Mi piacciono le sfide e raccontare a fumetti la vita di una grande donna del mondo cattolico come Armida Barelli è stata una gran bella sfida, frutto del lavoro di una squadra che ci ha creduto.
Ne è nato questo libro, una graphic novel, inaspettata e raffinata, pubblicata dalla Franco Cosimo Panini grazie al contributo dell’Istituto Toniolo. Verrà diffusa tra gli studenti dell’Università Cattolica, affinché possano conoscere meglio chi è quell’unica donna sepolta con gli altri fondatori, nella cripta accanto all’ingresso dell’ateneo, che celebra quest’anno i suoi primi cento anni. Una mostra la ricorderà il 22 ottobre nell’atrio davanti all’aula Pio XI.

Non è stato facile trovare l’immagine giusta per condensare quel misto di austerità e forte passione che hanno caratterizzato la vita di Armida Barelli, i suoi straordinari incontri con i protagonisti del cattolicesimo italiano come padre Agostino Gemelli, Giuseppe Toniolo, due Papi Benedetto XV e Pio XI. Era un club di sognatori che voleva formare una classe dirigente cattolica e c’è riuscito grazie anche a quel primo milione di lire recuperato proprio da Armida.
Il libro è un modo per rendere omaggio a una vera guerriera della fede, che sarà dichiarata beata nella primavera del prossimo anno, ancora poco conosciuta al grande pubblico. Nata a cavallo tra due secoli, 1800 e 1900, in una famiglia borghese milanese e laica, Armida frequenta le migliori scuole in Svizzera e scopre lentamente la sua passione religiosa decidendo di seguire la sua vocazione e mettersi al servizio degli altri. La sua famiglia fa di tutto per farle cambiare idea, ma ne esce sconfitta.

Armida seguirà il suo sogno che la porterà a dare vita a istituzioni che esistono ancora oggi e sono punti di riferimento per il paese, dall’Università Cattolica al Policlinico Gemelli, ai Collegi per le studentesse fuori sede, alla Gioventù Femminile alle Missionarie della Regalità tuttora presenti in Cina. Armida vive in anni di grandi trasformazioni segnati da due guerre, con le donne che avevano ben poche possibilità di realizzarsi al di fuori della famiglia. Un destino segnato di figlie, mogli e madri le più fortunate, impiegate nei lavori più umili le altre.
Armida riesce nell’impresa incredibile di far uscire da casa un milione di ragazze coinvolgendole nella Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica di cui è fondatrice. Si muove con la dinamicità di una vera manager, sempre con i valori della fede a guidarla, mostra doti di leadership inaspettata e contribuisce, senza saperlo, all’emancipazione delle giovani cattoliche che iniziano a viaggiare in giro per l’Italia per partecipare a incontri spirituali e pellegrinaggi. Una vera rivoluzione per quegli anni d’inizio secolo. Armida Barelli è una donna che vale la pena di scoprire.
Nel suo modo di agire si intravedono tratti di grande modernità, da inquadrare nel contesto storico nel quale ha vissuto. Probabilmente oggi se potessi dialogare con lei avremmo molto da discutere, perché non condividerei alcune sue battaglie, ma io vivo nel 2021. Per chi frequenta la Cattolica a Milano e per gli stessi milanesi, è l’occasione per portarle un fiore e dirle Grazie!