A seguito della recente escalation a Gaza, la crisi umanitaria si è ulteriormente aggravata, con effetti devastanti sulla popolazione civile, in particolare sui bambini. La rottura di un cessate il fuoco durato due mesi, avvenuta il 18 marzo 2025, ha portato a una ripresa delle ostilità, causando numerose vittime e suscitando gravi preoccupazioni da parte delle organizzazioni internazionali.
La ripresa di bombardamenti intensi e operazioni di terra a Gaza ha avuto un impatto catastrofico sui bambini. Secondo l’UNICEF, almeno 322 bambini sarebbero stati uccisi e 609 feriti nei dieci giorni successivi al collasso della tregua, con una media di oltre 100 bambini uccisi o mutilati ogni giorno. Molti di questi bambini erano sfollati e cercavano rifugio in tende di fortuna o abitazioni danneggiate.
Il bilancio complessivo delle vittime è sconvolgente. Secondo i rapporti, oltre 50.000 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, e più di 15.000 di queste vittime sono bambini. L’enorme numero di vittime infantili ha provocato una forte indignazione internazionale, evidenziando l’urgente necessità di proteggere i civili, soprattutto i più vulnerabili.
Ad aggravare ulteriormente la crisi, le forze israeliane sono state accusate di attacchi contro operatori umanitari. Il 23 marzo 2025, otto soccorritori della Mezzaluna Rossa Palestinese, sei operatori della Protezione Civile palestinese e un dipendente dell’ONU sono stati uccisi nel sud di Gaza.
Queste persone, chiaramente identificate come operatori umanitari della Mezzaluna Rossa, della Protezione Civile e dell’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA), erano state inviate per soccorrere i feriti nell’area di Rafah, quando sono finite sotto il fuoco delle forze israeliane in avanzata.
Il Coordinatore ONU per gli Aiuti d’Emergenza (OCHA), Tom Fletcher, ha condannato l’attacco, chiedendo “giustizia e risposte” per queste uccisioni. Ha ribadito che gli operatori umanitari devono essere protetti e che tali atti rappresentano una grave violazione del diritto internazionale.
L’esercito israeliano ha ammesso di aver aperto il fuoco su ambulanze nel quartiere di Rafah, definendole “veicoli sospetti”. Questa ammissione è arrivata dopo giorni di segnalazioni sulla scomparsa dei soccorritori. L’esercito ha sostenuto che le ambulanze erano state usate da Hamas per fini terroristici, senza però confermare se i veicoli avessero risposto al fuoco. L’incidente ha suscitato forti critiche da parte di organizzazioni internazionali, che hanno chiesto che venga fatta chiarezza e che siano rispettate le norme del diritto umanitario.
15 emergency & aid workers in Gaza have been found buried by their wrecked & well-marked vehicles said @UNReliefChief: “They were killed by Israeli forces while trying to save lives. We demand answers and justice.” Full details: https://t.co/YmXYNCnrnU pic.twitter.com/qQNl2HnHMZ
— UN News (@UN_News_Centre) March 31, 2025
La rinnovata ondata di violenza ha peggiorato ulteriormente la crisi umanitaria a Gaza. L’esercito israeliano ha emesso ordini di evacuazione per l’intera area di Rafah nel sud della Striscia, proprio durante i giorni dell’Eid al-Fitr.
L’escalation ha causato un numero crescente di vittime civili e ha distrutto infrastrutture vitali, tra cui ospedali. L’ONU ha lanciato l’allarme per il deterioramento della situazione: decine di migliaia di persone affrontano sfollamenti forzati e gravi carenze di beni essenziali come cibo, acqua e assistenza medica.

La comunità internazionale ha espresso profonda preoccupazione per l’escalation della violenza e il suo impatto sui civili. L’UNICEF e altre organizzazioni hanno sottolineato il trauma profondo vissuto dai bambini a Gaza, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco immediato e della protezione dei civili.
Le Nazioni Unite hanno chiesto la cessazione immediata delle ostilità e il via libera agli aiuti di emergenza per affrontare le urgenti necessità della popolazione colpita.
La recente escalation a Gaza ha provocato una tragica perdita di vite umane, in particolare tra i bambini, e ha messo in seria difficoltà le operazioni umanitarie.
Il fatto che siano stati presi di mira operatori umanitari, insieme all’enorme numero di vittime civili, sottolinea l’urgenza di rispettare il diritto internazionale umanitario e di garantire protezione a tutti i civili.
Un intervento internazionale immediato è essenziale per fermare la violenza, assicurare responsabilità e fornire aiuti vitali alla popolazione di Gaza.