Una conversione a U quella di Joe Biden sul perdono presidenziale per il figlio Hunter. Alla fine il mantello del martirio politico indossato da Donald Trump per ripararsi dalla valanga di incriminazioni lanciate contro di lui dalla magistratura è stato indossato anche dall’attuale capo della Casa Bianca.
Solo pochi mesi fa, quando era ancora il candidato democratico, Biden affermava che non avrebbe mai usato il suo potere presidenziale per graziare il figlio, ma ora, alla fine del suo mandato, ha annunciato il provvedimento che annulla per il 54enne Hunter le condanne penali, sia per l’acquisto illegale di una pistola, sia per reati fiscali. Ma non solo. Una grazia “piena e incondizionata” che non copre solo le due condanne, per le quali le sentenze sarebbero state emesse tra una decina di giorni, ma anche qualsiasi azione penale futura relativa ad attività che vanno “dal gennaio 2014 al dicembre 2024”. Un mantello che copre tutti gli affari poco cristallini del figlio all’estero, in particolare in Ucraina e Cina, e che lo ripara dalle azioni penali molto probabili del prossimo Dipartimento di Giustizia di Trump, che non ha fatto mistero di volersi vendicare dei suoi nemici politici.
Una decisione un po’ alla Eduardo De Filippo, quando in Filumena Marturano recitava “E figlie so piezz’e core”.
Un perdono che ha provocato, ovviamente, gli attacchi e le critiche dei repubblicani e di Trump, ma anche dei democratici, molti presi di contropiede dalla decisione del presidente.
“L’imperdonabile ipocrisia di Biden” titola The Atlantic che aggiunge: “Biden ha professato la volontà di attenersi ai risultati del sistema giudiziario per una questione di principio. Ma infrangendo la sua promessa e concedendo un ampio perdono a suo figlio per tutti i crimini che potrebbe aver commesso in un periodo di 11 anni, Biden ha rivelato che la sua promessa è stata semplicemente strumentale”.
“Se i democratici vogliono capire una delle ragioni per cui il Partito Repubblicano è in ascesa – scrive il New York Times -, possono guardare la grazia concessa dal presidente Biden a suo figlio Hunter. Nella sua menzogna, ipocrisia politica, palese autocompiacimento e miserabile esempio, rappresenta molto di ciò che molti americani hanno imparato a detestare di ciò che il mondo MAGA chiama la palude“.
President Biden issued a full and unconditional pardon of his son Hunter on Sunday after repeatedly insisting he would not do so, using the power of his office to wave aside years of legal troubles, including a conviction for illegally buying a gun. https://t.co/uiV3ookv8a
— The New York Times (@nytimes) December 2, 2024
“La decisione di Joe Biden è maturata quando oramai lui non ha più nulla da perdere – scrive USA Today – con la sua carriera politica che volge al termine, il prezzo politico per questa decisione per lui è nullo. Il danno sarà solo per la sua immagine storica dopo che per più di 50 anni è stato al servizio del Paese come parlamentare, senatore, vicepresidente e presidente che, da padre, ha fatto la scelta di salvare il figlio. Ma è anche una decisione che lascia spazio a Trump per perdonare tutti quelli che hanno preso parte all’assalto al Congresso”.
Nell’annunciare la grazia, Biden ha detto che Hunter è stato “perseguito in modo selettivo e ingiusto” solo perché suo figlio, sostenendo che “è stato trattato in modo diverso” da persone incriminate per gli stessi reati, ai quali viene solitamente chiesto di patteggiare senza processi e rischi di pene detentive. “Nel cercare di colpire Hunter, hanno cercato di colpire me e non c’è ragione di credere che questo si fermerà qui. Quando è troppo, è troppo”, ha detto ancora ricordando che il figlio, che ha alle spalle anni segnati dalla tossicodipendenza, come è emerso in modo clamoroso durante il processo in Delaware, “è sobrio da 5 anni e mezzo, nonostante i continui attacchi e le incriminazioni selettive”.
L’ossessione di Trump sui presunti illeciti commessi da Hunter Biden portò l’allora presidente a bloccare nel 2017 gli aiuti all’Ucraina, chiedendo in cambio al presidente Volodymyr Zelensky, appena eletto all’epoca, di avviare prima un’inchiesta su Burisma, la società energetica per cui Hunter lavorava, con il chiaro obiettivo di coinvolgere Biden padre. La vicenda provocò il Kievgate, al centro del primo processo di impeachment di Trump.
Durante l’amministrazione Trump, era stata avviata poi un’inchiesta federale a carico di Hunter che, va ricordato, Biden non aveva sospeso una volta arrivato alla Casa Bianca. Anzi, il ministro della Giustizia Merrick Garland aveva dato lo status di procuratore speciale a David Weiss, repubblicano del Delaware a cui originariamente era stata affidata l’inchiesta.
A Washington le controversie e critiche alle grazie decise dai presidenti a conclusione dei loro mandati sono una regola. Da Bill Clinton che “perdonò” Marc Rich, il miliardario latitante che era fuggito in Svizzera dopo una condanna per evasione fiscale di 48 milioni di dollari. O il perdono dello stesso Clinton per la truffa commessa da quattro rabbini ortodossi di New Square, un villaggio nello Stato di New York, condannati dal governo per scuole inesistenti a patto che alle elezioni del 2000 avessero dato il voto a Hillary Clinton che era candidata per il Senato. E poi quelle suscitate dagli atti di clemenza firmati da Trump per i suoi ex stretti consiglieri Steve Bannon, Paul Manafort e Michael Flynn – questi ultimi condannati per vicende legate al Russiagate – e Charles Kushner, l’immobiliarista, padre del marito di Ivanka, Jared, finito in carcere per evasione fiscale per aver minacciato testimoni e per evasione fiscale e che Trump ora ha appena nominato prossimo ambasciatore in Francia.
La decisione di Biden è stata fatta proprio mentre Trump rinnova quasi quotidianamente le accuse e le minacce contro la giustizia federale usata come un’arma politica contro di lui. Con i democratici che ora temono che appena tornerà alla Casa Bianca inizierà le sue vendette giudiziarie contro di loro. Jamie Raskin, uno dei parlamentari democratici che condusse l’impeachment contro Trump, ha giustificato la scelta del presidente come risposta a una “persecuzione selettiva” nei confronti del figlio. Il governatore del Colorado, Jared Polis, ha detto di capire il “desiderio naturale di un padre di aiutare il figlio” ma ha ammesso di essere deluso per “aver messo la famiglia davanti al Paese”. “Come padre – ha commentato il democratico Jared Golden, congressman del Maine – capisco il desiderio di fare tutto il possibile per aiutare e proteggere i propri figli. Ma sono preoccupato che una grazia per un membro della propria famiglia rappresenti un precedente sfortunato che mina la fiducia nel ruolo di presidente”. “Biden – ha affermato il senatore del Colorado Michael Bennett – ha messo gli interessi personali davanti ai doveri di presidente e questo gesto erode la fiducia degli americani nel fatto che la giustizia sia giusta e uguale per tutti”.