La base stasera è vestita a festa, non appare più quel luogo un po’ grigio e anonimo che ci siamo abituati a vedere, ovunque bandierine a stelle e strisce, girandole e gonfiabili colorati per i più piccini. L’inconfondibile odore di carne alla brace che si disperde nell’aria indica che la direzione è quella giusta. C’è ancora spazio nell’area dedicata alla sfilata, dove bambini scatenati si rincorrono fra le auto tirate a lucido, che stasera per l’occasione, si esibiranno in un maestoso motor show.
Alcune file si stanno già formando davanti agli immensi barbecue, su cui troneggiano gli immancabili hamburger e i famigerati hot dog. Il sole non si è ancora spento e la brezza marina gioca con i capelli arruffandoli, mentre alcuni ragazzi si improvvisano camerieri servendo ai tavoli. Alcuni rimangono invece seduti in silenzio, con lo sguardo rivolto al cielo, seguendo i molti aerei che solcano una delle rotte del vicino aeroporto di Pisa.
In questo giorno speciale ci si sente vicini agli altri, ogni barriera linguistica e culturale scompare azzerando ogni differenza, resta una forte condivisione di valori, nonostante la leggerezza del contesto e i fiumi di birra e sciroppo d’acero che scorrono veloci. La festa non è troppo affollata, molti dei militari con le loro famiglie ci spiegano, hanno preferito utilizzare i quattro giorni di licenza a disposizione per andarsene, dopo due anni di interruzione hanno ripreso a viaggiare.
Intanto la serata prende forma, fra musica rap e balli improvvisati. Ma è all’imbrunire che si accende realmente, quando sulla marina non troppo distante da qui verranno date fuoco alle polveri, per l’immancabile spettacolo pirotecnico, ormai perpetuato dal 1777, quando a Philadelphia fu segnato il primo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, con uno show all’Indipendence Hall.
L’attesa è febbrile, c’è voglia di festeggiare, di ritornare tutti a divertirsi, alla spensieratezza, prendendo alla lettera le parole che John Adams (fra i cinque membri incaricati di stilare la dichiarazione di Indipendenza) scrisse alla moglie “Il giorno sarà celebrato dalle generazioni successive come il grande anniversario, che dovrebbe essere con giochi, sport, pistole, campane, falò e fuochi d’artificio, da una parte all’altra del continente”. In questo quattro luglio made in Italy a parte le campane e le pistole, che, fortunatamente non sono spuntate, non è mancato proprio niente e tutti noi invitati ci siamo sentiti un po’ più americani.
L’Indipendenza nella storia
Si narra che il 4 luglio 1776, fu il giorno in cui gli americani si affrancarono dal dominio degli inglesi, che erano rimasti nel continente dal XVI secolo, conquistando così l’autonomia. Prima della dichiarazione di Indipendenza, l’America faceva parte del Regno di Gran Bretagna.
Fra il 1607 e il 1732 i coloni inglesi stabiliti nel nord America fondarono 13 colonie. Ciascuna colonia doveva pagare le tasse alla Gran Bretagna, pur senza rappresentanti in Parlamento. Iniziarono quindi a montare le proteste, che sfociarono nel 1775 in una vera e propria guerra contro i dominatori. Non ritenendolo sufficiente fu deciso di procedere verso una propria indipendenza.
La carta redatta da un comitato, capitanato da Thomas Jefferson, rappresentò un importante messaggio di autonomia e di salvaguardia dei diritti umani, sancendo che ogni persona è creata allo stesso modo e ha diritti che includono la vita, la libertà e la ricerca della felicità.