Questa volta al vittoria è andata ai Giants di New York e la 46ma edizione del Super Bowl ha consacrato la squadra di New York come la migliore di tutti gli Stati Uniti. Eppure tanti spettatori tifosi dei New England Patriots hanno sperato che si ripetesse la magica notte di 10 anni fa, quando il pallone calciato da Adam Vinatieri sulla linea delle 48 yard attraversò i pali regalando il trionfo alla formazione bostoniana. Era il 3 febbraio del 2002 e nel momento del trionfo nessuno associò il nome del kicker a quella di una battaglia entrata nella storia degli Stati Uniti: Little Big Horn. Anche Adam ricordava solo sprazzi della propria storia familiare ma il nome non ammetteva dubbi. Lui era il pronipote di chi, il fatidico giorno del 26 giugno 1876 era sul campo che vide soccombere il 7° cavalleggeri. Il pronipote di Felice Vinatieri (direttore della banda musicale) che nell’imminenza della battaglia diede ordine ai suoi musicisti di riporre gli strumenti e di imbracciare i fucili, per salvare la propria vita. “L’uomo dal sangue di ghiaccio”: così lo hanno ribattezzato gli appassionati della National Football League americana. Schivo e riservato, Adam Vinatieri è nato a Yankton, nel Sud Dakota il 28 dicembre del 1972, figlio di quarta generazione di un’Italia andata in cerca di fortuna tra le sterminate praterie dell’Ovest americano.
“Quel giorno del 1876 – ricordò l’orgoglioso Adam in un’ intervista – il colonnello Custer decise di cambiare la propria strategia di guerra. A tutti è forse nota l’abitudine di Custer di attaccare al suono della fanfare musicale e con le musiche di “Garry Owen”. Sul Little Big Horn decise invece di lasciare indietro i componenti della banda. Salvando la vita al mio trisavolo che riportò soltanto leggere ferite, durante una schermaglia di retroguardia. Fortunatamente per lui, ma soprattutto per la sua progenie e quindi per me Figlio di Judy e Paul Vinatieri, Adam è secondogenito di quattro fratelli (Chad, Christine e Beau) con i quali, in parte, ha condiviso le emozioni del football americano. Sposato con Valerie, una allenatrice di educazione fisica conosciuta sui bordi dei campi di football, Adam ha vissuto l’apoteosi della propria carriera tra il 2002 e il 2009 (dal 2006 si è trasferito agli Indianapolis Colts e ora è free agent) vincendo 4 Super Bowl (come il numero della sua maglia) e ricorda nitidamente i propri esordi, nelle scuole superiori di Rapid City. Appassionato praticante di wrestling, Adam non ha disdegnato le proprie origini italiane, provando a emergere nel mondo del calcio tradizionale ma non c’erano grandi prospettive nel profondo Ovest americano per chi ama dare quattro calci a un pallone rotondo. Il ragazzo di Yankton scelse quindi il pallone ovale. E non sbagliò.
La storia del nostro trisavolo, stabilitosi a Yankton per insegnare musica e comporre opere leggere, non è stata tramandata con enfasi nella nostra famiglia. Si è persa per strada, come tante altre storie straordinarie di pionieri arrivati dall’Europa. Io ricordo di aver ricevuto da bambino un disco nel quale erano incise le marce composte da Felix Vinatieri e per anni l’ho lasciato nella soffitta. Ritornando a Yankton infatti, una signora della locale biblioteca cittadina mi ha informato della ricerca condotta da alcuni studiosi di storia italoamericana. Incuriosito da tanta attenzione, ho deciso di approfondire la storia del mio trisavolo e sono andato sul luogo della battaglia del Little Big Horn, rivivendo dentro di me le emozioni che doveva aver provato il mio avo”.
Diplomatosi in Educazione Fisica, Vinatieri ha fatto dello sport la propria ragione di vita ma non è mai venuto meno ai propri impegni nel volontariato sociale. Eletto miglior giocatore nel ruolo di kicker per il decennio 2000-2009, il pronipote del direttore della banda musicale di Custer è appassionato di sport estremi come l’escursionismo motociclistico ma anche di discipline apparentemente tranquille quali il golf. Adam Matthew Vinatieri è iscritto all’associazione degli atleti cristiani, di cui è tra l’altro un apprezzato rappresentante, è impegnato in numerose iniziative di solidarietà. L’atleta italoamericano è anche un apprezzato esponente degli “Athlets in Action” e del “Rhode Island Coalition Against Domestic Violence”, in favore di bambini e donne che hanno subìto violenze familiari, ma è soprattutto il portavoce della “Blue Cross & Blue Shield of Rhode Island’s Teen Antismocking Contest”, un’associazione attivissima nella lotta contro il tabagismo adolescenziale.