Finalmente possiamo gridarlo a gran voce: VITTORIA! Tutta l’Italia in patria e all’estero esulta per la sudata (e inaspettata) conquista degli Europei di calcio 2021, battendo in finale l’Inghilterra a Wembley, ed esulta anche tutta la grande comunità di italiani che vive a New York.
Con l’ultimo rigore parato da Gigio Donnarumma gli azzurri guidati da mister Roberto Mancini portano a casa il secondo trofeo europeo della storia della nazionale dopo quello vinto nel 1968.
Il ristorante Italiano Ribalta di Manhattan, che per la finale ha organizzato una festa di quartiere con la chiusura della strada e tre maxischermi all’intero e all’esterno, è stato uno dei punti di riferimento per gli italiani a New York.

“Invitiamo tutti gli italiani a venire, speriamo di fare in modo che si possano riunire per festeggiare insieme durante la partita,” aveva detto Rosario Procino nei giorni precedenti, uno dei proprietari di Ribalta. “Sperando che ci sia motivo di festeggiare!” aggiunge. Così è stato.

Già prima della vittoria degli azzurri, c’era grande trepidazione sulla 12esima strada per la festa di quartiere organizzata dal ristorante, con un grande schermo esterno e centinaia di persone pronte a tifare Italia nella finale di oggi. Nonostante il fischio di inizio fosse previsto per le tre, già a partire dall’ora di pranzo era quasi impossibile nel West Village per i newyorkesi muoversi in mezzo alla folla vestita d’azzurro, che includeva italiani e italo-americani di seconda, terza o quarta generazione uniti dalla tifoseria. I tifi da stadio si mischiavano al testo urlato di “Bella Ciao”, e a canzoni popolari italiane che emozionerebbero qualunque expat.

Si sa, il calcio è il collante che unisce tantissimi italiani. E quando giocano gli azzurri siamo tutti un po’ più vicini. Una pizza, degli amici e la nazionale: bastano queste tre cose per creare l’atmosfera perfetta.
Non è una partita qualunque, tutti lo sanno, non esistono seconde chance. Negli anni hanno visto alternarsi sorrisi e lacrime sui volti di chi tifa Italia. Già nel prepartita aria di tensione e molte emozioni contrastanti riempiono il locale con tutti i suoi tifosi. “Ce la faremo?” la domanda che assilla la mente di tutti. “L’Inghilterra è più forte, sicuramente vincerà la coppa” rispondono gli scaramantici. Preghiere, baci sullo stemma e occhi indiscreti fino all’ultimo secondo. Tante le unghie consumate.

C’è tutto questo anche nelle risposte di alcuni dei tifosi presenti.
Alessandro, 31 anni, è l’esempio perfetto del pubblico newyorkese interessato ad Italia-Inghilterra. Nato a New York da famiglia italiana, Alessandro si è trasferito in Italia all’età di tre anni per poi tornare negli Stati Uniti da adulto a lavorare nel campo della finanza. Da Ribalta ha portato un gruppo di amici, che indossano magliette dell’Italia o della Roma, e un grande entusiasmo di chi è un tifoso appassionato da tutta la vita.

“C’è una grande energia quest’anno, che non vedevo dal 2006. È una squadra giovane, non era favorita quindi i giocatori non hanno dato la vittoria per scontata. È grazie all’allenatore Mancini se siamo arrivati in finale. Sono molto fiducioso,” ha detto Alessandro prima del fischio di inizio.
Già nel 2006, Alessandro abitava a New York e provava la stessa emozione nel guardare la vittoria della sua squadra del cuore con amici e familiari. Non potendo tornare in Italia molto spesso, soprattutto in tempi di COVID, Alessandro è felice che locali italiani come Ribalta offrano la possibilità agli italiani in città di sentirsi a casa.

Babiana di 43 anni con il figlio Edoardo di 11, di Torino, raccontano essere a New York da un anno, e di non poter tornare in Italia a causa della Pandemia: “Insegno italiano in una scuola e mi manca l’Italia, mancano i familiari. È emozionante guardare la partita qua più che in Italia” dice Babiana, poi serve l’assist al figlio, che racconta di essere emozionatissimo e pronostica un 3-2 per gli azzurri, sperando nel gol del Gallo (suo giocatore preferito in quanto tifoso del Toro).

