“Il male esiste si riproduce in tutte le forme di governo. C'era un fascino perverso nel sistema totalitario comunista, che offriva in cambio della libertà una tranquillità nel pubblico e nel privato. Oggi in Polonia migliaia di persone sono schiave del sistema capitalistico che condiziona non solo il lavoro, ma anche molti aspetti della vita sociale”.
Con queste parole il regista polacco settantaseienne, Krzysztof Zanussi, autore di opere come II potere del male, Persona non grata, Illuminazione e del film biografico su Papa Wojtyla, Da un Paese lontano, ci introduce al suo ultimo film Corpo estraneo, presentato all'Ortigia Festival 2015, la kermesse cinematografica di scena nel scuore di Siracusa fino al prossimo 16 Luglio.
Nato nel 1939 a Varsavia, un anno prima dell’ingresso della Polonia nel secondo conflitto mondiale, Zanussi diventa, fin dall’esordio nel 1969, con La spirale, uno dei maggiori esponenti della “terza generazione” del cinema polacco. Di quel gruppo di giovani artisti che dovevano confrontarsi con il peso del passato, ma soprattutto con l’incertezza di un futuro tutto da costruire, nel raccontare la loro Polonia.
“ll mio trisnonno italiano – dice a lavocedinewyork.com -venne, durante l’impero asburgico, in Polonia per costruire ferrovie e per questo sono rimasto sempre molto legato all’Italia”. E’ infatti un attore italiano Riccardo Leonelli, il protagonista del film nel ruolo di Angelo, un giovane manager italiano molto cattolico, che si reca in Polonia per seguire Kasia, la donna di cui è innamorato, ma che ha inspiegabilmente ha deciso di prendere i voti. Non volendo rinunciare a un futuro insieme, Angelo trova lavoro in un’importante azienda multinazionale di energia, guidata da Kristina, Agnieszka Grochowska, una bella donna senza scrupoli che tra frustini e ricatti morali cerca di manipolare tutti coloro che le sono attorno, per ottenere ciò che vuole.

Krzysztof Zanussi
Mentre le vicende che coinvolgono Kasia ed Angelo riflettono il complesso rapporto tra fede e dubbi, un tema tanto caro al regista, Kristina incarna il degrado morale della società post moderna. “Questa volta ho scelto di affidare al personaggio femminile il peso di interpretare la corruzione del male e del potere, per denunciare un certo modello femminile che ha ereditato i peggiori vizi maschili. Mi hanno accusato di misoginia. Ma non sono contro l’emancipazione femminile ma penso che ci sia un femminismo buono che si batte per i diritti civili, ed uno negativo che vorrebbe rendere uguali gli uomini e le donne”.
E così Zanussi si conferma ancora un regista molto contestato, soprattutto in patria dove il film ha suscitato grandi polemiche. Nel film i peccati del passato comunista vengono infatti riproposti attraverso un’indagine giornalistica che coinvolge ma madre adottiva di Krystina, giudice del regime e responsabile della costruzione artefatta di prove contro i nemici del sistema.
“Perché – dichiara il regista – mentre il nazismo ha perso la guerra ed è stato processato a Norimberga, nella Polonia di oggi, dopo il crollo del socialismo, il consumismo moderno e il benessere hanno spazzato via ogni volontà di rimediare in qualche modo sul piano morale”.
Seppure Corpo estraneo ha un estetica visiva poco attraente, è un film capace di toccare una legione di argomenti diversi e potenzialmente rivelatrici. Come l’eterno confronto tra bene e il male.
“Nella società capitalistica, la vera questione culturale è quella del relativismo morale – ci dice ancora Zanussi – che presuppone che il bene e il male non esistano in se, e quindi nessuno è condannato per le sue azioni. Siamo, certo, in una condizione di maggiore libertà, ma in una logica di capitalismo selvaggio non sappiamo palesemente che farcene”.