Presso l’Università di Oxford, all’interno del Seicentesco Pembroke College, siamo andati ad intervistare il Prof. Guido Bonsaver, titolare della cattedra di Storia della Cultura Italiana della facoltà di Lingue Medievale e Moderne. Il Prof. Bonsàver é inoltre fondatore e coordinatore dell’ISO ( Italian Study at Oxford), un network che raggruppa accademici che si occupano della materia Italia nei suoi molteplici aspetti.
Professore Bonsaver, potrebbe illustrarci piú estesamente il significato della ISO?

Il Prof. Guido Bonsaver
La “Italian Study in Oxford “ é nata nel 2007 presso la EHRC (European Humanities Researc Centre), qui in Oxford, nella facoltà Storia della Cultura Italiana. L’obiettivo dell’ ISO é di incentivare dialogo e collaborazione fra gli accademici che, pur lavorando in discipline diverse, hanno in comune l’interesse per il nostro paese. L’ ISO ha la funzione vitale di coordinare progetti di ricerca interdisciplinari, di promulgare dialogo su questioni che riguardono l’italia, analizzando l’evoluzione e la percezione dell’immagine Italia sulla scena internazionale e studiando i fattori che hanno rilevante impatto sulle istituzioni.
Chi sono coloro che attivamente lavorano per ISO?
Presso la Oxford University e altre Università, con cui collaboriamo, come Reading o Exeter, ci sono oltre 70 accademici che lavorano su tematiche inerenti l’Italia. Potrei citare il Prof. Martin McLaughlin, ordinario Letteratura Italiana (Magdalen College, Oxford ), il Prof. Federico Varese, docente di Criminologia, o il demografo Prof Francesco Billari, direttore della Facoltà di Sociologia. A questi va aggiunto un vasto numero di associati.
Potrebbe descriverci i progetti della ISO?
Un progetto degno di nota é “Destinazione Italia” che nel maggio del 2010 ha ottenuto la sponsorizzazione della Leverhulme Trust. “Destinazione Italia” ha lo scopo di creare un Network Internazionale per analizzare il processo migratorio nel nostro paese. Siamo interessati ad esaminare come questo processo viene rappresentato attraverso i mezzi di informazione e la narrativa (film e letteratura ). Questo progetto ha aggregato accademici di molte parti del mondo ; oltre ai numerosi accademici delle Università britanniche , collaborano con noi associati professori di alcune Università Italiane (Roma , Milano, Firenze ), di New York, dell’ Australia, dell’Egitto, di Parigi, per citarne alcune . Inoltre, grazie al oxoniense della John Fell Found siamo riusciti a creare una cospicua banca dati su film italiani che si occupano di migrazione.
Perché questo interesse specifico sul processo migratorio?
Il nostro proposito é di analizzare la migrazione in Italia e valutare quali cambiamenti abbia apportato, in quale forma la migrazione sia stata assorbita all’interno della società e quali forme di adattamento la societa si sia dotata. Inoltre é interessante capire come, le istituzioni e le organizzazioni italiane si siano trasformate per rispondere alle nuove esigenze dettate dalla mobilità delle popolazioni.
Lei é, inoltre, un esperto di cinema, in modo particolare, di film sulla migrazione in Italia.
Il mio interesse é esplorare come il cinema italiano documenti il processo migratorio. Potrebbe essere proficuo dare spazio a registi immigrati per documentare, dalla loro personale prospettiva, il processo di integrazione in Italia; il raccontare partendo dall’interno della loro realtà puó garantire una documentazione piú particolareggiata e gettare maggior luce sugli aspetti emozionali coinvolti nel processo migratorio. Purtroppo al momento la realizzazione di film o sceneggiature ad opera di registi immigrati é di rara produzione per la difficoltà di accesso all’interno dell’industria cinematografica .
Quali altre attività avete promosso all’interno dell’ISO?
