Il documentario “No Other Land”, vincitore dell’Oscar 2025 nella sua categoria, è stato proiettato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Alla proiezione ha partecipato Basel Adra, co-regista palestinese del film, che ha condiviso le sue esperienze e poi ha risposto a delle nostre domande.
“No Other Land” è il risultato di una collaborazione tra quattro registi palestinesi e israeliani: Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal e Rachel Szor. Il documentario, girato tra il 2019 e il 2023, documenta la distruzione della comunità palestinese di Masafer Yatta, situata nella Cisgiordania occupata. Il film offre uno sguardo intimo sulla resistenza degli abitanti locali contro gli sfratti forzati e la demolizione delle loro case da parte delle forze israeliane. Attraverso immagini toccanti e testimonianze dirette, il documentario mette in luce le difficoltà quotidiane affrontate dalla comunità e la loro lotta per la sopravvivenza e la dignità.
L’invito esteso dall’UN Committee on the Exercise of the Inalienable Rights of the Palestinian People per la proiezione riflette l’impegno delle Nazioni Unite nel promuovere il dialogo e la comprensione attraverso il cinema e altre forme di espressione culturale.
La presenza di Basel Adra all’evento ha aggiunto una dimensione personale alla proiezione. Come residente di Masafer Yatta e attivista, Adra ha offerto una prospettiva autentica sulle esperienze vissute dalla sua comunità. La sua partecipazione ha permesso al pubblico di comprendere meglio le sfide affrontate dai palestinesi nella regione e l’importanza di documentare e condividere queste storie con il mondo.
Durante il suo intervento Adra ha detto: “Porto con me la telecamera da quando ero adolescente. Ho iniziato a filmare ciò che accadeva al mio villaggio. Il motivo per cui ho cominciato è che vedevo solo ruspe entrare nelle nostre comunità e demolire le nostre case. Volevo che il mondo sapesse che noi viviamo su questa terra. Che esistiamo”.
La collaborazione tra registi palestinesi e israeliani in “No Other Land” rappresenta un esempio significativo di cooperazione oltre le divisioni politiche e culturali. Il film non solo documenta le difficoltà affrontate dalla comunità palestinese, ma evidenzia anche la possibilità di solidarietà e comprensione reciproca attraverso sforzi congiunti nel raccontare storie condivise. Questa partnership ha portato a un’opera che sfida le narrazioni prevalenti e invita il pubblico a riflettere sulle complessità del conflitto israelo-palestinese.
La proiezione di “No Other Land” alle Nazioni Unite serve come promemoria potente del ruolo che il cinema può svolgere nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel promuovere il cambiamento sociale.

Alla fine della proiezione abbiamo avvicinato Basel Adra, che nel documentario non è solo uno dei registi, ma il protagonista principale nella lotta di una piccola comunità per restare nella terra dei propri antenati.
Abbiamo appena visto questo potente documentario qui alle Nazioni Unite. Che cosa ti aspetti dall’ONU? Cosa speri che possa realmente fare per aiutare il popolo palestinese?
“Spero che i Paesi—soprattutto in Europa e negli Stati Uniti—prendano misure serie per far rispettare il diritto internazionale, fermare l’occupazione e fermare l’uccisione delle persone a Gaza. Non ci sarà mai una soluzione che arrivi dall’interno dell’occupazione stessa, da parte delle autorità occupanti. Serve che ci sia responsabilità per le atrocità e per l’occupazione. Devono pagarne il prezzo, solo così si potrà iniziare a parlare di una vera soluzione”.
Pensi che il popolo palestinese—la tua gente—abbia fatto tutto ciò che era possibile? O ci sono stati degli errori, qualcosa da rivedere? Secondo te, è il momento di cambiare strategia, o di tentare qualcosa che finora non è stato fatto?
“Credo che i palestinesi abbiano provato di tutto per ottenere la nostra libertà. Abbiamo firmato accordi con Israele. Abbiamo persino riconosciuto lo Stato di Israele. Ma non abbiamo ricevuto nulla in cambio. Anche le proteste pacifiche—contro le colonie, contro le demolizioni—vengono affrontate con violenza. Le organizzazioni per i diritti umani vengono ancora etichettate come gruppi terroristici. Anche da parte degli Stati Uniti e dell’Europa non c’è un vero riconoscimento. Ogni forma di resistenza che abbiamo tentato è stata repressa e affrontata con aggressione. Quindi non è una questione di cosa non abbiamo fatto—ma del fatto che il mondo non ha risposto”.
Avevo un’altra domanda (se avesse un messaggio per gli israeliani che protestano contro il governo Netanyahu), ma il nostro breve incontro con Basel Adra è stato interrotto.