata a New York per sondare e comprendere le dinamiche che muovono il mercato americano.
A Manhattan è arrivato il Presidente Federico Bricolo, in carica da maggio ma già impegnato attivamente nello sviluppo di un gruppo che fattura oltre 100 milioni di euro all’anno.
“Organizziamo più di 70 manifestazioni nell’arco dei 12 mesi – racconta Bricolo in una cena organizzata al ristorante italiano ‘Il Gattopardo’ insieme a giornalisti ed esportatori di vini – e i nostri cavalli di battaglia sono quattro: Vinitaly, Marmomac, Fieracavalli e Fieragricola”.
Un sistema integrato di servizi rivolti ad aziende, operatori e filiere industriali che mira a moltiplicare relazioni, connettere persone, mercati e idee attraverso format avanzati di partecipazione fisici e digitali.
Parola d’ordine “concretezza”, in perfetto stile veneto. Si parla di vini e Bricolo pone subito un problema. “Qui negli Stati Uniti mi sono reso conto che i ristoranti hanno sulla carta pochissime etichette italiane”. Perché? Perché il settore vinicolo Made in Italy non è riuscito a competere con i produttori locali. Dominano i vini californiani, ma anche le cantine di produttori locali più piccoli, come quelli di Long Island. L’Italia invece, che è seconda dietro alla sola Francia nella classifica dei maggiori esportatori al mondo, è costretta al ruolo di comparsa.
“Uno dei nostri obiettivi – racconta Bricolo – è proprio far sì che nei ristoranti la presenza di vini italiani sia più rilevante. Un modo per farlo è abbattere qualche stereotipo. Gli americani sono convinti che il vino italiano si beva solo per accompagnare cibo italiano. Vogliamo invece far comprendere che un nostro marchio può essere bevuto anche mangiando sushi, etnico o messicano”.
Un progetto ambizioso, che andrà in parallelo al continuo sviluppo dell’attività a Verona. La città, per chi partecipa alle fiere, offre grandi vantaggi. Il grazioso centro cittadino, sublimato dalla presenza dell’Arena che attira ogni anno turisti da tutto il mondo, è concentrato in uno spazio ridotto e abbracciato dalle mura medievali. Ristoranti, negozi e locali permettono un’esperienza a 360 gradi, molto diversa rispetto a quella di altri grandi e dispersivi poli fieristici presenti in Europa.
Gli Stati Uniti, dunque, come punto di riferimento da raggiungere, comprendere e conquistare. Un mercato dal potenziale immenso, che è portato a considerare con estremo riguardo tutto ciò che ha il vanto di un bollino Made in Italy.