Le bugie con le gambe lunghe è una commedia in tre atti del 1947, scritta da Eduardo De Filippo, che tratta con arguzia e umorismo una serie di menzogne e ipocrisie nelle quali si trova avviluppato l'integerrimo e candido filatelico, Libero Incoronato.
Questo testo, tra i più significativi del grande autore-attore-regista partenopeo, è diventato materiale di studio al City College di New York. Un gruppo di studenti non italiani, alunni del corso tenuto da Vittorio Capotorto, ha calcato le scene per rappresentare la pièce napoletana, come coronamento dei loro studi della lingua del Bel paese. Nel ruolo di protagonista e di mentore degli apprendisti commedianti c'è Jacopo Rampini, che ci ha raccontato in esclusiva i retroscena della mise en scène.

La locandina originale dello spettacolo di De Filippo
Come è è nato questo progetto?
La compagnia teatrale Italy Theater e Teatro Mania, creata e diretta da Vittorio Capotorto, docente al City College di New York, ha l’intento di utilizzare il teatro come strumento per insegnare e far apprezzare la lingua italiana ai suoi alunni. Vittorio da giovane ha lavorato con Eduardo De Filippo e quindi ha voluto avvicinare i suoi studenti alla commedia Le bugie con le gambe lunghe.
Nella tua esperienza di attore italiano a New York, che riscontro hai avuto sulla conoscenza del teatro italiano in America?
Eduardo purtroppo è conosciuto pochissimo. Gli americani del teatro italiano conoscono molto la Commedia dell’Arte. Alla Juilliard e all’NYU viene molto approfondito, è un teatro molto fisico che viene utilizzato come un esercizio di fisicità per uscire dal proprio corpo e testare personaggi estremi, caricaturali. Talvolta gli statunitensi conoscono anche le opere di Pirandello e Goldoni, ma quelli più recenti come De Filippo poco.
Era la prima volta che ti cimentavi con il grande Eduardo?
Era la prima volta che recitavo un testo di Eduardo e per la prima volta recitavo in italiano, dal momento che ho cominciato a fare l’attore in America e prima d’ora non avevo mai interpretato uno spettacolo in italiano. Quindi è stato molto difficile studiare la parte, ma il testo era talmente meraviglioso che indubbiamente mi mancherà.
I tuoi studi ti hanno aiutato ad interpretare Libero Incoronato?
Ho studiato filosofia e letteratura alla Sorbonne e penso che questi studi aiutino con la vita in generale, come dice il mio personaggio “Bisogna essere filosofi per superare i momenti difficili della vita”. Aiuta sempre prendere un po’ di "recul" per vedere le cose in prospettiva e guardarle a distanza con più saggezza. Indubbiamente questo è stato uno spunto utile, dal momento che Libero è molto saggio, nonostante le persone che lo circondano mettano a dura prova la sua pazienza.

Un momento dello spettacolo messo in scena dagli studenti del City College
Le tematiche sono molto attuali…
Certamente, le difficoltà economiche, le bugie… il fatto che chi è ignaro delle menzogne finisce per scambiarle per la verità. È così che alle bugie le gambe diventano lunghe, perché iniziano a camminare e farsi strada nell’immaginario delle persone. Nella nostra società le bugie vengono dalla politica, quanto dalle persone comuni. Come nel caso degli amici o familiari che si mentono tra di loro e tutti sono a conoscenza della menzogna, ma sono tacitamente d’accordo nell’accettare questa dinamica; e nel momento in cui qualcuno cerca la verità viene castigato.
Le tue bugie hanno le gambe lunghe?
Da bambino mentivo molto. Le menzogne d’infanzia credo di averle vinte facendo l’attore, per me è molto esemplificativa l’espressione di Oscar Wilde secondo la quale “L’uomo mente sempre, ma dategli una maschera è dirà la verità”.
Dopo Libero Incoronato in che vesti ti rivedremo?
Ho appena girato una serie TV per il canale History Channel, ambientata nella prima e seconda guerra mondiale, dove ho interpretato Stalin da giovane, andrà in onda a maggio.