A fine anno si fanno i bilanci. Si tirano le somme e in quest’anno di emergenza pandemica la classifica sugli influencer capaci di catturare follower, “di persona personalmente” come direbbe il mitico Catarella del Commissario Montalbano, sono proprio loro, i più amati dagli adolescenti e non solo.
Su Primaonline.it la classifica degli Influencer piazza sul podio (senza soprese) Chiara Ferragni, gli Autogol e Fedez. Al dodicesimo posto Gianluigi Buffon e al quattordicesimo posto troviamo Luciana Littizzetto. La Top 15 degli Influencer di novembre è stata stilata da Sensemakers per Primaonline sulla base dei dati di Shareablee.
Immancabile la Ferragni, ormai irraggiungibile, con 55,5 milioni di interazioni, cioè like, commenti e condivisioni su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Ma è sbarcata anche su Tik Tok da tempo.
Non stupisce perché Chiara Ferragni e il marito Fedez (terzo con 11,1 milioni di interazioni, ma gode anche dell’effetto trascinamento della moglie), sono presenti sia sui social ma anche sui media. Basti pensare che a novembre Vanity Fair ha deciso di dedicare loro la copertina, eleggendoli personaggi dell’anno “L’abbiamo fatto per tanti motivi: l’influenza che esercitano, l’impegno che hanno dimostrato, la capacità di utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione, la coscienza civile e politica che stanno sviluppando“, ha scritto nel suo editoriale il direttore della rivista, Simone Marchetti.

Mi sono molto interessato, in questi ultimi anni, al mondo degli Influencer al punto tale da voler dedicare loro uno spazio all’interno del mio nuovo libro “Figli delle App” che uscirà a gennaio, nella collana di sociologia, e sarà edito da Franco Angeli.
I miei studi si sono basati sull’analisi della comunicazione degli Influencer e soprattutto sul loro grande successo. Direi che questa nuova figura professionale rientra proprio nell’ambito della sociologia della comunicazione e rappresenta lo spaccato di nuove realtà, prima sconosciute. Due anni fa si gridò allo scandalo perché un’università spagnola aveva creato il primo corso di laurea per diventare Influencer, seguita lo scorso anno accademico da un’università italiana. Ma è innegabile che ormai è una professione del presente e del futuro e che quindi può essere studiata anche in corso universitario.
Durante diverse lezioni, seminari e webinar, ho illustrato ai miei studenti le diverse fasi che hanno condotto la Ferragni al successo assoluto.

Innegabile l’impatto comunicativo della Ferragni la quale dal 2009 ad oggi, con il blog The blond salad e con un marchio quotato 32,6 mln, ha scalato il successo giorno dopo giorno. Ormai, è un’imprenditrice di successo e la sua grande capacità comunicativa le ha permesso di diventare un modello per tanti teenagers.
Investimento iniziale: 510 dollari, 10 per il dominio, il resto per la macchina fotografica. Così è nato The Blonde Salad, il blog che ha lanciato Chiara Ferragni, fondato con lei dal suo ex fidanzato Riccardo Pozzoli. La case history è stata studiata anche da Harvard e Forbes ha incoronato la Ferragni come prima fashion influencer del mondo.
Che ci piaccia o no Fedez, Ferragni e il loro bimbo Leone sono seguitissimi dai propri followers perché gli utenti tendono a promuovere i racconti che sono in linea con il proprio punto di vista. Come spiega il professor Guido Gili, sociologo, il web ci consente di vivere immersi “in una struttura relazionale di consenso che agisce come sistema di specchi che riflette sempre e in ogni modo la stessa immagine, diventa possibile credere anche a ciò che al di fuori apparirebbe del tutto in-credibile” . Tra qualche mese nascerà la bambina di Chiara Ferragni ed è già, attraverso le fotografie dell’ecografia della pancia della mamma, famosissima su Instagram e in molti pensano di conoscerla.
I social, come ci ha sostenuto Manuel Castells sono il luogo della democratizzazione del privato, dell’autorappresentazione, dell’autonarrazione, dell’autocomunicazione di massa, dove si realizza la proiezione che ciascuno vuole dare di sè stesso agli altri ed anche il luogo per eccellenza dove gli altri attraverso il loro gradimento ci ridefiniscono.
Un’identità iperfluida, in continuo divenire che si plasma per ottenere il miglior gradimento all’interno delle reti social.
La connessione ci consente di relazionarci con più pubblici contemporaneamente attribuendo nuovo significato allo spazio e al tempo, dove prevale il tutto e ora, il presente che annulla passato e futuro.
L’Italia, in questi ultimi mesi, sta attraversando un terribile momento dovuto alla diffusione del virus Sars-Cov-2 e il Premier Conte, nel mese di ottobre, ha deciso di contattare la Ferragni e Fedez per sensibilizzare le nuove generazioni ad indossare le mascherine. Tantissime le critiche per la scelta del Premier, ma secondo me ha sbagliato chi si è scandalizzato. La coppia ha milioni di followers, sulla lotta al Covid ha raccolto 4 milioni di euro per le terapie intensive e quest’estate ha lanciato l’invito a visitare i musei prima di andare al mare.
Gli influencer si chiamano così perché attraverso i loro messaggi su Instangram riescono a convincere con le loro parole, e con una potente capacità comunicativa, tutte le persone che li seguono. Attraverso stories, post e foto, spingono la gente ad assumere determinati comportamenti. In questo momento, in cui il numero dei contagi è aumentato in maniera esponenziale, dar vita ad una campagna sociale, come quella di far indossare a tutti le mascherine, è davvero importantissimo. Non trovo adeguate le polemiche sui Ferragnez, perché i loro annunci riescono ad essere sempre forti, diretti e convincenti. Ha fatto bene il Presidente del Consiglio a contattarli, poiché la sua scelta ha permesso ai giovani con i loro codici comunicativi, con il loro linguaggio e il loro slang, di comprendere un messaggio importantissimo, legato alla prevenzione e alla salvaguardia della propria e dell’altrui salute.
Le ultime polemiche le abbiamo lette nei giorni scorsi, poiché la Ferragni e Fedez sono stati premiati a Milano, ricevendo l’Ambrogino d’Oro. Un premio che rappresenta la massima onorificenza concessa dal Comune a chi ha dato onore alla città, per il loro impegno di raccolta fondi durante l’emergenza Covid. A mio avviso il premio lo hanno meritato, poiché il loro potere comunicativo è servito a dare un importante aiuto in una situazione difficilissima.
Secondo me bisognerebbe imparare a lamentarsi di meno e fare di più. La società è in continua evoluzione e dobbiamo comprendere che le nuove tecnologie, i nuovi processi comunicativi in atto, sono parte della costruzione sociale e identitaria. Tutto è cambiato comprese le prospettive che riguardano la realizzazione personale, nuovi traguardi e nuovi obiettivi ci aspettano ed è solo l’inizio.