L’alba di oggi ha portato con sé uno dei bombardamenti più violenti e indiscriminati degli ultimi mesi: missili e droni russi si sono abbattuti su Kyiv e su altre città ucraine, seminando morte e devastazione. Almeno nove civili uccisi solo nella capitale, oltre 90 feriti, tra cui bambini e una donna incinta. Le immagini delle squadre di soccorso che scavano tra le macerie, mentre i telefoni continuano a squillare sotto i detriti, raccontano l’orrore. È una scena che richiama il peggio della guerra, quello che dovrebbe appartenere ai libri di storia e invece si ripete, giorno dopo giorno, in un’Europa che brucia.
La reazione delle Nazioni Unite non si è fatta attendere, ma con parole che ormai sembrano impotenti di fronte alla brutalità dell’invasione russa.

“Un’altra flagrante violazione del diritto umanitario internazionale”, ha dichiarato Matthias Schmale, coordinatore umanitario dell’ONU in Ucraina. “L’uso indiscriminato della forza deve finire. I civili non possono e non devono mai essere considerati obiettivi”.
I dati forniti dalla Missione di monitoraggio ONU per i diritti umani in Ucraina sono agghiaccianti: solo tra l’1 e il 24 aprile, 848 civili colpiti, di cui 151 uccisi. Un aumento del 46% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I racconti delle vittime sono strazianti: una donna di 62 anni ha perso il marito in un’esplosione mentre si recavano in chiesa; un’altra, ferita gravemente, si stava dirigendo al mercato.
‘I want people to know that he was kind’ 17-year-old Victoria told @UNICEF after attacks killed her friend in #Kyiv
Ukraine’s children need to be protected. They need a real and sustained peace.
Statement by @MunirMammadzade on today’s attacks ⬇️https://t.co/lx8XATKqxI pic.twitter.com/LrBXwBDOMz
— UNICEF Ukraine (@UNICEF_UA) April 24, 2025
“Abbiamo assistito a un massacro deliberato, una punizione collettiva che non ha alcuna giustificazione militare”, ha commentato Danielle Bell, capo della missione ONU in Ucraina. “Questa spirale di violenza è profondamente allarmante. Gli attacchi non colpiscono solo infrastrutture, ma spezzano vite umane, famiglie, comunità”.
Il Segretario Generale António Guterres, dopo un ennesimo bombardamento russo contro i civili una settimana fa, aveva condannato dicendosi “profondamente allarmato e scioccato”. Attraverso il suo portavoce, aveva anche dichiarato che “gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono vietati dal diritto umanitario internazionale e devono cessare immediatamente”. Guterres ha ribadito che questi bombardamenti rappresentano una minaccia all’intero ordine internazionale, un affronto a quei principi fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite che la Russia continua a calpestare con sistematicità.
Last night, 6 children reportedly injured in attack on residential area in #Kyiv
This follows a week of devastation, with 1 child reported killed in Kherson & injuries to others across #Ukraine
We say it again. Stop the use of explosive weapons on civilian areas #ForEveryChild pic.twitter.com/eZACH5QK6i
— UNICEF Ukraine (@UNICEF_UA) April 24, 2025
Il bombardamento su Kyiv arriva a poche ore dal rifiuto da parte del presidente Zelensky di una proposta statunitense per negoziare una pace che avrebbe comportato la rinuncia a territori occupati dalla Russia. Una “pace” che per il presidente ucraino equivale a una vittoria di Putin travestita da diplomazia.
E intanto, il silenzio delle armi resta un miraggio. A Zaporizhzhia, una bomba planante ha ucciso una persona e ne ha ferite oltre 40, tra cui sette bambini. A Kharkiv si contano 24 attacchi nelle ultime ore. A Dnipro e Kherson, ospedali e centrali energetiche colpite.
Nel caos, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato una nuova risoluzione che riafferma la sovranità dell’Ucraina e condanna tutte le violazioni contro i civili. Ma, ancora una volta, senza strumenti vincolanti per fermare la Russia.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che continua a snobbare l’ONU lasciando a New York la missione USA senza la nomina di un nuovo ambasciatore – ha espresso una rara critica nei confronti di Putin dopo il devastante attacco missilistico russo su Kyiv. In un post sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha scritto: “Non sono contento degli attacchi russi a Kiev. Non necessari e in un pessimo momento. Vladimir, STOP! Muoiono 5.000 soldati a settimana. Concludiamo l’accordo di pace!”
Il mondo assiste, ancora una volta, impotente. Mentre i bambini ucraini imparano a distinguere il rumore di un missile in arrivo dal boato di un drone esplosivo, le Nazioni Unite lanciano l’ennesimo appello. Ma questa volta, con un tono diverso: l’indignazione ormai è piena disperazione. L’ONU non sembra in grado di fermare questa escalation e ancora una volta si constata la sconfitta del diritto internazionale e la tragedia di quello umanitario.