Abbiamo un interessante programma di seminari tematici presso cui invitiamo personalità di spicco del mondo politico ed intellettuale Italiano. Il Presidente Giorgio Napolitano é stato nostro ospite quando, qui ad Oxford nel 2011, ha ricevuto la Laurea ad Honorem. Abbiamo, inoltre, ospitato Massimo D’alema , Romano Prodi, Beppe Grillo, il giornalista Beppe Severgnini, Roberto Saviano, per citarne alcuni.
Quali sono le tematiche affrontate durante i seminari?
lo scorso anno accademico abbiamo, ad esempio, ospitato il Prof. Nando dalla Chiesa per la presentazione del suo ultimo libro sulla diffusione della Mafia nel Nord d’Italia. Un altro interessante seminario é stato tenuto dal Prof. David Ward, del Wellesley College (USA), che ha relazionato sul rapporto tra letteratura italiana contemporanea e la presenza dei tanti misteri politici. Inoltre il Dr. Emanuele Ferragina, della Oxford University, ha parlato del suo libro, “Chi troppo chi niente” alla presenza di un folto pubblico di studenti universitari. Ha destato molto interesse l’articolata proposta di Ferragina di una necessaria ridistribuzione delle risorse in Italia come una possibile soluzione per affrontare l’attuale crisi economica. Un altro seminario che ha entusiasmato il pubblico é stata la discussione sullo stato di salute del giornalismo italiano. Questo incontro ha preso lo spunto dal libro “Esercizi di Carta” scritto da Ferdinando Giuliano in collaborazione con John Lloyds (direttore del Reuters Institute di Oxford ); entrambi giornalisti del Financial Times.
Quale altra iniziativa é nel cantiere dell’ISO?
Un gruppo di docent specializzati il letteratura e storia dell’arte rinascimentale hanno sviluppato un particolare interesse nel rapporto tra Bellezza e Moralità in Italia. L’obiettivo di questa nuova ricerca é di analizzare il concetto di moralità a partire dal Rinascimento attraverso studi paralleli della storia dell’arte, letteratura e filosofia e il confronto con altre tradizioni. Con il Prof. McLaughlin lavorano su questo progetto il Dr. Nicola Gardini, docente di letteratura del Rinascimento, la Dr. Geraldine A. Johnson e il Dr Gervase Rosser entrambi docenti di storia dell’arte presso l’Università di Oxford.
Considerando la rilevanza del programma della ISO ed il cospicuo numero di intelletuali di Oxford che vi partecipa, si ha la sensazione che L’Italia desti molto interesse sul territorio anglosassone. Lei come spiega questa tendenza?
Certamente, la cultura italiana, il nostro paese stimolano ancora molto interesse fra i britannici. L’italia con le sue ricchezze artistiche é molto apprezzata: l’interesse verso il Bel Paese, nato già nel 18esimo secolo durante il Grand Tour, sono ancora presenti e diffusi nella cultura anglosassone. I Britannici apprezzano e amano la nostra cultura, la raffinatezza dei costumi che l’Italia ancora rappresenta ai loro occhi. In sintesi, io ho la sensazione che i britannici guardino l’Italia come un paese dove l’edonismo é temperato da una sana gioia di vivere. Che poi questi cliché corrispondano alla realtà é un’altra cosa.
Questo “amore per l’Italia” si riflette sul numero degli studenti presso la facoltà di Italianistica?
Interessante é il fatto che presso la nostra Universtà, a Oxford, le iscrizioni ai corsi di italiano sono stabili, a differenza di altre llingue europee come Francese e Tedesco. Questo aspetto dovrebbe indurci a riflettere, soprattutto in questo periodo di crisi per l’italia, e incoraggiarci alla difesa e alla promozione della cultura italiana . In fondo é proprio questo che con ISO cerchiamo di fare : fornire un luogo dove poter discutere dell’Italia con gli specialisti che in ogi campo possono dare contributo allo studio così come allo sviluppo del nostro paese.