Caro Direttore,
Ho letto con piacere su La VOCE che il consolato italiano di NY si sta impegnando a far sì che anche qui a New York ci siano scuole che possono insegnare la lingua italiana. Mi viene da dire: meglio tardi che mai! Erano gli anni sessanta, l'immigrazione portava ogni giorno qui a New York migliaia di famiglie italiane, quasi tutte giovani, quasi tutte con bambini di età per le scuole elementari. I quartieri di Brooklyn come Bensonhurst, Bay Ridge, Park Slope, Red Hook e tanti altri in tutta la città furono invasi da questa marea Italica. Era una immigrazione di lavoratori, non certo di professionisti ben preparati come oggi, che venivano da tutte le parti d'Italia. Non avevamo l'appoggio di nessuno. Soprattutto non avevamo l'appoggio del Consolato Italiano di New York.
Ricordo che con un gruppo di dirigenti della Lega Italo/Americana Calcio cercammo di coinvolgere il console di allora a darci una mano per convincere le autorità scolastiche di New York ad aggiungere al loro curriculum la lingua italiana. Niente da fare. La loro risposta fu sempre che non era di loro competenza, e soprattutto, che non avevano l'appoggio determinante del governo italiano di allora. Fu così che a decine di migliaia di bambini italiani fu precluso il diritto di conoscere la loro lingua di nascita. Una perdita immensa del retaggio italiano qui a New York.
Oggi si cerca di recuperare l'irrecuperabile, ma anche se pochi bambini hanno la fortuna di imparare la lingua dei loro antenati è tutto di guadagnato: è la decisione giusta che arriva mezzo secolo più tardi. A tutti coloro che si stanno impegnando per raggiungere questo traguardo l'augurio di successo.
Donato D'Orazio, Brooklyn, NY.