
Robert Fonti Vice Presidente dell ‘associazione e dietro James Lisa, presidente Lt. Det. Joseph Petrosino in America
Il nome di Joe Petrosino è molto noto a New York: un poliziotto italoamericano che nei primi anni del Novecento si distinse per la sua lotta alla Mano Nera, l'organizzazione di stampo mafioso che dilagava a Little Italy. Ricatti, estorsioni, omicidi, avevano presa facile tra gli immigrati italiani che vivevano in condizioni di grande povertà e ignoranza, era diventata una questione di ordine sociale, ma anche economica, culturale, e l'allora assessore della Polizia Theodore Roosevelt (diventato poi presidente degli Stati Uniti) ripose la sua fiducia in questo poliziotto italiano serio, determinato, coraggioso, promuovendolo sergente e mettendolo a capo di una squadra per combattere la criminalità in quei quartieri dove la mafia stava rovinando la vita di centinaia di migliaia di persone. Non erano solo il senso del dovere e l'etica del lavoro a spingere Petrosino a prendere a cuore quella che era per lui in realtà una missione: si trattava della vita di uomini e donne che conosceva bene, che vivevano in condizioni di estrema difficoltà, che venivano messi in ginocchio dalla mafia, derubati, terrorizzati, uccisi, e sapeva che le radici di quel male erano da ricercare anche altrove, in quell'Italia da cui anche lui veniva. Le sue tecniche investigative furono innovative, lavorava sotto copertura, risolse casi importanti, da sergente divenne tenente, Lieutenant Detective per l'esattezza, del New York Police Department, e in questa veste andò in Sicilia il 12 marzo del 1909, in una missione top secret ma, si sa, le voci corrono in fretta, Joe Petrosino era atteso, e venne assassinato a poche ore dal suo arrivo nella centralissima Piazza Marina di Palermo.
E' per ricordare la sua figura e dare un riconoscimento agli italoamericani che si sono distinti nel loro campo che ogni anno la Lt. Det. Joseph Petrosino Association in America organizza un grande evento, con il supporto della Joe Petrosino International Association di Padula (paese di origine di Petrosino, in provincia di Salerno) e di I AM PAC. Si è tenuto quindi il 14 agosto il Gala annuale in onore di Joe Petrosino, nelle sale scintillanti del Russo's on the Bay, a Howard Beach.

Tutti i premiati
James Lisa, presidente della Joseph Petrosino Association in America fa gli onori di casa, presenta gli ospiti, primo fra tutti il Nassau County Executive Ed Mangano, e dà quindi spazio alle parole di chi quest'anno ha ricevuto l'importante riconoscimento: naturalmente poliziotti del New York Police Department che si sono distinti nel loro lavoro, l'arma dei Carabinieri, ma anche chi si è distinto nell'ambito della politica, dell'impresa, degli affari, dell'intrattenimento.
On. Robert Duffy, Lt. Governor dello Stato di New York; Thomas P. Galati, Chief of Intelligence del New York Police Department; Mark Torre, Lieutenant Detective Commander della NYPD Bomb Squad; Mitchell R. Weiss, Chief, Clergy / Community Liaison del New York Police Department; Vincent DeVitto, poliziotto del NYPD ora in pensione (in collegamento video Skype!); Carabinieri D'Italia; Robert Davi, attore e cantante il cui nome forse non è molto noto ma vedendolo tutti in sala lo riconoscono al volo per le centinaia di film e serie TV da lui interpretati; l'imprenditore Michael Ricatto; il giudice (ora in pensione) della Corte Suprema dello Stato di New York John Walsh; e l'uomo d'affari e filantropo On. George Tsunis.

Dept Council General Cons Roberto Frangione, insieme all’appuntato Donato Ancona e all’appuntato Gaetano Giordano (Carabinieri D’Italia) e Vita Scaturro (Board Lt. Det Joseph Petrosino in America)
Sono stati premiati per il loro impegno nel lavoro e servizio alla comunità, ciascuno nel suo campo, con il suo carattere, il suo talento, il suo impegno di anni, e la famiglia in cui è cresciuto, quel background culturale italoamericano (più o meno lontano) che ha segnato la loro educazione e anche il loro sguardo verso un'America fatta di persone, comunità, nazionalità, lingue, dialetti, religioni, fatta di tante storie che hanno portato e continuano a portare una straordinaria ricchezza culturale in questo paese. Gli italoamericani negli Stati Uniti hanno lavorato tanto, forse di questo ci dimentica a volte. E soprattutto quella generazione che in anni passati è arrivata qui con difficoltà e sacrifici, spesso non per scelta, ha amato tanto l'Italia così come ha amato tanto l'America, e questi sono concetti e sentimenti che le nuove generazioni fanno fatica a capire, perché tutto è cambiato, gli orizzonti del mondo si sono allargati, e forse è anche giusto così. Ma le radici rimangono un valore, e ciascuno degli ospiti di questa serata dedicata a Joe Petrosino lo sa bene, e lo ricorda nelle sue parole di saluto e ringraziamento.
Unico dispiacere è che non ci sia nessuna donna fra i premiati, sebbene più di uno degli intervenuti ne ricordi qualcuna presente in sala.
Mentre continuano a scorrere sui monitor appesi alle pareti le immagini dello sceneggiato televisivo su Joe Petrosino, intepretato da Adolfo Celi, la musica conclude la serata: Caruso, meravigliosa canzone di Lucio Dalla, è più che mai struggente se si guardano gli occhi di chi è più anziano, e seduto a uno dei tavoli allestiti con fiori e bandierine italiane e americane, ascolta, sotto i grandi lampadari di cristallo, mentre fuori qualche barca risale lenta il canale e gli aerei decollano sopra a Howard Beach.