Arrivai così a una costruzione intarsiata di nautili, con una porta di legno. La porta si aprì subito e il signore con la gardenia mi tese la mano. Non fece altro che tirarmi dentro di colpo e mi ritrovai in un bar accogliente, luminoso e pieno di avventori. Era arredato con mobili di stile diverso, alcuni di antico gusto marinaro, altri esotici, altri decisamente moderni. Il bancone sembrava la fiancata di una nave, tanto era lucido e imponente. Sopra lo schieramento delle bottiglie c’era un grande oblò di vetro da cui si potevano ammirare candelabri di corallo e branchi di pesci. Gli avventori bevevano e chiacchieravano come in qualsiasi bar di terraferma. Come potete constatare dal disegno di copertina, formavano il gruppo più stravagante che io avessi mai visto.
Nel 1987 Stefano Benni scrisse una raccolta di racconti surreali intitolata “Il bar sotto il mare”, dal cui prologo è tratto il brano che ho riportato.
Lo scrittore racconta di essersi trovato per caso in un locale subacqueo. Gli avventori sono tutti personaggi diversissimi tra loro in tutti i modi possibili. Alcuni dei personaggi sono esistiti per davvero, altri solo nella fantasia di qualcuno. Nel bar sotto il mare, tutti chiacchierano amabilmente. Ognuno ha una storia assurda e surreale da raccontare.
Per capire di cosa parliamo, eccola accanto la copertina a cui fa riferimento il prologo.
Cosa “ci azzeccano” Sigmund Freud con Marilyn Monroe, con Braccio di Ferro, con Edgar Allan Poe, con Vincent Price, con John Belushi e con tutti gli altri?
Non ci azzeccano per niente, ma, per magia, da questo mondo surreale escono parecchi momenti magici e tutti dannatamente divertenti.
I ricevimenti di Gala del NIAF
Ecco. Adesso è più facile ragionare di come possa esistere una festa che assomiglia più al racconto surreale di Benni che non al resoconto di fatti realmente accaduti, perché, diciamocela tutta, come possono finire per trovarsi fianco a fianco nello stesso luogo personaggi tipo:
Maria Bartiromo (l’equivalente di Lilli Gruber a stelle e strisce),
i tre tenori de “Il Volo”
un colonnello dell’Aeronautica militare italiana con la moglie,
parecchi riccastri americani
Antonio Razzi (quello vero, non Crozza)
Chazz Palminteri
Sergio Marchionne (scomparso quest’anno, partecipante nelle passate edizioni)
Myriam Castelli (la suora che presenta “Cristianità” su Rai International tutte le domeniche)
Vittorio Grigolo…
…e tutta una serie di altre persone che, in fatto di cose in comune, si equivalgono più o meno con i personaggi sulla copertina del libro di Benni?
E invece non solo confluiscono tutti nello stesso luogo, ma lo fanno con gusto, perché questa “festicciola” esiste, vi partecipano centinaia di persone e si personalità e, soprattutto, si ripete di tradizione ogni anno proprio qui a Washington DC.
Come nel libro di Benni, gli avventori sono apparentemente scorrelati, ma, a ben guardare, hanno tutti un legame forte che li unisce: l’Italianità!
Benvenuti al Gala del NIAF, la serata dell’orgoglio italo-americano a cui sono benvenutissimi anche le amiche e gli amici italiani, siano essi expat negli USA o connazionali appena sbarcati belli ruspanti dall’aereo.
Come ogni anno da un po’ di tempo a questa parte si è reso onore a una regione italiana. Quest’anno quella regione era la Puglia. Inoltre, la NIAF ha riconosciuto e premiato il ruolo di sei leader italiani e italo-americani nei rispettivi campi.
Inviato di VNY
Non è la prima volta che partecipo al Gala, ma quest’anno avevo un incarico speciale. Il direttore mi aveva chiesto di essere gli occhi e le orecchie di VNY all’evento. Non sono un reporter, ma ho ricordato una canzone americana di un po’ di anni fa:
Dottore, mi prescriva qualcosa per favore. Che ne so? Una giornata nella vita di qualcun altro?
Challenge accepted, ho pensato. Giornalista per un giorno.
