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June 2, 2014
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L’Italia chiamò…e qualcuno trovò il tesoro della caccia al tesoro

Chiara ZaccherottibyChiara Zaccherotti
Alcuni dei partecipanti davanti alla sede del New York Times.

Alcuni dei partecipanti davanti alla sede del New York Times.

Time: 5 mins read

 

Un’affluenza davvero eccezionale quella che c’è stata ieri per la Caccia al Tesoro organizzata dal Consolato generale d’Italia a New York nell’ambito del weekend di festeggiamenti in onore della Repubblica italiana. Trentotto i gruppi di persone, che hanno preso parte alla gara e che si sono avventurati per le strade della città alla scoperta dei luoghi simbolo dell’italianità, composti non solo da italiani, ma anche da newyorchesi. “Siamo riusciti a fare breccia nel cuore degli americani e questo era lo scopo”, ci confida soddisfatta la Console Natalia Quintavalle. “Temevamo che qualcuno potesse scoraggiarsi per la parata israeliana sulla Fifth Avenue – ha aggiunto – e invece si sono presentate tutte le squadre”.

Le Vespa

Le Vespa parcheggiate davanti alla sede del Consolato, ambito primo premio della caccia al tesoro.

Italianissimi, Chi Cerca Trova, Crispini, La Buona e la Cattiva, Referendum’s Angels, Tuttiitalia, Happy Hippo, La Banda Bassotte, Bianco Rosso e Salvatore, Veni Vidi Vici, L’Italia Chiamò. La fantasia dei partecipanti si è sbizzarrita nella scelta del nome da dare al gruppo, ma anche del mezzo di trasporto per affrontare la gara: c’è chi si è presentato con la moto (c’erano anche due Harleysti), chi ha deciso di affittare le City Bike, chi ha preferito il taxi e chi invece se l’è fatta correndo. Li abbiamo seguiti per alcune tappe anche noi ed effettivamente non era semplice muoversi da una parte all’altra di Central Park considerato il fiume di gente della parata sulla Quinta. Ma il primo a trovare il tesoro è stato il gruppo Angelico, una famiglia italo-americana che è riuscita a concludere tutto il percorso in poco più di 2 ore dall’inizio della gara (incredibile come siano riusciti a staccare i secondi arrivati di quasi un’ora!) e ad aggiudicarsi la Vespa S150.

I Clues

Nel meccanismo messo a punto dalla vice console, Lucia Pasqualini che ha personalmente organizzato la caccia al tesoro, tutti i partecipanti avevano a disposizione una traccia con 10 indovinelli, in italiano e in inglese, ognuno relativo a una tappa specifica da individuare. A giudicare da quanto ci hanno riferito i partecipanti, non è stato semplice trovare la soluzione e in molti casi ad aiutare è stata la doppia traduzione dei clues, con particolari che ora davano maggiori indizi in italiano e ora in inglese, senza contare che era fondamentale sapersi muovere per la città.

Dalle specialità italiane di Di Palo (Molti rivali che mi stavano accanto col tempo hanno chiuso bancarella Così a settembre, quando sfila il Santo, solo da me trova la mozzarella) al Tiro a Segno Club fondato da Giuseppe Garibaldi (Per affinare l’infallibile mira l’Eroe dei due Mondi mi volle proprio qui e ancora oggi da me si tira, tra uno spaghetto ai funghi ed un supplì), dalla sede del New York Times progettata da Renzo Piano (Di Nuova York sono un’istituzione, della stampa son re, lo dico piano e a disegnar la mia abitazione ho chiamato un celeberrimo italiano) alla Ferrari esposta al MOMA (Cosa ci fa un Cavallino Rampante rovesciato tra un Monet e un Picasso? Di meraviglie qui ne abbiamo tante, ma a testa in giù io non faccio un sorpasso!); e poi ancora, avanti per la quinta tappa all’edificio dedicato all’Italia al Rockefeller Center (Del Bel Paese il nome leggerai se sulla Quinta, col sole o con la pioggia, pel Centro miliardario svolterai diretto alla Cima della Roccia), per proseguire verso la scultura di Pomodoro delle Nazioni Unite (Vengo d’ortaggio senza foglie, di bronzo è il mio cuore italiano, Manhattan mi accoglie, ma non il suolo americano), i Victoria Gardens a Central Park (Porto il nome d’una regina inglese, ma italiana son per estrazione. Per i bambini del Parco questo mese sono un’irresistibile attrazione), la statua di Giuseppe Mazzini, sempre a Central Park (Lunghi anni a Londra passai, ma la Giovane Italia avevo in cuore. Anche ora che vivo nel West Side va sempre a Lei il mai sopito amore), la Salumeria Rosi nel West Side (Un Dante da Oscar mi fece bella, un genio musical mi occhieggia. Quando gusti la mia mortadella, la sua opera immortal riecheggia), e arrivare alla decima e tanto agognata tappa, il MET Museum (Del museo d’arte fui il primo direttore dove i turisti vengono a milioni. Per trovarmi, senza perderci ore, chiedi alla rotonda informazioni), un clue che però ha sviato i tanti che hanno pensato al Guggenheim perdendo tempo prezioso. Un percorso avvincente, tra i luoghi che marchiano la Grande Mela con un’italianità che ci piace e di cui siamo orgogliosi.

