Un’ottima intesa è ciò che lega la ministra degli Esteri italiana Federica Mogherini a Bill De Blasio, sindaco di New York dal cognome italiano ereditato dal ceppo materno. Bill si sente italiano e, arrivato per la prima volta da sindaco al Consolato Generale d'Italia dove c'era un ricevimento per salutare la ministra, in città per la settimana della General Assembly alle Nazioni Unite, non manca di ribadirlo: ”Non posso ignorare da dove vengo, da dove vengono certe mie idee, una certa mentalità. Dal profondo sud. Io sono un membro della comunità italoamericana a New York”. Lo dice contento mentre mostra a tutti la cravatta Marinella, di manifattura napoletana, ricordando l’alta moda come simbolo del made in Italy. Nei ringraziamenti complessivi la Mogherini aveva invece preferito il cibo, e ad un certo punto aveva sottratto il microfono alla Console, mentre tentava di introdurre e passare la parola al sindaco, per parlare dell'Expò. Del resto, De Blasio ha a sua volta promesso la partecipazione all’Expò di Milano, dedicato al cibo e perciò ben collocato su terreno italico.
Sempre in grado di dominare la lingua, la Mogherini ha tenuto il suo discorso quasi interamente in inglese. Subito in quarta: "Mi rendo conto di aver visto negli ultimi mesi il sindaco di New York più volte di quello della mia città". E comincia lo scambio di intensi sorrisi ricambiati da Bill. Oltre ai canonici ringraziamenti rivolti alla comunità italiana in America e all’esportazione di certi nostri valori, la ministra affronta due temi che le stanno particolarmente a cuore. Per parlarne torna all’italiano. Il primo punto riguarda i COMITES ovvero l’elezione del Comitato degli Italiani all’Estero. “Abbiamo mantenuto l’impegno di convocare le elezioni entro il 2014” – dichiara Mogherini – “Si terranno il 19 Dicembre, con un sistema nuovo che sappiamo richiederà uno sforzo di comunicazione, ma credo che sia molto importante aver mantenuto quell’impegno". Le elezioni si terranno, questo è certo, ma non sono mancate polemiche e messe in discussione della procedura adottata.
La seconda questione, affrontata dalla ministra degli Esteri nella sua lingua madre, riguarda invece la nomina del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura o meglio l’apologia della latenza nella sua nomina: “Ho preso un po’ di tempo per decidere. Ho studiato la commissione e capito che bisognava includere anche altri Ministeri. Non so se sarò io a proclamare il nuovo direttore o chi mi succederà, ma credo sia importante ribadire che abbiamo formato un sistema basato sul merito e la trasparenza”. In sostanza, un direttore dopo mesi di vuoto ancora non c’è, ma se le riforme metodologiche sulla sua elezione lo impongono, per scopi di trasparenza, poco male.
Qualche momento un po’ goffo e tanti complimenti sono il riassunto dell’incontro, che stampa e ospiti selezionati della comunità italiana a New York hanno avuto l’opportunità di seguire. De Blasio sembra avere sconfinata fiducia nella ministra Mogherini. Non manca di elogiarla a più riprese e in merito alla nomina di Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Difesa, ricevuta dall’UE non senza fatica, e quindi le dice sorridendo: “Sei vittima del tuo stesso successo”. Intende, probabilmente, la proporzione tra la difficoltà dell’incarico quasi pari a quella di riceverlo, dal momento in cui mettere d’accordo teste così diverse in Europa implica uno sforzo di diplomazia non indifferente. Ci Crede Bill, che le ha portato fortuna, regalandole, al loro primo incontro, un ciondolo Tiffany a forma di mela, ricordato affettuosamente dalla ministra. “L’ho tenuto nel mio ufficio alla Farnesina e adesso me lo porto in Europa”.
De Blasio è a casa sua e si vede, sa quali corde far vibrare per lasciare a tutti un ricordo luminoso di sé. “Sono pronto” – scherza in lingua italiana quando sta per riprendere la parola. E prima che gli ospiti possano gustarsi un calice di prosecco, accompagnato da parmigiano doc, ricorda come la globalizzazione significhi non solo iperconnettività, ma anche condivisione di valori: “Adesso le nostre connessioni sono più profonde”. Di politico solo un augurio, quello di risolvere la difficile situazione migratoria.
Qui i video di Mogherini e De Blasio al Consolato