Indossata la divisa d’ordinanza del Gala, lo smoking, sono partito a intervistare tutti quelli che mi capitavano a tiro.
Il problema è stato che accettare era la parte facile. Se si è intenzionati a non scrivere la solita solfa dei comunicati stampa, ci si trova davanti una sfida non da poco anche per l’informatore.
Ho fatto così. Ho deciso di usare il metodo di Benni. Presento i personaggi ad uno ad uno, nell’ordine in cui li ho incontrati, per raccontare con loro la loro storia. Ascoltiamoli.
La cuoca scappata dalle persecuzioni comuniste
Lidia Bastianich ha presentato il suo nuovo libro in un evento che ha preceduto il Gala. Durante la serata ha raccontato una storia toccante. La sua storia. La storia di come scappò dalle persecuzioni comuniste della Jugoslavia di Tito per arrivare in USA come rifugiata insieme alla famiglia. Non solo l’America li accolse, ma aiutò anche suo padre e sua madre a trovare un lavoro in New Jersey, come meccanico e cucitrice rispettivamente. È stato l’inizio del suo sogno americano.
Gli immigrati italiani si aiutavano l’un l’altro in un senso di comunità che ancora oggi esiste e che è incarnato dall’opera della NIAF.
“Lidia, qual’è il suo piatto pugliese preferito?” le chiedo.
“Ciceri e tria. Un piatto a base di ceci.” e poi mi racconta della tradizione pugliese di quel piatto.
Lo stilista pugliese newyorkese
Domenico Vacca è la quintessenza dell’imprenditorialità italiana, e precisamente pugliese, in America. Stilista di moda, la sua azienda è rinomata nel fashion di lusso per uomo e donna.
Oltre alla moda, mi racconta della sua nuova iniziativa a New York. Un locale che integra bar e ristorante, barbiere, parrucchiere, una galleria d’arte, una lounge privata e trenta residenze private di lusso.
Gli chiedo dell’evento.
“Grande serata, anzi direi settimana, per la Puglia negli Stati Uniti. Iniziata con la partecipazione del governatore (Michele Emiliano, ndr) e della delegazione della Regione Puglia alla parata del Columbus Day a New York e proseguita con l’evento Experience Puglia dove sono stati assegnati i Made in Puglia Awards, sempre a New York.” mi dice Domenico.
“La regione d’onore al gala della NIAF è il degno completamento di ciò. Il discorso del presidente Emiliano ha fatto capire chiaramente che la Puglia è oggi tra le migliori regioni al mondo, un concentrato di bellezze naturali, di prodotti agroalimentari, di storia e monumenti, di mare e spiaggie e una bellissima campagna. Ci sono grandi imprenditori pugliesi che oggi stringono alleanze con imprenditori esteri e si proiettano nei mercati internazionali. Allo stesso tempo ospitano realtà imprenditoriali straniere di altissimo livello.”
I produttori di olio pugliesi
L’Expo Italiana ha rappresentato un momento importante a margine dell’evento NIAF.
Parlo con un signore allo stand. Un produttore pugliese di olio extra vergine pregiato e pluripremiato.
“Avete avuto problemi con la Xylella?” chiedo.
“No. Per fortuna da noi la Xylella non è arrivata”
Non ha accento pugliese questo signore. Infatti, nonostante lui parli italiano perfettamente, avverto un accento tedesco. E indovino. Heiko è di Francoforte. Arriva anche la moglie, Antonella, e insieme mi raccontano la loro storia.
Sono entrambi ex banker. lui a Wall Street, oltre che a Francoforte. Lei a Francoforte e Londra.
“Sono rimasta stregata dal fascino degli ulivi millenari della tenuta di famiglia in Puglia, mi ci sono buttata a capofitto.” racconta Antonella.
E prosegue: “Mio marito, per fortuna, ha una sua società di consulenza finanziaria….mi sostiene a pieno… la mia testardaggine e il mio hobby di lusso.”
“Lei passa gran parte del suo tempo in Puglia per gestire l’azienda di famiglia, la Tenuta Foggiali.” mi spiega Heiko. “Nei finesettimana la raggiungo. Curiamo venti ettari. Circa tremila piante”.
