Sembra quasi incredibile che nel 2014 ci troviamo ancora nel bel mezzo di una polemica sulle celebrazioni del Columbus Day, quando si tratta di una festa istituita a livello federale in tutti gli Stati Uniti. Si tratta di un giorno di ferie istituzionale, in cui non viene consegnata la posta e la maggior parte delle scuole d'America è chiusa. Non è semplicemente un'altra giornata di vendite nei negozi, ma un giorno in cui fermarsi e ricordare i sacrifici fatti da un "ammiraglio dei mari." Ciò dovrebbe significare che i ragazzi delle scuole sappiano o abbiano imparato chi era Cristoforo Colombo. Invece, in una grande città come Seattle (Washington) il Consiglio Comunale ha votato per creare una giornata degli indigeni, anziché riconoscere, come sarebbe normale e semplice, che si tratta del Columbus Day. E il fatto che quei cinque membri di quel Consiglio abbiano votato, il 6 ottobre 2014, per istituire quella ricorrenza è senza dubbio uno sgarbo contro gli italiani e gli italoamericani, dal momento che ci sono qualcosa come altri 364 giorni per celebrare una giornata del genere. Consiglieri, perché non trovare un altro gruppo etnico a cui fare una cosa così?
C'è da chiedersi come cose di questo tipo possano accadere quando la storia di Colombo è ampiamente conosciuta. Era un esploratore, questo è quanto, che venne a trovare ciò che trovò e ne riferì a coloro che non si erano mai avventurati così lontano, aprendo un intero nuovo mondo a tutti noi. Era un uomo del suo tempo? Sicuro! Ma ha fatto qualcosa di inappropriato qui nelle nostre terre del Nord America? No! Cerchiamo di essere realistici, perché questa è quella che è oggi conosciuta come storia "revisionista", creata da gente che pensa di essere politicamente corretta. Che cosa c'è di corretto nel rivedere fatti che sono stati provati, conosciuti e di cui si è scritto per secoli? Difficile rispettare questi ufficiali eletti al Consiglio Comunale di Seattle dato che, nonostante le proteste di quegli italoamericani che si sono fatti avanti e reso testimonianza, erano decisi a non rendere onore né a loro né alla storia di Colombo.
D'altro canto, possiamo essere orgogliosi della parata appena annunciata che si terrà a Dallas, in Texas, dove un corteo del genere non c'era mai stato, a quanto ci è dato sapere. E sì, è merito di una persona che ha saputo fare la differenza e trasformare la parata in realtà. Onore alla città di Dallas e a tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò.
Spesso ci dimentichiamo il passato. Ma prendiamoci un momento per ricordare il lavoro della Commission for Social Justice dell'ordine Sons (e “daughters”) of Italy in America che ha ormai 109 anni e che diversi anni fa portò avanti una battaglia in difesa della parata nella città di Denver, Colorado . A quel tempo non esistevano ordinanze per impedire l'interruzione di una parata. Chi sfilava in parata al tempo doveva sopportare lanci di pietre, verdure, ecc. da parte di astanti, che, anche lì, combattevano per il "loro" diritto al riconoscimento dell'identità indigena, il tutto durante il Columbus Day. Grazie agli sforzi del CSJ e ai fondi raccolti dai membri nazionali dell'OSIA, fu assunto un consulente legale è fu avanzata una proposta di legge che in seguito venne adottata e, in una parata successiva, coloro che tentavano di interrompere la sfilata furono arrestati. La parata esiste ancora, come esiste anche a Pueblo, Colorado.
Tutto questo denota l'orgoglio che gli italiani e le italiane americani hanno del loro retaggio. Se lo sono guadagnato, perché il loro DNA va così tanto indietro ed è così ricco, nelle arti e oltre. Ad esempio, ogni anno da circa 38 anni, nel mese di ottobre, l'Italian Heritage and Culture Committee – NY, Inc decide un tema che si sviluppa intorno a personaggi come Garibaldi, Montessori, Caboto, ecc, e che per questo 2014 è "Gli italo-americani nello sport: leggende e icone”.
Mentre funzionari pubblici e civili fanno proclami e citazioni dichiarando questo il mese dell'italianità, gli italo-americani possono essere orgogliosi di ciò che fanno, di come sono arrivati qui e hanno contribuito a fare dell'America quello che è oggi, proprio come hanno fatto in altri posti come il Sud America, il Canada e l'Australia.
Così, mentre il dibattito "Columbus No, Columbus Sì" va avanti, il resto di noi celebra il patrimonio storico, la lingua, la cultura e altro ancora. Continuino pure le schermaglie e i revisionismi storici: i fatti sono fatti, e Colombo ha scoperto l'America! C'è parecchio da festeggiare!
Per ulteriori informazioni: www.italyculturemonth.org.
*Joseph Sciame – Chair, Conference of Presidents of Major Italian American Organizations. Onorato dalla Repubblica d'Italia con il grado di Cavaliere Ufficiale dell'Ordine al Merito, è vice presidente per le relazioni comunitarie presso la St. John's University, New York. E' presidente della Conference of Presidents of Major Italian American Organizations dal 2011, ed è stato presidente nazionale dell'Order Sons of Italy in America.