In queste ultime settimane dopo l’ormai famoso disastro del duello tv con Trump il futuro del candidato democratico assume sempre più i toni di una tragedia shakespeariana. Gli amici di sempre diventano dubbiosi, chi aveva gareggiato contro di lui e perso, ora lo sostiene lealmente.
Mentre uno dopo l’altro i grandi giornali fino a ieri impegnati a spiegare il buon lavoro fatto finora dal presidente lo invitano a gettare la spugna per il bene del paese, mentre la non più giovanissima Nancy Pelosi apre all’idea di valutare le condizioni di salute del vecchio Joe, mentre il grande gioco tra i dem diventa ribadire fedeltà in pubblico e organizzare una via d’uscita in riunioni private e fuori onda, loro sono stati in silenzio. Per giorni sia Bernie Sanders il senatore che lo aveva sfidato da sinistra nelle primarie di quattro anni fa, sia Alexandra Ocasio Cortez considerata la rappresentante delle istanze più radicali del partito non hanno partecipato al gioco. Poi nel giro di poche ore due dichiarazioni senza dubbi: é il momento di stare con Joe Biden.
Ora nessuno, ne ieri né oggi né domani può dire come finirà questa storia, di un partito e di un paese, che devono affrontare un tornante inedito e drammatico della vita democratica di tutti. Comunque vada la Convention democratica di Chicago del prossimo agosto finirà nella storia, almeno quanto quella del 1968. Allora un presidente in carica Lindon Johnson aveva rinunciato a ricandidarsi scatenando una battaglia dentro il partito che portò alla sconfitta mentre fuori le proteste contro la guerra in Vietnam furono represse con morti e feriti. Anche stavolta si prepara uno scenario difficilissimo da governare.
Però almeno si riconosca una cosa: di fronte a deliri retroscenisti che tanto affascinano i media nostrani (l’ipotesi Michelle Obama, per dire, più che una sciocchezza significa considerare i propri lettori seguaci di Harmony) le parole di Bernie e AOC rimandano a un mondo in cui esistono ancora lealtà e pragmatismo che possono addirittura combattere assieme e forse pure vincere.
E se sarà così, allora il vecchio Joe dovrà ricordarsi di quei due rompiballe estremisti che quel giorno dissero “stiamo con te” perché hai detto che vuoi difendere l’aborto, tagliare il debito agli studenti, stare dalla parte della working class contro i miliardari, aumentare le coperture sanitarie ai più poveri e soprattutto stai combattendo contro un criminale e bugiardo incallito pericoloso per tutti. Solo tu puoi decidere quale è la cosa migliore da fare. Fino a quel momento saremo con te. Un’altra lezione di politica per quella che una volta si chiamava sinistra nel mondo.