Si è riunita questa domenica da Russo’s on the Bay l’Associazione Culturale di Borgetto, fondata nel 1962 ad Astoria, nel Queens. Il nome è quello di un piccolo comune di circa 7.000 abitanti nella città metropolitana di Palermo che, come tanti paesi che hanno vissuto una forte emigrazione nel XX secolo, conta probabilmente più “borgettani” negli Stati Uniti che nel loro luogo d’origine.
Le associazioni culturali hanno svolto un ruolo enorme nella sopravvivenza, nell’integrazione e nella proliferazione delle comunità di immigrati. Il luogo comune recita che “l’unione fa la forza”, e nessuno ne ha più bisogno di immigrati vulnerabili che sbarcano in un Paese in cui conoscono solo i propri parenti e cittadini, un Paese dove il proverbiale “Sogno Americano” spesso è iniziato da incubo.

Il sito web dell’associazione sottolinea due scopi cruciali che queste organizzazioni hanno sempre perseguito fin dai tempi in cui ondate di immigrati giungevano sulle coste americane da città e villaggi di tutta Italia. Il primo è “celebrare il nostro patrimonio”, il secondo “avvicinare la nuova generazione di italo-americani a casa”. In questo caso, anche la religione occupa un posto di rilievo tra i valori che vengono tramandati, e incontri come questo rievocano un tempo in cui la religione – e i valori tradizionali in generale – regnavano incontrastati.
L’Associazione Culturale Borgetto ha una particolare devozione per la sua patrona e per il santuario a lei dedicato, la Madonna del Romitello. Ogni anno, alla fine di agosto, l’Associazione Culturale Borgetto organizza una festa di tre giorni ad Astoria, dove la devozione religiosa si unisce alle tradizioni culinarie, musicali e sociali per formare un ponte tra la terra d’origine e la “nuova” casa americana. Come un tempo nel loro villaggio natale, portano in processione la statua della Madonna del Romitello per le strade del Queens. Spettacoli come questo sono diventati rari al giorno d’oggi, ma storicamente hanno svolto una funzione cruciale per creare coesione tra gli immigrati, non solo siciliani, ma provenienti da molte altre regioni d’Italia.
Le ondate migratorie che hanno portato alla fondazione di queste associazioni sono terminate nella seconda metà del XX secolo, ma il desiderio di tramandare questo insieme di valori e tradizioni è rimasto. Anche se le nuove generazioni di italoamericani si allontanano sempre di più dalle loro radici, incontri come questo rappresentano un coraggioso tentativo di non farle scomparire del tutto.
L’Associazione Culturale Borgetto, componente della Federazione delle Società Italo-Americane del Queens, si è posta una serie di obiettivi molto specifici. Secondo uno dei fondatori nonché ex presidente, il primo di questi è marciare nella parata del Columbus Day, un evento che sta loro molto a cuore in quanto emblematico dell’orgogliosa eredità della comunità italoamericana. Un altro, volto a promuovere l’impegno politico, che è sempre cruciale se il gruppo etnico vuole ottenere una crescita generazionale, è quello di organizzare una campagna di registrazione degli elettori. E naturalmente, come si addice a qualsiasi associazione culturale, quella di organizzare attività sportive ed eventi sociali, come quello celebrato domenica pomeriggio da Russo’s on the Bay. Altrettanto importante, il club ha istituito un fondo per le borse di studio per fornire assistenza agli studenti economicamente svantaggiati, poiché l’istruzione è la chiave del progresso della comunità.

Una serie di obiettivi così articolata e completa, che comprende attività culturali, religiose, politiche, economiche ed educative, potrebbe essere un modello da seguire anche per altre organizzazioni. Il mondo di oggi, e gli immigrati italiani, non assomigliano molto a quelli del 1962, anno di fondazione del Club, ma i principi fondamentali rimangono gli stessi: famiglia, religione, responsabilità sociale e duro lavoro. E per aggiungere un po’ di pepe e divertimento alla vita: compagnia, buon cibo, buona musica e un po’ di ballo.