Gli studenti del New Jersey sulle tracce della loro identità culturale
Vincenzo Conciatori è uno studente italo-americano. La sua famiglia è arrivata da Frosinone.
Vincenzo parla italiano, o almeno lo parla fino al party del dopo-Gala. Lì, complice il vino e qualche drink, fatico a comprenderlo in entrambe le lingue.
Mi racconta di studiare economia e italiano. Sogna di lavorare in Italia un giorno. Insieme ad altri, dirige il club italiano dell’Università della North Carolina a Charlotte.
“L’affiliazione con NIAF on Campus è una grandissima opportunità, e non solo per i nostri circoli, ma per l’intera comunità.” mi racconta Vincenzo.
“La NIAF assicura un momento di raccordo per tutte le iniziative che promuovono il punto di vista italiano e italo-americano nei diversi corsi di laurea e presso un pubblico composto da etnicità diverse. La nostra mission è riunire italiani, italo-americani e tutti gli universitari interessati alla nostra cultura perché riescano a guardare il mondo con i nostri occhi.”
Anche Matteo Kersich parla italiano benissimo. Ha studiato a Firenze per un periodo:
“Questo’anno la NIAF ha scelto 30 studenti universitari per il comitato NIAF on Campus. Venerdì pomeriggio ci siamo incontrati per la prima volta per discutere di come possiamo continuare a promuovere la cultura Italo-americana nelle nostre università. Per me la chiamata è stata un onore, perché io sono nato e cresciuto in una casa Italo-americana. Sono stato molto emozionato quando ho scoperto che anche altri studenti nutrono la stessa passione per la nostra bella cultura. Nei prossimi mesi ciascuno di noi cercherà di organizzare due eventi per conto delle nostre università, che nel mio caso è l’università statale della Florida.” dice Matteo.
Gli chiedo della serata di Gala:
“È stata una notte molto speciale per me per quanto riguarda le mie radici… La NIAF ha premiato la Puglia, dalla quale è venuta la mia bisnonna all’inizio del secolo scorso. Montrone, provincia di Bari. Il calore di tutta questa italianità nella sala mi ha lasciato senza parole e con la voglia di tornare l’anno prossimo”.
Frank. L’avvocato italo-americano a cui piace Trump
Prima della cena di Gala c’è la reception. Un’ottima occasione per parlare a quattr’occhi con le persone. Mi trovo davanti un signore sulla sessantina. Brindiamo con i nostri gin-tonic. Frank mi racconta di essere un avvocato italo-americano di New York e di divertirsi sempre all’evento del NIAF.
Potrei scommettere $50 che questo è un conservatore repubblicano.
Tiro l’esca: “..e poi è pieno di belle ragazze. Oooops… questo non si può dire ai tempi del meToo!”.
Frank ride sornione e abbocca subito. Comincia a parlarmi di quanto sia scandaloso che si tirino fuori scandali sessuali veri o presunti 30 anni dopo, riferendosi esplicitamente alle note vicende della nomina di Brett Kavanaugh alla corte suprema americana una settimana fa.
Poi si parla di Trump, anche se gli spiego che, di norma, non discuto di politica americana con gli americani.
“Trump è un giocherellone, ma la sua è solo tattica di negoziazione” mi spiega. “Non arriva mai fino alla fine di quello che dice”.
Il presidente di Confindustria
Vedo Vincenzo Boccia che fa le foto con il pannello degli sponsor sullo sfondo. Mi avvicino e mi presento: “Luca Passani, la Voce di New York”.
Mi prende subito da parte il loro addetto stampa e mi chiede “Per chi lavora lei? Come si chiama?”
Accidenti, ma allora è una cosa seria. L’hai voluta la bicicletta, Luca? Ora pedala. Facci vedere se sei davvero un giornalista.
Eccomi fianco a fianco con Boccia. La prima domanda sull’importanza dell’evento NIAF è di riscaldamento. Boccia mi racconta che, con la Brexit, si aprono possibilità interessanti per l’Italia. È il momento di una nuova “narrativa” in cui è l’Italia la protagonista del rapporto con gli USA e tutta l’area del mediterraneo.
