Caro Direttore,
Ho ben capito, da ciò che pubblicate, che La VOCE di New York non è stata necessariamente creata per mettere in risalto le peripezie ed i drammi che riguardano i vecchi emigranti italiani della metà del secolo scorso. Grazie quindi se abbiamo potuto in passato mettere in risalto i problemi dell'insegnamento della lingua italiana qui in America, della cittadinanza italiana e dell'inspiegabile legge che ci preclude di riaverla. Dell'immobilismo del governo italiano e dei suoi rappresentanti che nulla stanno facendo per correggere questo torto che è tra i più dolorosi fatto a discapito di varie generazioni di italiani all'estero.
Molti di questi umili pionieri dell'emigrazione italiana nel mondo ci hanno lasciati portandosi con loro l'amara constatazione che la loro nazione di nascita li ha traditi, umiliati, sfruttati e completamente ignorati. Siamo rimasti in pochi a sperare nell'insperabile che qualcuno nel governo o nelle varie ambasciate e consolati italiani nel mondo abbia la lungimiranza e la sincera determinazione di far sì che quello che è capitato ai nostri genitori non capiti a noi.
Poi per non smentirsi il governo ha varato una mostruosa legge che obbliga gli italiani all'estero di pagare l'IMU per l'UNICA e sola casa che hanno ancora in Italia con rate di seconda casa. In altri termini pagare il doppio di un residente in Italia che ha una sola casa. Cosa di altro mondo che soltanto in Italia potevano concepire. Penalizzare un povero emigrante che per motivo di lavoro ha dovuto lasciare la sua casa è semplicemente inconcepibile . Questi immobili sono per lo più case di famiglia che si sono tramandate da padre in figlio. Non hanno rendite, ma tante spese per mantenerle. Spese che molti si accollano con sacrifici ed anche con piacere perché sono l'unico legame che li lega ancora alla nazione dei loro genitori. Obbligarli a venderle, perché di questo si tratta, è l'ennesimo affronto che il governo italiano fa alla memoria di tanti suoi figli lontani che nella loro vita hanno sempre creduto, difeso ed aiutato la loro patria natia.
Ci sarà nel mondo un console, un rappresentante, un qualcuno che abbia la forza e la convinzione di far capire al parlamento italiano che quello che stanno facendo non gli fa onore, e soprattutto, non aiuta la causa dell'italianità nel mondo? Non ci credo, ma lo spero.
Donato D'Orazio, Brooklyn,NY