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October 13, 2013
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Ad Oxford, dove ancora l’Italia si studia con passione

Maria Teresa AntoniozzibyMaria Teresa Antoniozzi
Time: 5 mins read

Presso l’Università di Oxford,  all’interno del Seicentesco Pembroke College, siamo andati ad intervistare  il Prof. Guido Bonsaver,  titolare della cattedra di Storia della Cultura Italiana della facoltà di Lingue Medievale e Moderne. Il Prof.  Bonsàver é inoltre fondatore e coordinatore dell’ISO ( Italian Study at Oxford), un network che raggruppa accademici  che si occupano della materia Italia nei suoi molteplici aspetti.

Professore Bonsaver, potrebbe illustrarci piú estesamente il significato della ISO?

Guido Bonsaver

Il Prof. Guido Bonsaver

 La “Italian Study in Oxford “  é nata nel  2007  presso  la EHRC (European Humanities Researc Centre), qui in Oxford, nella facoltà  Storia della Cultura Italiana. L’obiettivo  dell’ ISO é di incentivare dialogo e collaborazione  fra gli  accademici che, pur lavorando  in discipline diverse, hanno in comune l’interesse per il nostro paese. L’ ISO ha la funzione vitale di coordinare   progetti di ricerca interdisciplinari, di promulgare dialogo su questioni che riguardono l’italia, analizzando  l’evoluzione e la percezione  dell’immagine Italia sulla scena internazionale e studiando i fattori che hanno rilevante impatto sulle istituzioni.

Chi sono coloro che attivamente lavorano per ISO?

Presso la Oxford University  e altre Università, con cui collaboriamo, come Reading o  Exeter,  ci sono oltre 70 accademici che lavorano su tematiche inerenti l’Italia. Potrei citare il Prof. Martin McLaughlin, ordinario Letteratura  Italiana (Magdalen College, Oxford ), il Prof. Federico Varese, docente  di Criminologia, o il demografo Prof Francesco Billari, direttore della Facoltà di Sociologia. A questi va aggiunto un vasto numero di associati.

Potrebbe  descriverci i progetti della ISO?

Un progetto degno di nota  é “Destinazione Italia” che nel maggio del 2010 ha ottenuto  la sponsorizzazione  della Leverhulme Trust. “Destinazione Italia” ha lo scopo di  creare un Network Internazionale per analizzare il processo migratorio  nel nostro paese. Siamo  interessati ad esaminare come questo processo viene rappresentato attraverso i mezzi di informazione  e la narrativa  (film e letteratura ). Questo progetto ha aggregato  accademici di molte parti del mondo ; oltre ai numerosi accademici delle Università britanniche , collaborano con noi associati professori di alcune Università Italiane (Roma , Milano, Firenze ), di  New York,  dell’ Australia, dell’Egitto, di Parigi, per citarne alcune .  Inoltre, grazie al oxoniense della  John Fell Found siamo riusciti  a creare  una cospicua banca dati su film italiani che si occupano di  migrazione.

Perché questo interesse specifico sul processo migratorio?

Il nostro proposito é di  analizzare  la migrazione  in Italia e valutare quali cambiamenti abbia apportato, in quale forma la migrazione sia stata assorbita  all’interno della società e quali forme di adattamento la societa si sia dotata. Inoltre é interessante capire come, le istituzioni  e le organizzazioni italiane si siano trasformate per rispondere  alle nuove esigenze dettate dalla mobilità delle popolazioni.

Lei é, inoltre, un  esperto di cinema, in modo particolare,  di film sulla migrazione in Italia.

Il mio interesse é esplorare come il cinema italiano documenti il processo migratorio.  Potrebbe essere proficuo  dare spazio a registi immigrati per documentare, dalla loro personale prospettiva, il processo di integrazione  in Italia; il raccontare partendo dall’interno della loro realtà puó garantire una documentazione piú particolareggiata e gettare maggior luce sugli aspetti emozionali coinvolti nel processo migratorio. Purtroppo  al momento  la  realizzazione di  film o sceneggiature ad opera di registi   immigrati  é di rara produzione per la difficoltà di accesso all’interno  dell’industria cinematografica .

Quali altre attività avete promosso all’interno dell’ISO?

