Piccoli imprenditori crescono e da e-book si aprono al cartaceo. Annalisa Panesi è una editrice ligure. Dopo il liceo, si iscrive al Dams di Bologna, ma una laurea non le è bastata. Così, grazie ad un master in editoria cartacea e multimediale realizza il sogno di mettersi in proprio: una casa editrice indipendente con meno di 10 collaboratori per dare voce ai sogni di tanti autori in cerca di un editore.
Oggi, dopo 5 anni, questo sogno è cresciuto e la casa editrice va ad ingrandendosi oltreoceano: dagli esordi letterari in formato e-book e cartaceo fino alla creazione ed ideazione di “Libri in Baia”, rassegna dell’editoria del Levante.
Quando nasce la tua creatura?
“Panesi Edizioni ha visto la luce quasi 5 anni fa. Avevo lasciato un lavoro in libreria ed avvertivo l’esigenza di creare qualcosa di tutto mio. Così mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato ad approfondire le mie conoscenze del campo editoriale e ad acquisire nuove competenze”.
La tua formazione.
“Dopo essermi diplomata al Liceo Scientifico, mi sono laureata al Dams (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), per poi specializzarmi con diversi corsi in Editoria.
Una casa editrice, la tua, che può vantare un nutrito ed interessante catalogo di Collane diverse.
“Le nostre Collane spaziano dal giallo/thriller al romance, dalla tradizione ligure alla narrativa contemporanea”.
Quali sono stati i libri più richiesti di questo ultimo anno?
“Da un paio di anni sicuramente i thriller piacciono, seguono i romanzi d’amore . Vorrei citare tra i più gettonati del 2018 Per mia figlia di Luca Bortone, con un thriller, oppure quello ambientato negli States tra Philadelphia e San Diego Finalmente arrivi tu di Mariavittoria Isaja o quello della blogger Francesco Lizzio catanese di Fiore di Cactus oltre agli intramontabili classici della letteratura di cui possiamo vantare traduzioni inedite: Louisa May Alcott, Francis Hodgson Burnett, Luis Coloma Roldan”.
Come riconosci che un libro possa funzionare e da manoscritto gli dai vita cartacea o digitale?
“Mi fido del mio fiuto di lettrice onnivora. Sebbene giovane del mestiere, lavorare ogni giorno sui testi sviluppa ed affina la capacità di capire cosa e dove migliorare una storia con pazienza e tanta tenacia”.
A questo proposito chi collabora con te parla in termini entusiastici del tuo carattere tenace, fiero ed infaticabile. Ma siete tutti così, voi genovesi?
“Non amiamo commiserarci e stare con le mani in mano, questo no. Io personalmente sono piuttosto testarda e se ho in mente un progetto e credo che possa funzionare (nella vita come nel lavoro), allora lo porto fino in fondo”.
Con quanti autori in cerca di un editore stai lavorando?
“Sono ben 50 al momento, se ne aggiungeranno una decina in questo anno, tutte opere prime interessantissime ed ugualmente valide, ricche di spunti e trame non banali! Tutte opere in cerca di un editore”.
Come nasce l’idea della Rassegna che hai creato?
“Libri in Baia è nata dalla necessità di portare nel Tigullio un festival letterario dedicato sì alle case editrici, ma soprattutto agli scrittori, dando loro l’opportunità di mettersi in mostra e di farsi conoscere, e ai lettori, sempre in cerca di nuove emozioni letterarie”.
Fai uno dei mestieri più invidiati al mondo, ne sei consapevole?
“Me lo dicono spesso. Sono fortunata a fare uno dei lavori più belli del mondo: dare vita ai sogni di molti autori”.
Ti chiedo un inevitabile bilancio del 2018. Che cosa ti aspetti da questo 2019?
“Un anno straordinario faticosamente orgogliosa ricco di collaborazioni ed incontri che si sono rivelati utili per gettare le fondamenta per il futuro della casa editrice. Infatti da marzo in poi partiranno iniziative, rassegne e nuove collaborazioni. L’anno sarà dedicato a raccogliere i frutti di questi primi 5 anni di duro lavoro 5 anni di attività. Tra i progetti in vista qualcuno già avviato, qualcuno in fase di esplorazione e ricognizione. Come la proposta di una nota casa editrice newyorkese, sulla quale non posso svelare troppo! Che sia l’occasione giusta per portare me ed i miei autori nella Grande Mela?”.