Caro Direttore,
Dopo aver letto alcuni articoli scritti dall'Onorevole Angela Fucsia Nissoli mi sono permesso di importunarvi ancora una volta. Faccio i miei complimenti alla signora per la sua carica di rappresentante degli italiani "iscritti all'AIRE" della circoscrizione del Nord e Centro America. Vorrei chiedere alla Onorevole se considera italiani solo chi è iscritto all'Aire, cioè una minuta parte della comunità italiana in questa parte del mondo. Tutti gli altri di quella pionieristica emigrazione italiana in America, coloro che si sono accollati tutte le discriminazioni, tutti i soprusi, tutte le incomprensioni per dare a tutti voi nuovi immigranti l'opportunità di essere accolti in questa nazione con quella dignità e quella equanimità che tutti avremmo voluto, siamo diventati figli di nessuno. Ci hanno tolto la cittadinanza italiana per aver preso, per motivo di lavoro e di riconoscenza verso questa nazione, la cittadinanza Americana. Mentre a voi che siete qui da 25 anni vi hanno dato l'opportunità di avere la doppia cittadinanza, a noi ci hanno preso per il sedere, obbligandoci per alcune settimane della fine degli anni novanta di andare al consolato italiano di New York, perdere giorni di lavoro per poi confrontarsi con una marea di nostri connazionali che invano aspettavano di essere ricevuti da un ufficio che aveva solo quattro ore di servizio pubblico giornaliero.
Oggi vi preoccupate dell'elezione dei Comites, cioè di una associazione ( se così si può chiamare ) che la maggioranza degli italiani all'estero non sanno chi sono, che fanno, che fantomatico beneficio danno alla comunità.
Avete presentato un disegno di legge per abolire l'IMU ai pensionati italiani all'estero iscritti all'AIRE, e per tutti gli altri che erano iscritti all'AIRE e che furono cancellati per i motivi su citati che cosa state facendo?
Oggi vi preoccupate della lingua italiana all'estero, ed è una giusta preoccupazione. Ma sarebbe stato molto più utile se negli anni 50/80 qualcuno nel governo italiano o nel corpo diplomatico all'estero si fossero impegnati a dare a decine di migliaia di ragazzi italiani che frequentavano le scuole della città l'opportunità di imparare la loro lingua di nascita.
E poi che dire della votazione per Posta? una farsa all'Italiana, votano i figli per i genitori, gli strani per i tanti che non sanno leggere o scrivere. Se avete un pizzico di conoscenza delle esigenze di tutti gli italiani all'estero dovete impegnarvi a far sì che tutte queste ingiustizie vengano corrette. Lasciate andare le vostre ambizioni personali, i vostri privilegi di rappresentanti, le vostre ideologie politiche. Siete andati a Roma per risolvere i problemi dei vostri connazionali all'estero, concentratevi solo su questo. Prima di essere onesti con noi, siate onesti con voi stessi. Buon Lavoro.
Donato D'Orazio
Brooklyn,NY.