Mentre parlava Trump bisognava stare a vedere la faccia di Netanyahu.
Diceva tutto quello che valeva fare, anche alzarsi per abbracciarlo, senza pronunciare una parola. Perché è vero, nella testa del machiavellico capo del governo di Israele si era accesa una luce insperata. Non certo quella perennemente fissa, accecante della certezza di avere gli Stati Uniti sempre dalla sua parte, qualunque cosa accada.
No, si è accesa la meraviglia del vedere il capo dell’America spiegare con parole che lui non avrebbe mai pensato, quale dovrebbe essere la soluzione per Gaza e dintorni. Bibi aveva sempre parlato della sicurezza, del diritto a esistere e di combattere il terrorismo, aveva chiamato il mondo e l’Occidente a stare dalla parte di Israele perché si trattava di una guerra tra il bene e il male. E se proprio si trovava di fronte ad una platea favorevole, accennava all’idea messianica del diritto alla terra promessa. Ma mai, mai avrebbe pensato di parlare al mondo così come stava facendo Trump accanto a lui.
E invece ora resta in silenzio e in adorazione davanti a questo capo dell’America che spiega con il buonsenso della forza che ora, benedetti palestinesi, é il momento di vivere tranquilli. Come potere restare in una terra che -lui ha visto tutte le foto dei droni e dei satelliti dice – è ormai solo un cumulo di macerie (qui forse Bibi avrà storto il naso ma impercettibilmente), come potete vivere in un inferno?
Quindi facciamo così, vi spostiamo, in un posto fresco e pulito, in belle casette dove nessuno vi farà del male. Potete andare in Egitto in Giordania, lo so che hanno detto di no, ma vedrete ci parlo io. Noi nel frattempo ripuliamo tutte quelle brutte macerie e costruiamo a Gaza case che faranno invidia a Montecarlo.
Bibi lo guarda sempre senza parlare e pensa: e io che la mettevo giù complicata, citando il vecchio testamento e invece guarda come è semplice: vivere tra le macerie è dura, vi spostate, qui apre il cantiere e domani vi sarete dimenticati di dove stavate prima. Insomma una questione di buon senso no?
Ora tutti giù a scrivere della provocazione di Trump, della impossibilità di realizzare il suo piano. io invece vi invito a vedere come Netanyahu ha commentato alla fine quando ha dovuto parlare per forza “Trump è un grande perché ha immaginato un salto alla storia”, ora tutto diventa possibile. E badate bene non è detto che chi abbia ascoltato le parole del presidente americano non abbia anche lui in cuor suo pensato: e dai forza spostatevi e viviamo tutti in pace. Poi magari se diventerete ricchi potrete anche tornare a fare le vacanze a Gaza in uno dei nostri resort di lusso. Tanto che il mare lì davanti é meraviglioso lo sapete no?