“Gaza è un campo di sterminio – e i civili sono intrappolati in un ciclo infinito di morte”. Con questa drammatica denuncia, il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha aperto martedì le sue dichiarazioni alla stampa al Palazzo di Vetro. Da oltre un mese, ha affermato, “non è entrata una sola goccia di aiuti nella Striscia di Gaza: né cibo, né carburante, né medicinali, né forniture commerciali”.
Mentre gli aiuti restano bloccati, “si sono riaperte le porte dell’orrore”, ha aggiunto Guterres. “Con i valichi chiusi e gli aiuti umanitari bloccati, la sicurezza è nel caos e la nostra capacità di intervenire è stata strangolata». Il Segretario Generale ha ricordato come il cessate il fuoco, seppur temporaneo, avesse mostrato chiaramente che «la comunità umanitaria è in grado di agire”. Durante quel periodo, ha spiegato, “le armi tacquero, gli ostacoli furono rimossi, i saccheggi cessarono – e riuscimmo a consegnare aiuti salvavita in quasi tutta Gaza”.
Con la fine della tregua, ha sottolineato, “la speranza è sprofondata – sia per le famiglie palestinesi che per quelle degli ostaggi israeliani”. Guterres ha ribadito il suo appello a un cessate il fuoco permanente, alla liberazione incondizionata degli ostaggi e a un accesso umanitario pieno e sicuro.
Nel suo discorso, Guterres ha ricordato gli obblighi legali di Israele in quanto potenza occupante, facendo riferimento alla Quarta Convenzione di Ginevra. “L’articolo 55 prevede che l’occupante garantisca cibo e medicinali alla popolazione. L’articolo 56 richiede che mantenga i servizi sanitari. E l’articolo 59 stabilisce che, se la popolazione è in grave bisogno, l’occupante deve accettare e facilitare i soccorsi umanitari”. E poi ha aggiunto con fermezza: “Niente di tutto ciò sta accadendo oggi”.
Guterres ha anche condannato le nuove proposte israeliane per controllare gli aiuti, definite “un meccanismo per limitare con freddezza gli aiuti umanitari fino all’ultima caloria e granello di farina”. Il Segretario Generale ha chiarito: “Non parteciperemo a nessun sistema che non rispetti pienamente i principi umanitari: umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità”.
Durante la sessione di domande e risposte, una giornalista dell’agenzia turca Anadolu ha chiesto se l’idea, rilanciata in una conferenza stampa da Netanyahu e Trump, di trasferire i palestinesi di Gaza in altri Paesi non costituisca deportazione forzata, cioè un crimine di guerra. Guterres ha risposto: “I palestinesi hanno il diritto di vivere in Palestina, in uno Stato palestinese, accanto a uno Stato israeliano. Essere costretti a spostarsi altrove è qualcosa che viola il diritto internazionale”. Alla stessa giornalista Guterres ha confermato che “le evacuazioni mediche sono assolutamente essenziali» e che «tutto dev’essere fatto per aumentarle”.
Alla domanda se le sue dichiarazioni precedenti su Gaza intendano evitare il termine “genocidio”, Guterres ha risposto in modo netto: “La situazione è talmente orribile che non vale la pena perdersi nelle semantiche. La Corte Internazionale di Giustizia è stata investita del tema e ne ha la competenza. Io rispetto le sue decisioni. Ma sì, la situazione è assolutamente orribile. Su questo non ci sono dubbi”.
Un giornalista palestinese ha poi chiesto perché Guterres insista nel dire che “nulla giustifica il 7 ottobre”, ma non menzioni mai i 56 anni di occupazione, le demolizioni di case palestinesi o le restrizioni all’accesso ai luoghi santi. Il Segretario Generale ha risposto: “Mi ascolti bene. Quando dico che nulla giustifica i terribili attacchi terroristici del 7 ottobre, aggiungo sempre: nulla giustifica nemmeno la punizione collettiva del popolo palestinese. Tutto quello che lei ha descritto rientra esattamente in questo”.
Iinterrogato anche sull’impatto economico dei nuovi dazi imposti da Trump, Guterres ha espresso forte preoccupazione per una possibile recessione globale: “Le guerre commerciali sono estremamente negative. Nessuno vince. E a soffrirne di più sarebbero i Paesi più vulnerabili”.
Guterres ha concluso il suo intervento con una riflessione che suona come un monito: “Il mondo potrebbe esaurire le parole per descrivere Gaza, ma noi non fuggiremo mai dalla verità. L’attuale percorso è un vicolo cieco – totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia”. E ha aggiunto: “È tempo di porre fine alla disumanizzazione, proteggere i civili, liberare gli ostaggi, garantire gli aiuti salvavita e rinnovare il cessate il fuoco”.