È possibile viversi l'atmosfera del Natale all'italiana pur essendo a New York? Di sicuro non sarà come stare a casa, con i propri cari e tutte quelle tradizioni che proprio in questo periodo dell'anno ci piace un po' di più rispettare, ma se siete italiani, vivete a New York City e quest'anno proprio non vi è riuscito di comprare quel costoso biglietto aereo destinazione Italia, non fatevi prendere dallo sconforto dell'expat sotto le feste… Dal profano al sacro, la Grande Mela offre tutto quello di cui c'è bisogno per viversi l'atmosfera di un Natale all'italiana, senza malinconia e sentendosi a casa.
All'opposto, infatti, dei turisti italiani in vacanza negli States, alla ricerca di un'esperienza natalizia diversa da quella a cui sono abituati in patria (anche soltanto una nevicata per loro può fare la differenza ed essere motivo di giubilo), e degli italoamericani, divisi tra le tradizioni del luogo natio e le contaminazioni con il nuovo mondo, agli italiani ormai newyorchesizzati può arrivare un'improvvisa voglia di tradizione natalizia all'italiana, da sfogare a tavola, nelle cose da fare e nella scelta delle persone con cui stare.
Un buon punto di partenza può essere la Little Italy, il quartiere per antonomasia più italiano che ci sia, anche se oggi ormai ridotto all'osso rispetto al passato perché divorato dalla limitrofa Chinatown. Ogni anno la Little Italy di New York si trasforma in un paese delle meraviglie di Natale, con luci, decorazioni e colori davvero suggestivi. Oltre alle sfilate di carolers in costume e alle processioni religiose, con tanto di carri e bande musicali, ogni anno in questo periodo il quartiere si trasforma a festa, con venditori ambulanti posizionati lungo le strade principali intenti, insieme ai commercianti della zona, a vendere articoli regalo e leccornie tipiche del Natale Made in Italy, come pandori, panettoni, torroni e chi più ne ha più ne metta.
Se tra le tradizioni che vi stanno a cuore non potete proprio rinunciare al classico presepe, proprio nel cuore di Little Italy c'è un negozio storico, attivo dal 1910 e specializzato nella vendita di casalinghi e articoli religiosi. È l'Ernesto Rossi & Co., un business ultracentenario a conduzione familiare e un vero e proprio pezzo di storia del quartiere. Il negozio, aperto fin dal 1910, è stato di recente costretto a chiudere a causa di un forte aumento dell'affitto, ma la famiglia Rossi non ha lasciato Little Italy e ha subito riaperto pochi metri più in là nell'attuale spazio che non ha perso niente del fascino di una volta. Qua, gli amanti del presepe potranno dare libero sfogo alla propria fantasia. Riproducendo un po' quella che è l'atmosfera di San Gregorio Armeno a Napoli, la Famiglia di Ernesto è uno dei pochi negozi newyorchesi dove è possibile acquistare statuette per il presepe. Durante il periodo natalizio le vetrine del negozio espongono questi preziosi pezzi di porcellana, tutti fatti a mano e per questo non proprio a portata di tasca. Ma vale la pena farsi una passeggiata e andarli a vedere.
A proposito di presepe e sempre restando a Little Italy, sappiate che all'Italian American Museum di New York fino al 15 gennaio è possibile visitare la mostra fotografica di Anita Sanseverino dedicata al Presepio Napoletano. La fotografa, infatti, famosa per aver documentato le bellezze d'Italia, si è dedicata negli ultimi anni alla storia delle tradizioni che hanno reso e rendono affascinante la cultura italiana, tra cui quella del presepe napoletano. Le foto esposte all'Italian American Museum mostrano l'evoluzione che l'arte del presepe napoletano ha subito nel corso dei secoli, compresi i significati simbolici che stanno dietro alle varie statuette, e sono di fatto un omaggio alla città di Napoli per aver reso il presepe una elevata forma di cultura.
Un altro pezzo di Italia a New York, da alcuni considerato il più autentico, è di sicuro la Little Italy del Bronx, un autentico e fiorente quartiere italiano dove trovano spazio, soprattutto su Arthur Avenue, ristoranti, alimentari e negozi specializzati nell'import di prodotti tipici provenienti dal Belpaese. Felici di aver di recente ripristinato il medaglione tricolore sull'asfalto che ricopre l'incrocio tra Arthur Avenue e la East 187th Street (e intorno al quale si legge “Little Italy in the Bronx – The Good Taste of Tradition”), i commercianti locali sono impegnati come ogni anno a ricostruire l'atmosfera natalizia all'italiana. Quest'anno in particolare, dal 19 al 24 dicembre, il quartiere sarà animato da Santa & The Jolly Holidays, un trio composto da Babbo Natale in persona e i propri Elfi che, per la gioia di grandi, ma soprattuto dei piccini, distribuirà bastoncini di zucchero rendendosi disponibile a scattare memorabili foto ricordo. Sul sito troverete tutte le informazioni su luoghi e orari delle iniziative organizzate.
