Mentre il conflitto infuria in Sudan, uomini armati stuprano e aggrediscono sessualmente bambini, compresi alcuni neonati di appena un anno: la terribile denuncia arriva dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF).
I dati sulla violenza di genere in Sudan rivelano l’entità dell’orrore: oltre 220 casi di stupro di minori denunciati dall’inizio del 2024.
“Bambini di appena un anno stuprati da uomini armati dovrebbero scioccare chiunque nel profondo e spingere a un’azione immediata”, ha dichiarato la Direttrice Esecutiva dell’UNICEF, Catherine Russell.
Ma queste cifre rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché i sopravvissuti e le loro famiglie spesso restano in silenzio a causa dello stigma, della mancanza di servizi e della paura di ritorsioni da parte dei gruppi armati.
La violenza sessuale viene usata come arma nel conflitto in Sudan, mettendo a rischio milioni di bambini. La brutale realtà di questa violenza e la paura di esserne vittime spingono donne e ragazze a lasciare le loro case e le loro famiglie, solo per affrontare ulteriori pericoli. Secondo l’UNICEF, molte ragazze finiscono in siti di sfollamento informali, con risorse scarse e un alto rischio di violenza sessuale. Tra i sopravvissuti agli stupri denunciati, il 66% sono ragazze.
Nel frattempo, anche i ragazzi affrontano difficoltà. Lo stigma radicato rende particolarmente difficile denunciare le aggressioni sessuali, ostacolando l’accesso all’aiuto e ai servizi.
Children as young as one being raped by armed men should shock anyone to their core and compel immediate action.
In Sudan, sexual violence is used as a tactic of war. It’s an abhorrent violation of international law and could constitute a war crime.👇 https://t.co/JabmhN6NW3
— Catherine Russell (@unicefchief) March 4, 2025
Sconvolgente il dato secondo cui 16 dei sopravvissuti avevano meno di cinque anni, inclusi quattro bambini di un anno. “Questa è una violazione aberrante del diritto internazionale e potrebbe costituire un crimine di guerra”, ha sottolineato Russell. “Deve finire.”
L’UNICEF sta lavorando con i suoi partner per creare spazi sicuri che offrano servizi contro la violenza di genere ai sopravvissuti.
L’agenzia sta formando operatori in prima linea, tra cui assistenti sociali e psicologi, per fornire servizi a livello comunitario in tutto il Sudan e contrastare norme e pratiche sociali dannose.

L’UNICEF chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, proteggere i civili – in particolare i bambini – e garantire che gli operatori umanitari possano fornire aiuti in sicurezza.
Sistemi di raccolta dati più solidi sono considerati essenziali, sia per migliorare la risposta umanitaria che per assicurare i colpevoli alla giustizia. “La diffusa violenza sessuale in Sudan ha instillato il terrore tra la popolazione, soprattutto tra i bambini”, ha avvertito Russell. “Queste cicatrici di guerra sono incommensurabili e durature.”
Senza un’azione urgente, la crisi della violenza sessuale in Sudan si aggraverà ulteriormente, lasciando un’eredità devastante e indelebile.