Trump butta dalla finestra duemila miliardi di dollari, ammirando il tramonto dell’occidente. Ma non preoccupatevi è solo un reality show. Il bello ha ancora da venire e sarà una serie tv: “America first again”. Speriamo che duri almeno dieci anni e non si esaurisca in una sola e ultima puntata: “American bankruptcy”. Perché visto l’incipit del film, le cose potrebbero precipitare per Trump, per l’America e per la civiltà occidentale. Pensavamo di essere una cosa sola noi, Europa e America. Invece come in tutte le famiglie si finisce per litigare, soprattutto quando nasce l’invidia per il parente povero che fa più soldi del ricco capofamiglia.
Trump è uno sceneggiatore eccezionale e i produttori di Hollywood si stanno stracciando le vesti per acquistare la sua storia. Il fatto è che la sta ancora scrivendo e non sa come andrà a finire. Ma di una cosa è certo: lui è anche il protagonista principale, una via di mezzo tra il mago Merlino, che somministra pozioni magiche e legge nel futuro, e il miglior chirurgo al mondo. Ha già messo nero su bianco le testuali parole: “L’intervento è finito! Il paziente è sopravvissuto e sta guarendo. La prognosi è che sarà molto più forte. Renderemo di nuovo grande l’America. Il Paese avrà un boom. Le borse saliranno. Gli Stati Uniti guadagneranno sei o settemila miliardi di dollari”.
La cura è top secret. Così segreta che non la conosce nemmeno lui, non sa se si realizzerà nel futuro prossimo o in un futuro remoto, il che comporterebbe un viaggio nel tempo con tutti i disagi che ne potrebbero derivare, ma ostenta sicurezza. Anche Mussolini urlava dalla finestra di piazza Venezia: “Vinceremo”. Poi l’Italia ha perso la guerra ed è finito impiccato a testa in giù a piazzale Loreto.
Però Trump ha fatto uno sbaglio: si è attorniato di due che vogliono portargli via il ruolo principale, Vance e Musk. Lui, poveretto, sta tutta la notte sveglio a scrivere la storia della rinascita americana, ma i due sgomitano per stare sotto i riflettori. Litigano per chi farà la parte di Hitler. Sul gran tavolo della casa Bianca giocano a battaglia navale e spostano le loro navi nel Pacifico, sganciando bombe qua e là. Per ora in mezzo al mare, provocando solo maremoti. Non sanno se cominciare prima a colpire il Giappone o la Cina. Deridono il povero Trump che si accontenterebbe di occupare la Groenlandia. Musk è un po’ seccato perché Trump gli ha fatto perdere in due mesi oltre 100 miliardi in borsa, con l’invenzione dei dazi, e dovrà rimandare il viaggio su Marte. Trump ha promesso che comprerà una Tesla per aiutarlo. Tuttavia Musk vuole obbligarlo a giocare alla roulette russa. Trump non conosce il gioco, ma pensa che dovrebbe invitare Putin a partecipare. Per non essere spiato da Siri, gli manda un messaggio con un piccione viaggiatore di raggiungerlo nel Bel Paese durante la bella stagione italiana. Lo zar spenna il piccione, si fa un copricapo indiano e poi danza felice il Trepak per i corridoi del Cremlino. Sa che ha il via libera americano per annettersi l’Italia. Finalmente non pagherà più i dazi su mozzarelle, arance e spaghetti. E prenderà due piccioni con una fava, Trump e Musk, conscio di essere imbattibile nel gioco della roulette russa.

Meloni, all’oscuro di quanto si trama alle sue spalle, è ancora fiduciosa della buona fede del presidentone e ha dichiarato che “bisogna aspettare gli effetti” dei dazi sull’economia. Ha capito il significato di cosa ha detto? Bisogna aspettare i fallimenti delle imprese e i licenziamenti dei dipendenti. Ci sono molte aziende per cui l’America è il primo acquirente. Trump ha deciso di premiarla per la fiducia riposta e le comprerà 10 bottiglie di Prosecco per sé e una borsetta di Gucci per sua moglie. A von der Leyen invece non comprerà niente, nemmeno una birra, perché vuole mettergli i contro-dazi: crepi lei con tutti i filistei europei. Tuttavia Trump ha un cuore d’oro e ha dichiarato che sarà disposto a “trattare in cambio di offerte fenomenali”. Che fenomeno il doctor Trump! Uno che spacca l’Europa come spaccasse il guscio di un uovo sodo, poi lo taglia e lo divide in due. Primo piano della telecamera sull’uovo sodo: il giallo vira sul rosso e cola sangue.
Sullo sfondo della scena: Elly che sventola bandiera rossa mentre guida le truppe disarmate dei pacifisti democratici per Roma, ma quando si volta sono tutti spariti. Scappati o colpiti dai cecchini? Irrompono i partigiani dello zar tra i cadaveri insanguinati; se ne fregano di aver abbattuto il fior fiore della sinistra italiana. Salgono al Quirinale e mettono sul trono Emanuele Filiberto di Savoia al posto di Mattarella, perché è un personaggio televisivo dell’Isola dei Famosi. La prima cosa che fa Filiberto è obbligare il Papa a incoronare Putin imperatore del Sacro romano impero. Putin chiude in cambio il Parlamento Europeo, manda tutti i presidenti degli Stati europei in pensione; e ringrazino di non esser finiti al rogo. L’ex zar però prende casa a Venezia che gli piace tanto e accetta di venir chiamato semplicemente “il doge”. Si ficca in testa il corno ducale, per nascondere le calvizie, ed è meno pesante della corona coperta, che gli fa venire il mal di testa.
Trump, informato dai servizi segreti di non giocare con Putin, è rimasto alla Casa Bianca a festeggiare col prosecco perché finalmente risparmia sulla difesa europea. È stato un colpo di fortuna che se la sia accollata la Russia, pensa. Non sa però che non sarà la sua ultima battaglia, ma saranno le sue ultime bottiglie. Perché Putin ha deciso che in Italia non si produrrà più vino ma solo vodka.
Il viaggio nel tempo futuro di questa serie TV assomiglia tanto ai tempi passati. A circa cent’anni fa, quando si preparava la seconda guerra mondiale: dalla nascita dei nazionalismi sono sorti i totalitarismi. Ma quanti conoscono la storia? Ad esempio, il 52% dei giovani italiani sotto i 35 anni vuole abrogare il parlamento e avere un uomo forte al comando. A causa della nostra ignoranza, stiamo lasciando scrivere il futuro di questa truculenta serie tv a Trump. E quando sarà realizzata, non avremo nemmeno più gli occhi per vederla.