“L’italia è un paese, non dimentichiamolo, che è ancora la seconda manifattura più grande d’Europa”.
Bene. Passiamo alle domande più difficili.
“Pensa che il governo italiano si stia muovendo sulla strada giusta? Quello che si capisce dalle dichiarazioni sul reddito di cittadinanza sembra indicare un utilizzo delle risorse per andare in una direzione ‘assistenziale’ piuttosto che un utilizzo per stimolare lo sviluppo economico e la crescita.”
“Confindustria è in una posizione di attesa in questo momento. Noi ci aspettiamo che il reddito di cittadinanza venga inteso come un’iniziativa di incentivo al lavoro. Se sarà una mossa assistenziale, Confindustria sarà conseguente nei suoi giudizi”.
Confindustria è in attesa quindi. Verrebbe quasi il dubbio che, dietro le quinte, i rappresentanti del governo rendano ai rappresentanti di Confindustria dichiarazioni ben diverse da quelle che leggiamo sui giornali. Mi sembra di percepire anche un piccolo aggiustamento di rotta rispetto all’endorsement della Lega fatto da Boccia dieci giorni prima.
“Eppure alcune sue dichiarazioni sono apparse come un endorsement della Lega….”
“Noi non sosteniamo questo o quel partito in particolare. Noi giudichiamo l’azione di governo nella sua interezza. E sull’azione di governo complessiva trarremo le conseguenze. Non c’è stato alcun endorsement della Lega.”
E con questo, da Confindustria, ripasso la linea.
L’ambasciatore italiano
Abitando a Washington, non è la prima volta che incontro il nostro ambasciatore Armando Varricchio. Persona amabile e molto cordiale. Ha raccontato sul palco che questa è la terza volta che porta la presenza dello Stato italiano al Gala del NIAF e di come il contributo della comunità italo-americana sia parte integrante di un legame vivo che unisce i due paesi.
Passo sul palco durante una pausa. Mi riconosce, mi fa un cenno di saluto e vado a stringergli la mano. Gli racconto che questa sera sono il reporter per La Voce di New York e lui mi fa accomodare accanto per darmi la sua storia:
“È un evento importante. È un grande momento per portare insieme la comunità italiana e italo-americana di tutti gli Stati Uniti. Trovo bellissima l’idea di onorare una regione italiana diversa ogni anno. In particolare, quest’anno, trovo che sia un’idea fantastica quella di premiare la Puglia, perché è una regione che racchiude in sé tutto il bello dell’Italia, il mare, i paesini medioevali, l’arte, la cultura…”
Il governatore
Mi avvicino a Michele Emiliano, il governatore della Puglia, il quale, molto gentilmente, visto che approfittava della pausa per inforchettare finalmente il brasato che stava nel suo piatto, si presta a parlarmi e a fare un selfie insieme.
“Luca Passani, Voce di New York. Congratulazioni per il discorso” (ha fatto il discorso in italiano, con la traduzione presentata nelle slide sui grandi schermi alle sue spalle).
“Grazie.”
“Come va il suo ginocchio?” (si era fatto male improvvisando una mossa di calcetto alcuni mesi addietro).
“Così. Così” mi dice, ondulando il palmo della mano.
Gli chiedo una dichiarazione sul Gala, ma mi indirizza verso la sua addetta stampa.
“È severissima. Non vuole che io parli se non c’è anche lei.”…e azzanna finalmente il meritato brasato.
Lo capisco. È tremendo quando il protocollo ti impone di non mangiare per ore. Lo ringrazio e lo saluto.
L’expat italiano a Washington che preferisce restare anonimo
S.B è italiano. Di Cuneo. Molto simpatico. Lavora per un’importante società internazionale di revisione contabile e ottimizzazione della fiscalità.
“Cosa ti piace del Gala?”
“Amo il forte legame con la cultura italiana. L’eleganza di un Gala che riflette la classe e lo stile della moda italiana e celebra le eccellenze italiane nel business qui negli USA. Il tutto condito da un’esperienza musicale di grande impatto e un momento di grande giovialità e amicizia.”
