Quest’anno la marcia del Pride a NYC, come in tante altre città nel mondo, non ci sarà. Il motivo lo conosciamo tutti, ma in una città come New York, dove il Pride è nato nel 1969, fa un certo effetto sapere che per la prima volta non vedremo quel fiume di umanità che declama, canta, sventola il proprio orgoglio sulla Fifth Avenue durante un probabilmente afoso giorno di fine giugno. Ma come si dice: di necessità virtù, così ho pensato di riempire il silenzio di questo Pride invisibile con un personale ricordo degli ultimi 3 Pride ai quali ho partecipato. Un gioco di specchi dove prende forma una marcia ideale, ma al tempo stesso palpitante e attuale, anche se non datata 2020.
Da quando vivo a New York, il Pride mi è sempre apparso come una festa di tutta la city, che avvolge l’onda felice della marcia, e si estende ben oltre le giuste rivendicazioni della comunità LGBTQ+, diventando una festa che coinvolge persone di tutte le età e famiglie intere, e ci libera un po‘ tutti dai pregiudizi, almeno per 1 giorno, in nome della bellezza e della libertà di essere se stessi.