Abbiamo un interessante programma di seminari  tematici  presso cui invitiamo personalità di spicco del mondo politico ed intellettuale Italiano. Il Presidente Giorgio Napolitano é stato nostro ospite  quando, qui ad Oxford nel 2011, ha ricevuto la Laurea ad Honorem. Abbiamo, inoltre,  ospitato Massimo D’alema , Romano Prodi,   Beppe Grillo, il  giornalista Beppe Severgnini,  Roberto Saviano, per citarne alcuni.

Quali sono le tematiche affrontate durante i seminari?

 lo scorso anno accademico abbiamo, ad esempio, ospitato il Prof. Nando dalla Chiesa  per la presentazione del suo ultimo libro  sulla diffusione della Mafia nel Nord d’Italia. Un altro interessante seminario é stato  tenuto dal Prof.  David Ward, del Wellesley College (USA), che  ha relazionato sul rapporto tra letteratura italiana  contemporanea e la presenza dei tanti misteri politici. Inoltre il Dr.  Emanuele Ferragina, della Oxford University, ha parlato del suo libro, “Chi troppo chi niente” alla presenza di un folto pubblico di studenti universitari. Ha destato molto interesse l’articolata proposta di Ferragina  di una necessaria ridistribuzione delle risorse in Italia come una  possibile soluzione per affrontare l’attuale crisi economica.  Un altro seminario  che ha entusiasmato il pubblico é stata la discussione sullo stato di salute del giornalismo italiano. Questo incontro ha preso lo spunto dal libro  “Esercizi di Carta” scritto da  Ferdinando Giuliano in collaborazione con John Lloyds (direttore del Reuters Institute di Oxford ); entrambi giornalisti del Financial  Times.

Quale altra iniziativa é nel cantiere dell’ISO?

Un gruppo di  docent specializzati  il letteratura e storia dell’arte  rinascimentale  hanno sviluppato un particolare interesse nel rapporto tra  Bellezza e Moralità  in Italia. L’obiettivo  di questa  nuova  ricerca é di analizzare  il concetto di moralità  a partire dal Rinascimento attraverso studi paralleli della storia dell’arte, letteratura e filosofia e il confronto con altre tradizioni. Con il Prof. McLaughlin lavorano  su questo progetto  il  Dr. Nicola Gardini, docente di letteratura del Rinascimento, la Dr. Geraldine  A. Johnson  e il Dr Gervase Rosser entrambi  docenti di storia dell’arte presso l’Università di Oxford. 

Considerando  la rilevanza  del programma  della ISO ed il cospicuo numero di intelletuali di Oxford che vi partecipa, si ha la sensazione che L’Italia  desti  molto interesse sul territorio anglosassone.  Lei  come spiega  questa tendenza?  

Certamente, la  cultura italiana, il nostro paese stimolano ancora molto interesse  fra i britannici. L’italia con le sue ricchezze artistiche é molto apprezzata: l’interesse verso il Bel Paese, nato  già nel 18esimo secolo durante il  Grand Tour, sono ancora presenti e diffusi nella cultura anglosassone. I Britannici apprezzano e amano la nostra  cultura, la raffinatezza dei costumi  che l’Italia ancora rappresenta ai loro occhi. In sintesi, io ho la sensazione che i britannici  guardino l’Italia  come un paese dove l’edonismo é temperato da una sana gioia di vivere. Che poi questi cliché corrispondano alla realtà é  un’altra cosa.

Questo “amore per l’Italia” si riflette  sul numero degli studenti presso la facoltà di Italianistica?  

Interessante é il fatto  che presso  la nostra Universtà, a Oxford, le iscrizioni ai corsi di italiano sono stabili, a differenza di altre llingue europee come Francese e  Tedesco. Questo aspetto  dovrebbe indurci a riflettere, soprattutto in questo periodo di crisi per l’italia,  e  incoraggiarci  alla difesa e alla promozione della cultura italiana . In fondo é proprio questo che con ISO cerchiamo di fare : fornire un luogo dove poter discutere dell’Italia  con gli specialisti che in ogi campo possono dare contributo allo studio così come allo sviluppo del nostro paese.

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Maria Teresa Antoniozzi

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