
Conosco quasi per caso la pugliese Manuela Rana, classe 1985, maturità classica e laurea in lingue. Oggi lavora e vive a New York, ma è nata a Molfetta, il paese originario della mia amata nonna. Del resto, anche io sono pugliese il che, mi provoca immediatamente simpatia e una sensazione di buono, oltre che un sorriso. Ci conosciamo grazie alla partecipazione a un gruppo di “creativi” a distanza – Creativi Italiani a New York – e, a causa del Covid, che ci ha costretto a utilizzare i mezzi web per incontrarci.

La sua storia mi piace molto. Non solo una “vita all’insegna dell’arte” – la fotografia – ma anche un modo di vivere appieno e incondizionato, lontano da schemi e pregiudizi, affrontando timori e incertezze: sì, perché Manuela, appena laureata, passa qualche anno in giro per l’Europa a perfezionare la conoscenza delle lingue che ha studiato. Si trasferisce a Ginevra, Parigi, Dublino e nel frattempo scopre che la macchina fotografica è una inseparabile amica che le permette di fermare momenti importanti con le persone incontrate nei suoi viaggi – e che probabilmente non rivedrà facilmente, forse mai più. E in questi frangenti, si accorge che le sue foto sono importanti e belle. Il suo occhio ferma immagini che rappresentano molto più di qualche ricordo; i suoi scatti non sono solo ritratti, volti, ma storie, sentimenti, personalità, stati d’animo, atmosfere: ognuna evoca un pezzo di vita passata, relazioni sincere, sentimenti autentici, amicizie. Una sorta di sacralità le pervade, non senza un velo di nostalgia ma anche positività – tipica delle donne del Sud – che contraddistingue sempre e inequivocabilmente i suoi scatti.

Osservo alcuni suoi progetti. “Linee” mi travolge, l’idea è molto originale: nudi di donne mimetizzati nel design più spinto, dentro attici di lusso newyorkesi scelti ad hoc per le finalità del progetto (i tipici penthouse per intendersi!). Lo spazio degli appartamenti e le luci che si alternano sono il contesto che accoglie e valorizza, sia i pezzi di design – già perfettamente inseriti nelle case proposte – che gli scatti, trasformando l’insieme in un’unica opera d’arte contemporanea ancora più esclusiva. Manuela è un open mind, una fotografa visionaria, una donna in grado di intuire dove è il bello, carpirlo, forgiarlo, perseguirlo… non v’è dubbio! La sua personalità e la sua forza artistiche meritano di essere considerate.

Non a caso nel 2013 approda a New York, la città che le “scombussola letteralmente la vita” – bé, se non ti scombussola la City, chi altro?! – ed è nella Grande Mela che la sua passione per la fotografia si trasforma in un lavoro: l’incontro con Antoine Verglas (Vogue, Elle, GQ, Forbes Magazine, Victoria’s Secret) determina la svolta, perché Manuela diventa la sua assistente per circa sei mesi e Antoine un vero esempio da seguire, dal quale imparare e crescere. Poi, con Christina Weber, Founder e CEO di Feminine Weapon, collabora a progetti innovativi e diventa Creative Director. Dopo aver fotografato per Dolce & Gabbana, Alexanser McQueen, Burberry, Bacarrat, Baume&Mercier ed altre importantissime aziende, oggi è Store Supervisor per Micheal Kors e gestisce anche gli eventi correlati al brand che, purtroppo, con il Covid sono stati temporaneamente sospesi.

Parlo con Manuela e ne rimango affascinata. Nelle sue parole trovo la mia stessa tenacia, grinta, positività. La fierezza. Penso: “Siamo del Sud. L’imprinting è lo stesso!”. Le chiedo dei suoi eventi per Micheal Kors: location, inviti, ospiti: luci e bagliori delle serate da lei organizzate; scorgo la passione per il suo lavoro, l’entusiasmo. Mi racconta anche quali difficoltà e quali i problemi vissuti nella City in quel periodo. Ma nonostante tutto – non crediate che dietro le storie di successo non si nascondano problemi e preoccupazioni – la sua storia è bella e affascinante. E lo diventa sempre di più.
La domanda successiva arriva da sola: “E ora, con il Covid come fai? Cosa è accaduto al tuo lavoro se gli eventi sono tutti annullati?”. Improvvisamente cambia il tono della sua voce. Gli eventi glamour sono tutti fermi. E ha passato la quarantena nella sua casa di New York a pensare a qualcosa da fare. “Mi sono dedicata alla cucina”, mi racconta. “Perché non sapevo cucinare. E sto imparando. Ho scoperto che mi piace molto. Peraltro, essendo fotografa e video maker, ho realizzato dei video tramite i quali aiuto gli americani a preparare i piatti tipici della cucina italiana e pugliese”. Resto in silenzio e penso “questa è una ganza” – in Toscana si usa questa parola per indicare una persona intelligente, simpatica, capace e, soprattutto, fuori dal comune!

Noto che il tono della sua voce è ancora più basso – il lavoro le manca molto – ma l’espressione del viso è sempre la stessa. Come pure l’entusiasmo. “Cucina con Manu” è il suo nuovo canale Youtube, nel quale Manuela presenta i piatti che man mano impara a cucinare.
Il format è nuovo, perché tutto in inglese e le ricette, per ora molto semplici e tipiche pugliesi, fortemente invitanti. Insomma, dall’arte della fotografia all’arte culinaria… fino all’arte di vivere, perché saper vivere, vuol dire anche arrangiarsi e reagire ai momenti difficili, costringendoti a reinventarti, a scoprire ancora una volta qualcos’altro che ti appartiene e che ti fa diventare più forte. Soprattutto di fronte a eventi che ti sorprendono e interrompono la tua strada. Ma solo chi riesce a non perderla di vista, prima o poi sa anche ri-percorrela, come fa Manuela Rana (www.ranamanuela.com).