Marco Baldocchi è un professionista del marketing e della comunicazione. È italiano, precisamente di Lucca, città bellissima della Toscana, dove ha la sua principale attività. Oggi fa la spola tra Italia e Usa, precisamente a Miami, di cui si è innamorato, e dove ha iniziato un nuovo percorso grazie alle sue grandi capacità e di intuizioni che da sempre lo connotano. Ed è proprio a Miami che lo incontro, per parlare della sua attività che varca l’Oceano e dei suoi progetti.
Marco, raccontaci di che cosa ti occupi negli USA.
“A Miami ho fondato la Marco Baldocchi Group Inc. un’agenzia di comunicazione che si occupa di digitale, di strategia di comunicazione e di business, attraverso le applicazioni mobile ed i software fino alla nuova idea che, presentata qui a Miami ha riscosso grandissimo successo: realtà aumentata e virtuale”.
Quale è stata la spinta per aver scelto Miami come meta professionale?
“A questa domanda ho almeno tre o quattro risposte. Conoscevo molto bene il South Florida perché ho dei clienti in Italia, nel settore del lusso, che hanno come mercato di riferimento questa zona e la California, pertanto avevo avuto l’opportunità di studiare questa area geografica e lavorare su strategie di comunicazione dedicate a questa parte degli Stati Uniti, forse la meno “americana” d’America. Ma il fattore scatenante è stato il caso, per chi ci crede, oppure semplicemente doveva andare cosi; in uno dei miei viaggi, in quel caso di piacere, la persona che mi aveva affittato l’appartamento a Miami mi ha raccontato, nelle chiacchiere di benvenuto, che si occupava di Real Estate a New York, Rio de Janeiro e ovviamente Miami. Parlando insieme lamentò una sua difficoltà nella comunicazione con l’agenzia che seguiva la sua società e ci accordammo per andare ad un incontro con loro perché ero curioso di vedere come lavoravano e quali fossero i problemi. Spesso i clienti lamentano problemi insormontabili che da un punto di tecnico sono facilmente risolvibili e poi, di indole, sono un curioso. Arrivati in un bellissimo studio a Brickell incontrai un’azienda molto forte nell’advertising digitale ma che lavorava senza alcuna strategia. Al mio rientro in Italia mi divertii, già perché amando il mio lavoro mi diverto molto a farlo, a preparare una strategia di comunicazione per quella persona e glie la regalai. Passarono dei mesi. Un giorno ricevetti una telefonata da lui che mi diceva che il mio piano strategico aveva funzionato e che voleva diventare mio cliente ma che lui voleva solo partner americani, dopo poco nacque la Marco Baldocchi Group inc. Un’altra risposta é che la scelta di questa location è frutto di uno studio del mercato e dei competitor, con la convinzione di poter dire la mia grazie alla creatività italiana”.
L’idea presentata, già operativa per alcuni settori, può diventare un brand internazionale?
“Oggi si parla di marketing emozionale e quale miglior strada da percorrere se non mixare insieme digitale e mondo reale, questo è quello che facciamo. E’ già operativa nel settore del Real Estate, del Luxury e dei Magazine ma sta riscuotendo i primi successi anche nel settore del Fashion e dell’Arte. Se può diventare un brand internazionale? Ci sono buone possibilità, abbiamo avuto i brevetti per queste idee e ho appena fondando una nuova società che si occupa di marketing emozionale, la EmoTek Reality Llc. Con la nuova società abbiamo canali aperti con gli Emirati Arabi, stiamo seguendo gli sviluppi con grande interesse”.
In quali settori può essere applicata?
“Semplicemente qualunque settore voglia far vivere ai propri clienti un’esperienza fortemente emozionale e facendo una rapida analisi, quale mercato può esimersi da far vivere alle persone emozioni? Ti faccio un esempio: se guardi in televisione o sul web le pubblicità dei nuovi smartphone, ti accorgerai che non ti raccontano più quanto essi siano veloci o prestazionali ma incentrano la loro comunicazione sulle emozioni che puoi vivere possedendoli, la possibilità di fare video o foto mentre sei con i tuoi amici, di condividerli sui social network, insomma ti parlano di emozioni.”
Cosa puoi dirmi del mercato lavorativo negli USA?
