“Tutti coloro che lavorano nel mondo della comunicazione, svolgono un ruolo che ai più è totalmente sconosciuto”. Cosi esordisce Andrea Garau, PR Strategit per l‘azienda di cioccolato artigianale torinese De Martini, da poco con un ufficio anche a New York. “Diciamocelo, ogni volta che si incontra qualcuno che ricopre una posizione come responsabile delle pubbliche relazioni, o che lavora in un ufficio stampa o nelle agenzie di comunicazione, non si ha mai la più pallida idea di cosa faccia”. E’ una di quelle serate piene di brio, in cui ci si confidano sacrifici, progetti futuri e soddisfazioni tra amici italiani a New York. Mentre butto giù un buon bicchiere di vino, Andrea continua: “Non ridere perché è così. La gente annuisce, sorride, ma subito pensa sia uno di quei lavoretti improvvisati, dopo che non si è riusciti a diventare giornalisti o professori”.
In effetti, a ben vedere, è semplicissimo capire di cosa si occupi un medico, un architetto, un muratore o un falegname. Ci sono mansioni, invece, che risultano totalmente oscure ai più, quasi fossero professioni inventate o per le quali non servono poi grandi competenze o capacità. Eppure mai come in questi ultimi anni, il lavoro di coloro che sanno comunicare e costruire relazioni è diventato così importante.
Comunicare, il nostro dizionario ci insegna che significa: rendere comune, far conoscere, far sapere. Seguendo questa definizione è possibile immaginare che un lavoro legato alla comunicazione si concretizzi nella volontà di esternare, di divulgare una qualunque informazione al mondo esterno. E infatti è proprio quello di cui si tratta.
Il lavoro dell’ufficio stampa, di coloro che curano le pubbliche relazioni, si occupa di veicolare ai media delle informazioni. E’ importante precisare che i giornalisti, sono sempre alla ricerca di materiale, di notizie, di nuovi spunti, ma non hanno il dono dell’onniscienza e qui entrano in gioco tutti coloro che lavorano nella comunicazione, cioè gli intermediari tra il lancio di un nuovo prodotto sul mercato, un evento o una nuova scoperta, e i mezzi di informazione, stampa, radio, tv e web. Ci sono uffici stampa all’ interno delle istituzioni, addetti stampa che si occupano di personaggi pubblici, sportivi, attori, politici. Tutte le più grandi aziende del mondo hanno un ufficio stampa interno, così come i musei, i grandi ospedali o le università. Persino il Papa ne ha uno. Coloro che vogliono avere un dialogo aperto con i media, si affidano ad agenzie stampa o a professionisti esperti in questo campo. Perché, una cosa è certa, non ci si può improvvisare nel mondo della comunicazione. Si devono avere precise capacità e competenze. I famosi comunicati stampa, di cui sentiamo spesso parlare, vengono scritti proprio da queste figure professionali, che sanno come impostare una notizia per renderla veicolabile, che sanno come presentarla al mondo giornalistico per renderla notiziabile.
Chi si occupa della comunicazione di un nuovo prodotto, per esempio, dovrà studiarne le caratteristiche, scegliere una linea comune con l’ufficio marketing, trovare le parole più adatte per valorizzarlo e renderlo appetibile al pubblico. Molti dei discorsi letti dal mondo politico e istituzionale vengono scritti dagli uffici stampa, questo non perché il senatore di turno non lo sappia fare, ma perché l’addetto stampa sa bene quali tecniche utilizzare per creare un discorso che verrà in primis ascoltato dalla stampa. Il ruolo ricoperto da questi professionisti è spesso delicato. In quanto, oltre a padroneggiare queste regole di scrittura, svolgono ruoli di mediazione tra i “clienti” e i mezzi di informazione, diventando responsabili di come poi il giornalista deciderà di scrivere la notizia.
“Eppure, il nostro è un lavoro che non viene riconosciuto, noi ufficialmente non compariamo, rimaniamo nell’ ombra. Chi firma gli articoli con le nostre notizie? Il giornalista, che magari si è limitato a fare un semplice copia incolla dei comunicati stampa che mandiamo. Sono io a scrivere i discorsi ma chi li legge? Il personaggio di turno”.
Andrea, che inizia la sua carriera come consulente elettorale a Roma, dove, dopo essersi laureato diventa assistente alla cattedra di pubblicità all’Università La Sapienza, mi racconta che dopo aver pubblicato il libro Oltre il sorriso di Obama, saggio sulle tecniche di comunicazione legate alla prima campagna elettorale del Presidente, nel 2012 è uno dei 5.000 selezionati su oltre 27.000 candidati per la posizione di Field Organizer in uno dei Battleground States più importanti del paese, l’Ohio. Inizia così la sua avventura negli States, per poi inserire nel suo curriculum tante esperienze di rilievo come Pr e Marketing Manager per startups, tra NYC, San Francisco e Los Angeles, nonché per l’atelier Duca Sartoria, collaborazione che gli ha fatto decidere di rimanere fisso a New York, e di ottenere il visto per lavorare come libero professionista, grazie alle sue spiccate qualità.
“Quando l’Ufficio Immigrazione Americano, mi ha chiesto di dar prova del mio lavoro, mi sono trovato un po’ in difficoltà. Oltre a presentare i contratti delle diverse agenzie per le quali avevo lavorato, nonostante avessi tante campagne da mostrare, solo una parte degli articoli che menzionavano eventi, brand o collaborazioni, risultavano firmati a mio nome, anche se, l’elevato numero di pubblicazioni avute, fosse già prova dell’ottimo lavoro svolto”.
Comunicare è importante. Tutti almeno una volta nella vita ci saremo sentiti dire questa frase. Comunicare, con le parole o con le immagini, permette di trasmettere contenuti che mai come oggi, in un’epoca dove tutti credono di saper scrivere, devono essere creati da persone competenti, capaci di utilizzare le parole nel modo corretto. Non dimentichiamoci che a fianco dei giornalisti, ci sono analoghi professionisti che si occupano della comunicazione, e ogni volta che in televisione scorrono le immagini del Galà internazionale di Carnevale più famoso del mondo, ogni volta che leggeremo del nuovo paio di scarpe con materiale indistruttibile, o quando il discorso di qualche celebrities ci farà commuovere, ricordiamoci che dietro tutto questo si nasconde anche un giovane come Andrea, capace di comunicarlo.