Per riempire di significati una festa come il Columbus Day che celebra l'italianità in America, puntare sulla cultura è cruciale. Soprattutto nel 2013, anno della cultura italiana negli USA. E allora non può che essere appropriata l'iniziativa con cui Eataly, lunedì 14 ottobre, ha deciso di celebrare questa ricorrenza. Cultural Tables è il nome scelto per una serata a base di buon cibo, buon vino, buona musica e buona letteratura. Una cena al cento per cento made in Italy che inaugura una nuova tradizione che lo store-ristorante newyorchese, diventato negli anni una sorta di ambasciata del buon vivere italiano, si propone di ripetere ogni anno.
Se il buon cibo è certamente uno dei migliori biglietti da visita per il nostro paese, Italia non vuol dire solo mangiare bene. Noi italiani siamo bravi anche a produrre cibo per la mente. E il connubio tra enogastronomia, libri e musica è una formula che soddisfa ogni palato.
Lunedì da Eataly c'erano tanti ospiti d'eccezione, da Jovanotti a Isabella Rossellini, da Pappi Corsicato a Enrico Brigano, da Giovanni Rana al console generale Natalia Quintavalle. Ma i protagonisti indiscussi sono stati lo scrittore Alessandro Baricco e il musicista Renzo Arbore, oltre che il patron di Eataly, Oscar Farinetti che, nel raccontare come è nata l'idea dei Cultural Tables ha spiegato: “Diversi mesi fa mi è capitato di fare una chiacchierata con Alessandro Baricco che mi diceva che i libri dei grandi autori italiani non si vendono quasi per niente all'estero. Una settimana dopo ho incontrato Renzo Arbore a Roma, dopo aver ascoltato due grandi pezzi italiani cantati e suonati da lui. E con Renzo abbiamo fatto lo stesso discorso che avevamo fatto con Alessandro, ma riguardo alla musica e ai musicisti italiani. E così ho deciso che dovevamo organizzare questa serata, per migliorare l'immagine e l'apprezzamento dell'Italia nel mondo. E iniziamo proprio con Renzo Arbore e Alessandro Baricco, due grandi della cultura italiana”.
La serata, ospitata nelle sale della Birreria di Eataly, è stata una vera celebrazione dell'Italia, in ogni dettaglio. Dalla scelta di pietanze delle cucina nostrana tradizionale reinterpretate con un tocco di creativa modernità dallo chef Mario Batali, al filmato dedicato alla carriera della grande Mina (prodotto da Massimo Pani, produttore nonché figlio della cantante) e al video I wanna be American che ripercorre le avventure artistiche di Renzo Arbore in giro per il mondo, in duetto con alcuni dei più grandi nomi della musica mondiale.

Alessandro Baricco in conversazione con Antonio Monda
Tra un antipasto di affettati misti e una portata di cannelloni ricotta e verdure, sul palco vari momenti di intrattenimento e cultura. La letteratura e una riflessione sulla modernità sono state al centro del dibattito-intervista condotto da Antonio Monda con Alessandro Baricco che ha parlato del suo libro I Barbari (The Barbarians nell'edizione in lingua inglese di recente pubblicata da Rizzoli USA). Un saggio sul cambiamento culturale in cui l'autore si interroga sulle trasformazioni che la civiltà contemporanea sta attraversando e arriva a risposte mai scontate: “Ho scritto questo libro – ha detto Baricco – perché nel 2006 mi sono rotto il ginocchio e durante i mesi in cui ero costretto a casa a fare fisioterapia ho pensato molto. In quel periodo ero circondato da persone che si lamentavano, praticamente di tutto: il calcio non è più bello come prima, non si fa più il vino come lo si facevano una volta, la letteratura (me compreso) fa schifo, i giovani non leggono più, non c'è più il piacere per le cose belle, non c'è più cultura. E queste lamentele venivano da quella che dovrebbe essere l'intellighenzia e che scriveva manifesti su questa presunta invasione che staremmo subendo”. Il saggio di Baricco affronta la modernità senza retorica, guardando al cambiamento come a un'inevitabile fase di transizione che l'umanità ciclicamente si trova ad attraversare e che ciclicamente trova i suoi oppositori, pronti a scendere in campo contro la corruzione dello status quo.
Dopo un brasato con polenta e funghi (accompagnato da Barolo Borgogna che – ha spiegato dal palco Paolo Verri, direttore di Matera 2019, Capitale Europea della Cultura – è lo stesso vino con cui i reali italiani festeggiarono l'unità d'Italia nel 1861) e un babà a conclusione del banchetto, è salito sul palco Renzo Arbore, introdotto da Jovanotti che ha raccontato come la sua passione per la trasmissione televisiva Quelli della Notte riuscì a salvare il suo esame di maturità. Arbore ha cantato alcuni classici della canzone italiana e ha divertito il pubblico con racconti e aneddoti.

Jovanotti e Oscar Farinetti
L'evento, organizzato in collaborazione con la RAI e l'Italian Cultural Institue di New York, non voleva essere l'ennesima celebrazione della nostra cultura, ma piuttosto un modo per dare una concreta spinta alla diffusione del prodotto Italia. Alla serata sono infatti stati invitati tanti giornalisti americani cui Oscar Farinetti ha chiesto di parlare di Baricco, di Arbore e di tutto ciò che la cultura Italiana è in grado di sfornare.
“Gli italiani nel mondo rappresentano lo 0,83 per cento della popolazione. Un numero molto piccolo a pensarci – ha commentato Farinetti a La VOCE – ma le persone che rapppresentano quel numero si uniscono a tante altre che, pur non essendo italiane, vogliono mangiare e vestirsi italiano, vogliono arredare la casa con mobili italiani o vogliono una macchina italiana. L'Italia ha tantissimo da vendere e la cultura, i libri, le opere d'arte, la musica possono essere tra questi prodotti. Ma in questi settori c'è tanto bisogno di promozione”. E allora ben venga se il cibo, che ormai ha una consolidata reputazione a livello mondiale, può fare da apripista, da veicolo per far conoscere al mondo altre eccellenze italiane: “Il cibo è il prodotto primordiale, è il prodotto più importante per l'umanità – ha proseguito Oscar Farinetti – È l'unico prodotto che mettiamo dentro di noi. E poi è ciò che ci permette di riprodurci, oltre, ovviamente, al sesso che però è un atto privato, a differenza del cibo che può esse un atto collettivo e sociale. Ma il genio di chi ci ha creato ha fatto di entrambi questi atti fonte di grande piacere”. E se è non made in Italy, che piacere è?