“Per immaginare il mercato del lavoro qui in Florida dobbiamo uscire dall’immaginario comune che gli Stati Uniti siano estremamente tecnologici e “avanti”; sicuramente in alcuni ambiti e zone lo sono ma ti posso confidare che le nostre imprese italiane, o i nostri imprenditori, se hanno la giusta preparazione possono essere estremamente competitivi. Il mercato del lavoro qui è molto vivo e meritocratico, permette a chi ha talento, coraggio ed un pizzico di follia di riuscire a far nascere e crescere il proprio business senza le difficoltà a cui è abituato in Italia, attenzione non voglio dire che sia facile e che tutti possano farcela, ma al tempo stesso che non è impossibile. Dobbiamo però uscire dagli stereotipi del portare solo il cibo o il caffè nel mondo, sono tante le capacità che abbiamo in Italia che possono essere sicuramente interessanti qui”.
Che opportunità e regole?
“Opportunità tantissime, se si è creativi e coraggiosi non, a mio avviso, se si crede di poter aprire il solito ristorante o la solita pizzeria: qui cercano cervelli veloci e idee interessanti! Regole: la meritocrazia prima di tutto. Pensa che qui le aziende sono abituate a dare l’opportunità di dimostrare se sei bravo in quello che fai e hanno la buona abitudine di pagare in anticipo, non ti nascondo che quando lavoro con clienti in Italia che per pagare si fanno inseguire percepisco una grande differenza culturale. Inoltre per poter lavorare qui devi dimostrare di apportare un beneficio al paese che ti ospita e ti assicuro che avere un visto non è assolutamente semplice (a meno che tu non faccia un investimento che ritengono adeguato al business che desideri aprire)”.
Il Made in Italy ancora una volta all’estero insegna che l’Italia è creativa, cosa manca qui, a differenza di altri Paesi?
“Assolutamente, abbiamo grande creatività ed in alcuni casi una genialità ed una adattabilità che ci può portare ad avere grandi successi ovunque nel mondo. Cosa manca in Italia? Il rispetto per la professionalità e la meritocrazia e oggi purtroppo il coraggio. Il rispetto della professionalità perché tutti sono bravi in tutto, ed ecco che un imprenditore è anche esperto di economia, marketing, tecnologia etc. (cosa ovviamente impossibile). Meritocrazia perché se non hai santi in paradiso vai all’estero per vedere le tue idee avere il giusto palcoscenico.Il coraggio oggi manca ed onestamente lo capisco, è difficile osare se ogni o giorno devi combattere per restare aperto”.
Pensi di lasciare l’Italia o si tratta di un periodo temporaneo?
“Onestamente non so risponderti in questo momento, parto dall’idea che amo l’Italia e la mia città, Lucca.
Al tempo stesso qui ho trovato un paese che, di fronte a tenacia, idee e skills mi ha dato l’opportunità di mettermi alla prova ed avere successo, ma ho la mia società in Italia, On Web, che in questi 15 anni di attività è cresciuta tanto sopratutto nel team e nella qualità dei nostri lavori e non intendo abbandonarla.
Se solo 5 anni fa tu mi avessi chiesto dove sarai tra qualche anno non avrei mai saputo risponderti e mai mi sarei immaginato di poter essere dove sono oggi, quindi che dire, vivo giorno per giorno cercando di fare sempre la cosa migliore per me e per la mia famiglia”.
La tecnologia e l’arte della fantasia, la creatività possono coesistere e dare nascita a cose molto buone: sei d’accordo?
“Sicuramente creatività e tecnologia possono e devono coesistere per creare nuovi mix emozionali. È sbagliato credere che la tecnologia da sola possa essere totalizzante, oggi abbiamo a disposizione moltissime nuove tecnologie ma senza un uso creativo restano solamente divertimento per pochi. La vera rivoluzione di questa nostra era credo sia il riuscire ad usare le tecnologie esistenti per aiutare lo sviluppo e semplificare la vita delle persone”.
Vuoi parlarmi di questa App?
“Certo, posso parlarti dell’applicazione più semplice che stiamo facendo di questa tecnologia in quanto il progetto principale è ancora in fase di ultimazione del brevetto e pertanto sarà una sorpresa… a breve, ti dico solamente che riguarda il settore immobiliare e che è nata da una mia esigenza personale. Il progetto del quale ti voglio parlare è la creazione di un’applicazione mobile per l’augmented Reality advertising. Come dicevamo prima oggi la comunicazione si basa sulle emozioni e una fotografia, per bella che possa essere non riesce a far emozionare tantissimo le persone in particolare sui magazine dove ne vediamo moltissime sfogliando le pagine. Da qui l’idea che sta per essere presente sul principale magazine russo di Miami, Socialite, abbiamo realizzato un’applicazione che permette ai lettori di usufruire di contenuti digitali integrati nella rivista cartacea, in poche parole. Stiamo regalando emozioni utilizzando la tecnologia, facendo vivere ai lettori esperienze digitale collegate agli argomenti che stanno leggendo, a mio avviso intrigante e con potenzialità infinite”.