S. è un godereccio. Sui piaceri della vita, se una cosa la dice lui, potete crederci.
Il fondatore di un’azienda che spacca anche in America
Uno dei premiati è Vito Pertosa, pugliese (“monopolese DOC”, specifica lui), fondatore di Angel Group. Una delle società del gruppo, la Mermec ha appena firmato un accordo importante presso l’Ambasciata italiana.
“Si tratta di una collaborazione con Virgin Galactica e Virgin Orbit, parti del gruppo Virgin di Richard Branson. È un accordo per il lancio da Grottaglie dei missili che in futuro porteranno i turisti nello spazio.” mi racconta Angelo Petrosino, VP di Mermec.
“La nostra è una società che si sta espandendo negli USA. Abbiamo ricevuto riconoscimenti importanti nel campo della fotonica. La nostra sede è in South Carolina e lavoriamo con i principali gruppi che si occupano di trasporto in USA. ”.
La rappresentante del popolo italiano in Nord America
Se la incontrate, chiamatela onorevole. Per me è semplicemente Francesca.
Francesca La Marca, eletta alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Nord-America è la mia congresswoman con cui in passato abbiamo discusso dei problemi degli italiani all’estero. Sono stato contento di vederla e di poterla intervistare:
“Sono contentissima di partecipare alla 43esima edizione della NIAF. Vedere oltre 2000 persone presenti, un mix di italiani ed oriundi italiani, mi ha riempito di orgoglio, rafforzando ciò che già sapevo, che la nostra collettività in USA è alive and thriving! (viva e vibrante).” mi dice Francesca.
“Vedere tanti professionisti, tanti individui di successo che si sono distinti in Italia, in America e nel mondo, in campi variegati quali la gastronomia, le scienze e la tecnologia, le arti e gli affari mi ha reso orgogliosa della mia comunità.”
Una comunità che Francesca rappresenta nel parlamento italiano.
L’altra rappresentante del popolo italiano in Nord America
Un’altra rappresentante del popolo italiano si chiama Francesca, Francesca Alderisi, noto personaggio televisivo, eletta al Senato della Repubblica quest’anno.
Anche Francesca era al Gala del NIAF e questa è stata l’occasione per conoscerla di persona.
Anche con lei abbiamo cominciato parlando degli italo-americani. Poi il discorso è scivolato sull’immigrazione e sul fatto che in fondo erano immigrati anche gli italiani che poi hanno fatto fortuna in America.
“Era una situazione diversa rispetto a quella di chi vorrebbe venire oggi in Italia.” spiega Francesca. “Gli italiani emigravano consci che avrebbero dovuto rispettare tutte le regole del paese ospitante.”
Ho osservato che anche se facessimo entrare in Italia solo quelli che per certo rispetteranno le leggi italiane, con un continente di un miliardo e 2000 milioni di persone, ne arriverebbero comunque a milioni e difficilmente la situazione sarebbe sostenibile.
“L’Italia è un paese piccolo. Non c’è abbastanza spazio per tutti. E poi deve essere un problema europeo, non solo italiano.”
E su questo mi sono trovato abbastanza d’accordo (e poi non sta bene questionare troppo con il proprio senatore a Roma la prima volta che ci si incontra).
Finale: il racconto dell’ospite…
…che, in coerenza con il libro di Benni, sarei io.
Che dire? Ci sarebbe stato da scrivere di più. Mi sono limitato ai personaggi principali. Perché personaggi siamo. Come ha detto una mia amica conosciuta al Gala, “non siamo forse tutti tipi umani con ognuno la sua maschera?” Pirandello docet.
Avrei voluto raccontare le storie del tenore argentino, del giornalista della TV di Stato, degli altri premiati e di molti altri, ma non ci stanno tutti.
Il Gala del NIAF è una festa con un pubblico molto variegato, persone che non c’entrano molto l’una con l’altra, e che spesso hanno qualche difficoltà a capirsi per problemi linguistici.
Eppure funziona. Ogni anno, immancabilmente, gente felice va e viene dal Washington Marriott Wardman Park Hotel.
Alla fine, il giudizio sulla serata è sempre lo stesso:
“The NIAF Gala is a ton of fun!”
(ci si diverte un casino)