Oltre al profano, dicevamo, New York offre anche il sacro per passare un Natale all'Italiana anche nella Grande Mela. Se siete cattolici praticanti e non potete rinunciare alla messa italian style, sappiate che alla Chiesa Santuario della Madonna di Pompei, su Carmine Street, saranno celebrate messe natalizie per la comunità dei cattolici italiani. L'appuntamento è per la vigilia, a mezzanotte, dove si riuniranno per una messa in inglese le comunità multilingue che frequentano la parrocchia (italiana, inglese, brasiliana, ispanica e filippina), e per il 25 mattina alle 11, dove si potrà assistere alla tradizionale messa italiana, intonando i sempreverdi e tanto cari alla memoria Astro del Ciel e Adeste Fideles.
ÔÇïMa veniamo ai piaceri della tavola. Sì, perché a Natale una delle tradizioni che ci piace di più rispettare è proprio quella culinaria. E qua gli italoamericani fanno da padroni con un'usanza che si tramanda ormai da 100 anni: la Festa dei Sette Pesci.
“Sono cresciuta celebrando la Vigilia di Natale con la Festa dei Sette Pesci – racconta a La VOCE Melissa Muller Daka, chef newyorchese di origini siciliane – che in Sicilia non è molto diffusa, ma qui quasi tutte le famiglie italoamericane che conosco e che vivono qui da più di cento anni la festeggiano. Non importa se si è poveri o ricchi: in quel giorno non si bada a spese”.
Il nome della festa indica il numero sette ma spesso, infatti, la quantità dei pesci utilizzati per preparare la cena del 24 dicembre aumenta a dismisura e fonde ricette di diverse regioni del Meridione, in una sorta di celebrazione ecumenica del Sud Italia in terra americana.
“Quando ho aperto il mio ristorante Eolo – continua Melissa – ho deciso di inaugurarlo proprio con la festa dei Seven Fishes, rielaborando le ricette casalinghe in versione più accattivante. Ogni anno pensiamo a cinque portate con una scelta di cinque piatti. Alcuni esempi? Quest’anno penso di fare le ostriche con gelatina di Prosecco e il crudo di tonno e spatola con scorza di arancio e sale marino della Hawaii per iniziare; poi sto ragionando su un raviolo farcito con nero di seppia e gamberi e una razza con carciofi e patate con riduzione di arancio e timo; l’aragosta non può mancare, servita in brodo di pesce e calamari. Ci sarà anche un piatto semplicissimo, ma molto gustoso: uno spaghetto con vari tipi di cozze e con gli scungilli, le lumache di mare, una ricetta napoletana che mia nonna aveva imparato da giovane dai suoi vicini di casa nel Queens. In generale è un giorno in cui diventiamo tutti molto creativi e la preparazione ha anche una sua ritualità che inizia giorni prima: domani notte andrò al mercato del pesce di Hunts Point, nel Bronx, per capire che pesci si potranno avere per quel giorno e poi vi ritornerò la mattina del 24 per sceglierli e ritirarli. Si inizia a cucinare dalla mattina presto e si va avanti fino a notte fonda. Al momento della cena e di accogliere gli ospiti siamo molto provati, ma la risposta delle persone ci ripaga. Addirittura ci sono clienti affezionati che vengono da lontano, come una coppia di Seattle che è stata presente tutti gli anni e con cui spesso chiudiamo la serata”.
Il numero dei pesci aumenta a dismisura anche da Felidia, il ristorante della chef Lidia Bastianich che per il 22 dicembre, in anticipo di due giorni rispetto alla vigilia di Natale, propone la Festa dei Tredici Pesci, quattordici portate (la quattordicesima è il dessert a base di nutella e panettone) che solo a leggerle fanno venire l'acquolina in bocca. Si comincia con l'insalata di mare, il salmone affumicato e le capesante, per proseguire con l'insalata di polpo e patate, l'insalata di gamberi e fagioli cannellini, il baccalà mantecato e i calamari fritti; tra le proposte di primo, cavatelli con le cime di rapa e i gamberetti, spaghetti alla chitarra con l'aragosta e busiati alla trapanese, per poi chiudere con i secondi, dentice arrosto e capesante con carciofi e cardi.
Per rimanere in tema e farvi calare nell'atmosfera natalizia made in Italy, vi lasciamo con l'ascolto di un classico della musica italiana anni 50, anche se poco conosciuto, di Gloria Christian, che si intitola proprio Buon Natale all'italiana.