Soltanto Trump poteva trasformare gli attentati alla sua vita nel “nuovo normale”, come si usa dire. In luglio era stato sfiorato in Pennsylvania, durante un comizio, dal proiettile di un ventenne (pazzoide, che aveva fatto un versamento sul conto del PAC pro Biden-Harris). Il 15 settembre il quasi bis, in Florida. È passata una settimana dall’arresto di Ryan Routh, 58 anni, che aveva dichiarato sui social che l’ex presidente andasse fermato per salvare la democrazia, come recitano Biden e Harris. Era stato beccato grazie a un cittadino solerte che l’aveva notato allontanarsi in auto dopo che un agente gli aveva sparato dal green. L’agente aveva notato la canna del suo mitra tra le foglie, in attesa di Trump.
Per scrivere questo Controcanto volevo vedere se, oltre alle rituali condanne, ci sarebbero state reazioni da sinistra più … sincere. Qualcosa ho trovato, anche grazie a FreePress.
La premessa. Stiamo parlando di un ex presidente che prese oltre 70 milioni di voti 4 anni fa (e perse contro Biden che ne ottenne 8 milioni di più). Oggi è il candidato repubblicano dopo la schiacciante vittoria alle primarie del GOP. Un personaggio di assoluta importanza politica, con dietro il 47,4% del Paese. Harris ha il 49,3%, davanti per 1,9 punti percentuali, l’identico vantaggio che aveva Hillary Clinton il 21 settembre 2016 e poi perse.
La democrazia USA si regge sul bipartitismo perfetto e chi rappresenta i vertici dei DEM e del GOP è ufficialmente depositario e custode del delicato meccanismo del potere. Uno si aspetterebbe la più rigorosa difesa dei due candidati che incarnano quel ruolo, Trump e Harris, e in effetti il Congresso ha creato un’agenzia apposita, il Secret Service, che nel 2023 aveva un budget di 3 miliardi di dollari con 3.200 agenti. Su come hanno operato i Servizi nel proteggere l’ex presidente nelle due occasioni sono scoppiate polemiche e le dimissioni della direttrice. Sono in corso inchieste e la sciatteria emersa nel lavoro degli agenti è parte del problema. Come ha potuto sparare il ragazzo immaturo di Butler da tanto vicino, senza essere visto in tempo? Come ha potuto stare 12 ore, indisturbato dietro la siepe del campo da golf, il maturo Routh, finanziatore della campagna democratica?
Io non concedo mai alcunché al cospirazionismo, dunque aspetto l’esito delle inchieste ancora in corso. Invece, da dichiarazioni di antitrumpiani traggo una morale sgradevole. Rachel Vindman, moglie del colonnello Alexander Vindman (lui testimoniò per l’impeachment di Trump) ci ha scherzato su, dopo il secondo attentato: “Nessun orecchio è stato ferito, la vita continua”. Ed Krassenstein, scrittore di sinistra, ha fatto il pignolo: “Non c’è mai stato alcun tentativo di assassinio di Trump da parte di Routh. In realtà, non ha mai sparato a Trump e neppure l’aveva nel mirino”. Tom Nichols dell’Atlantic va oltre: ”Trump sta usando un altro possibile attentato alla sua vita per infiammare tensioni in America. Il che è un’ulteriore ragione perché non dovrebbe più essere presidente”. Ragionamento contorto? No, segno del clima: Trump attacca chi vuole ucciderlo e lo fa in modo da squalificarsi come presidente.
Nella sua preveggenza, è stato più onesto a esprimere il feeling dei liberal verso Trump il deputato democratico di New York Daniel Goldman. In un’intervista dell’anno scorso su MSNBC con Jen Patski, ex portavoce di Biden, aveva anticipato i tempi: “È indiscutibile a questo punto che quell’uomo non può avere più un incarico pubblico. Non solo non è adatto, è distruttivo della nostra democrazia e deve essere eliminato”. Poi si è pentito, ma il suo seme lo aveva gettato: uno dei tanti a decretare la fine di Trump come un bene per il Paese.
Ora si è passati dalle parole ai fatti e ci stiamo abituando al “nuovo normale”.