Anche Judy Ludovico e Amorika Amoroso, quarantenni italo-americane di New York, sono appassionate al calcio italiano e hanno guardato la finale dei mondiali del 2006. Judy, una producer di festival, segue le partite della Roma quando visita la sua famiglia in Italia, che pre-COVID succedeva una volta l’anno: “Non torno in Italia dal 2019 per via della pandemia. Mi manca molto, non vedo l’ora di riuscire a tornare e rivedere i posti che amo e le città che non ho ancora visitato,” ha detto Judy. Quando sullo schermo di Ribalta è iniziato a suonare l’inno italiano, le due donne erano chiaramente trasportate dalla musica dei loro antenati, e hanno detto di voler imparare il testo. Erano entusiaste di essere in mezzo alla comunità italiana per festeggiare insieme l’arrivo in finale, soprattutto dopo ciò che il bel paese ha passato durante la pandemia. Amorika Amoroso, attrice e assistente legale, ha finito l’intervista gridando “Forza Italia!”

Ricky, 55 anni, newyorkese con parenti siciliani di finali ne ha vista più di una. Cita in particolare quella del 2006. “Ho molti amici italiani, ho parlato con uno di loro e sono tutti in ansia per gli azzurri.”
Beatrice, 29 anni, è una studentessa di Milano a New York dal 2018. Ha guardato tutte le partite degli europei ed è arrivata alla Ribalta con un gruppo di amici. Nessuno di loro è italiano, ma li ha obbligati lei a tifare per la sua squadra. Beatrice ha inviato foto dell’evento e ha videochiamato la famiglia in Italia, con cui aveva guardato la finale dei mondiali nel 2006.

Brian, cinquantaduenne nato in Texas i cui bisnonni sono emigrati dall’Italia, ha trovato l’evento di Ribalta sull’articolo della scorsa settimana di “La Voce di New York”. Brian non guarda spesso le partite dell’Italia, ma è stato attirato dall’importanza della finale degli Europei e dalla sua vecchia passione per il calcio, a cui giocava da bambino.

Anche Carolyn Manno, una conduttrice sportiva dell’NBC di 36 anni nata in Florida, è una consumatrice occasionale di calcio che si è però appassionata maggiormente negli ultimi anni. Carolyn si è detta felice di poter supportare l’Italia durante questo momento difficile, specialmente poche ore dopo la finale di Wimbledon tra l’italiano Berrettini e Djokovic. “Gli americani stanno iniziando ad interessarsi di più, grazie alla nuova lega professionale negli Stati Uniti e alle personalità del calcio internazionale che, come David Beckham nell’Inter Miami, stanno venendo a giocare nel paese. Gli americani sono attratti da una bella storia, come quella del giocatore danese salvato dopo un arresto cardiaco sul campo qualche settimana fa,” ci ha detto Carolyn Manno. Come tanti altri tifosi, Carolyn ha apprezzato in particolare l’ambiente da “melting pot” che è tipico di New York.

Il match non parte nel migliore dei modi, al secondo minuto di gioco il gol di Shaw gela tutti i presenti. Sono passione, grinta e attaccamento alla maglia a tenere in piedi i telespettatori e i ragazzi di mister Mancini. Al minuto 67’, il gol Bonucci resuscita l’animo di tutti i presenti: volano birre, gli urli collettivi che consumano le corde vocali di tutti, trombette all’impazzata e bandiere sventolate come non mai fino ad ora.
Sofferenza e tensione viaggiano sullo stesso treno dei tifosi fino alla fine della partita, trasformandosi in un grande urlo collettivo liberatorio dopo il rigore parato da Donnarumma alla fine dei 120 minuti di gioco. Al triplice fischio dell’arbitro Kuipers il pubblico da Ribalta esplode. L’Italia ha vinto. Abbiamo vinto.
Una carica di adrenalina entra dentro il locale (e in tutta la parte esterna) e l’eccitazione generale sale alle stelle: non si è più in un ristorante, per un attimo è come se fossero tutti a Wembley dentro al campo, non ci sono quindi solo i giocatori ma milioni di italiani lì in mezzo. Non c’è più un oceano a dividere l’Italia e New York. Ci sono i sorrisi di tutti, le lacrime di gioia di alcuni, le telefonate ad amici o parenti, i cori, gli abbracci. Questa è la nazionale Italiana. Oggi anche New York si è tinta di Tricolore.

L’11 luglio diventa nuovamente un giorno azzurro proprio come l’11 luglio del 1982 a Madrid, dove la nazionale azzurra vinse il suo terzo mondiale. Oggi, domenica 11 luglio 2021, un altro giorno è stato scritto indelebilmente nella storia dello sport italiano e tutti insieme appassionatamente, italiani e italo americani, lo hanno vissuto anche sulle strade di New York.