Trovo Melania Trump una donna scicchissima. Esteticamente, intendo. Ma non so se sia naturalmente elegante o se il merito vada solo allo stilista che la veste e al suo fisico slanciato. Nel senso che non so come si porga agli altri, come stia a tavola. Insomma non so se abbia davvero classe, se sappia comportarsi in ogni situazione, adattandosi a qualsiasi interlocutore. Perché non la conosco di persona. Ho ammirato i suoi vestiti e il suo portamento, ma se sia una donna intelligente non ne ho idea. Empatica no di certo. Inoltre una che sposa Trump e ha lo stomaco di sopportare le sue volgarità caratteriali e le sue oscenità ideologiche, oltre il suo aspetto da tamarro, deve essere molto determinata. Deve aver patito tanto la miseria nel suo paese, la Slovenia, che è uscito dal comunismo meno di trent’anni fa. Il proverbio dice: la necessità aguzza l’ingegno. Non posso dire che abbia un proprio pensiero perché il suo primo discorso da first lady nel 2016 lo copiò da quello pronunciato da Michelle Obama nel 2008. Certo glielo avranno scritto, ma questo non la giustifica.
Melania è stata un manichino elegante che accompagnava Trump, rendendolo ancora più ridicolo con la sua zazzera gialla cotonata e le sue sgargianti cravatte dal grosso nodo anni ’60. Non è riuscita nemmeno a costruirgli un look più chic. Dev’esser dura vivere con uno come Donald che sprizza un tale livore dallo sguardo che appunto si è tradotto in una folle istigazione a delinquere. Ha dimostrato di essere incapace di accettare la sconfitta: è un uomo gonfiato, perché è rimasto un bambino viziato e ottuso.
Ho pensato che Melania sia stata pagata e minacciata dal marito per rimanere al suo fianco. Infatti nell’ultimo discorso trapela il suo disaccordo sul comportamento ignobile di Trump. “Scegliete sempre l’amore anziché l’odio” ha detto accomiatandosi e “la violenza non è mai una risposta, non sarà mai giustificata”. Non sarà facile continuare a stargli accanto anche se la ricoprirà ancora di abiti di Ralph Lauren e di borse di Hermes. Ma vestiti e borse non sono digeribili alla lunga, soprattutto se non puoi più sfoggiarli come first lady, ma solo come la ex first lady del peggior presidente che abbia avuto l’America.
C’è da dire che Melania ha avuto l’occasione della sua vita, altrimenti ora, a cinquant’anni, sarebbe una ex modella come tante. Quando l’ha conosciuto, deve aver fatto due conti e la convenienza è emersa evidente. Ovviamente era una donna priva di dignità, che ha usato il suo aspetto per sistemarsi e per godere di quello che aveva sempre desiderato. E sebbene abbia considerato se stessa un oggetto, non ha annoverato un uomo tra gli oggetti da desiderare, reputandolo semmai uno strumento per ottenerli. Nonostante la sua postura altera e il suo sguardo duro, è una sottomessa, una poverina; spero più menefreghista che terrorizzata del marito, benché talvolta mi sia sembrato di cogliere dello spavento nei suoi occhi. La sua sopportazione è stata comunque ammirevole e le va riconosciuto che ha saputo stare al suo posto. Con una bella faccia di bronzo, da finta dea.
Il giornalista americano Alan Friedman, che fa l’opinionista in Italia, su Rai 1 l’ha definita “una escort” ed è stato tacciato da sessista. Friedman poi si è scusato: “Ho fatto una battuta infelice”. Del resto ci sono molte donne che hanno fatto e fanno la professione più vecchia del mondo sia come mogli che come lavoratrici, perché il potere è sempre stato in mano agli uomini.

Ora qualcosa è davvero cambiato: il mondo l’ha visto con l’elezione di Joe Biden. Il suo merito è stato accendere i riflettori su donne autentiche ed empatiche: da Jill Biden e Kamala Harris alle diverse ministre e collaboratrici che ha scelto. Jill e Kamala hanno subito dimostrato che avevano qualcosa da dire, che avevano dei programmi di lavoro e che non lavoravano a fianco ma insieme a Biden, che non erano delle accompagnatrici ma delle condottiere.

Meno eleganti, belle, giovani di Melania, certo; segnate nel viso e nel corpo perché hanno sofferto e combattuto per arrivare dove sono arrivate. Come Lady Gaga, Jennifer Lopez, Katy Perry che con la loro presenza regale e la loro voce divina hanno ricordato la storia, trasmesso il sentimento e riaffermato la speranza nel futuro dell’America. Delle vere dee.