consegna

La consegna delle chiavi della Vespa S150 alla famiglia Rossi Hawkins che ha vinto la Caccia al Tesoro

Il 2 giugno, poi, durante la lunga giornata di eventi e celebrazioni organizzata al Consolato, la squadra vincitrice ha ricevuto le chiavi dell'agognato premio. Gli Angelico, ovvero la famiglia Rossi Hawkins, ha strabiliato gli organizzatori completando il percorso in un tempo record di due ore e mezza, si è guadagnata il più che meritato premio.

“Con la caccia al tesoro abbiamo voluto lanciare in modo un po’ giocoso la Festa della Repubblica – ha spiegato il Console Quintavalle – gli eventi di oggi rientrano invece un po’ più nella tradizione e per il terzo anno consecutivo vedono coinvolte tutte le sedi delle Istituzioni italiane. Il tema delle celebrazioni di quest’anno è lo sport: la Scuola d’Italia G. Marconi in collaborazione con il CONI organizza durante l’intera giornata piccole competizioni sportive per i ragazzi, all’Istituto Italiano di Cultura ci sarà la performance Kickstarting #2 dell’artista Andrea Mastrovito, che utilizzerà palloni da calcio per sparare macchie di vernice sulle pareti, sperando che non distrugga l’Istituto (aggiunge scherzando); poi ci sarà la presentazione di Inter Campus, ma anche la nostra caccia al tesoro ha voluto in un certo senso celebrare lo sport.

Quante volte nella vita ci sarà capitato di assistere ai festeggiamenti della Repubblica organizzati nella propria città, ma da qua viene da chiedersi come venga vissuta ancora oggi questa festa e se ci sia una connessione che unisce gli Stati Uniti con l’Italia. Lo chiediamo al Console.

“La Festa della Repubblica è ancora poco conosciuta all’estero, per questo, ormai da qualche anno, cerchiamo di attirare l’attenzione sulle celebrazioni di un referendum importante che ha cambiato la storia del nostro Paese e lo facciamo insieme a tutte le altre Istituzioni presenti. Già dall’anno scorso Roma ha rivolto un invito alla sobrietà per i festeggiamenti, che noi ovviamente abbiamo colto, ma pur nella sobrietà, abbiamo organizzato delle belle iniziative, ogni anno con un tema diverso: il primo anno la musica, il secondo la lettura e quest’anno lo sport. Ma quest’anno c’è una cosa in più: presentiamo Expo 2015, con l’intento di rilanciare l’immagine dell’Italia e quello che l’Italia di buono riuscirà a fare insieme al resto del mondo”.

 

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Chiara Zaccherotti

Chiara Zaccherotti

Laurea in Scienze della Comunicazione e un master in Giornalismo Ambientale, ho iniziato a lavorare nella comunicazione integrata, occupandomi redazione, ufficio stampa e organizzazione di eventi. Redattrice dal 2006 per varie testate (Rinnovabili.it, Metro, La Repubblica) e giornalista pubblicista dal 2012, sempre più occupo di coordinamento editoriale e gestione web. Cambio cappelli con estrema facilità e sono un'irriducibile ottimista. Maremmana di nascita e di indole, ho vissuto e lavorato a New York per 4 anni, dove ho imparato che se una cosa la riesci a fare lì, allora la puoi fare ovunque.

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