Venerdì il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione per affrontare il crescente conflitto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC). La risoluzione condanna fermamente le recenti avanzate territoriali del gruppo ribelle M23 nelle province del Nord Kivu e del Sud Kivu, accusato di ricevere sostegno dall’esercito ruandese (RDF). Il testo impone l’immediata cessazione delle ostilità e richiede il ritiro incondizionato delle forze dell’M23 dalle città occupate di Goma e Bukavu.
Il Consiglio di Sicurezza ha inoltre chiesto al Ruanda di cessare qualsiasi sostegno al gruppo M23 e di ritirare le sue truppe dalla RDC senza condizioni. Questa posizione riflette la crescente preoccupazione internazionale sul coinvolgimento di Kigali nel conflitto congolese. Il voto è stato unanime e arriva a 48 ore da una ennesima riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata alla crisi nella DR Congo.
La risoluzione affronta anche il ruolo delle Forze armate della RDC (FARDC), esortandole a interrompere qualsiasi collaborazione con gruppi armati, in particolare con le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR).
Di fronte all’escalation delle violenze che ha causato numerose vittime civili e sfollamenti di massa, il Consiglio di Sicurezza ha sottolineato la necessità che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale. Inoltre, ha avvertito che gli attacchi contro i caschi blu dell’ONU potrebbero costituire crimini di guerra.
L’adozione di questa risoluzione, che ha ricevuto l’appoggio unanime, rappresenta un passo importante per la de-escalation del conflitto nella RDC e per il sostegno agli sforzi diplomatici volti a raggiungere una pace duratura nella regione.

Il Consiglio ha inoltre esortato con forza la RDC e il Ruanda a riprendere senza condizioni i negoziati diplomatici con urgenza, al fine di raggiungere una soluzione pacifica e duratura per porre fine al conflitto nella regione.
La risoluzione è stata presentata dalla Francia, il cui ambasciatore, Nicolas de Rivière, ha ringraziato i membri del Consiglio per il loro impegno durante i negoziati della scorsa settimana. “Questo invia un messaggio chiaro: non esiste una soluzione militare al conflitto nell’est della RDC”, ha dichiarato il diplomatico francese.. “L’offensiva condotta dall’M23 con il sostegno del Ruanda deve essere fermata.”
Intanto l’occupazione del Nord Kivu, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), da parte del gruppo armato M23 ha gravemente limitato la capacità della forza di stabilizzazione delle Nazioni Unite di proteggere i civili e svolgere operazioni salvavita: a dichiararlo venerdì ai giornalisti è stata la capo missione Bintou Keita.
Queste difficoltà operative sono state aggravate da campagne di disinformazione e manipolazione, che stanno fuorviando il pubblico sul ruolo dei caschi blu dell’ONU, ha spiegato la Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la RDC e capo della missione di peacekeeping nel paese, MONUSCO, durante un briefing stampa dalla RDC in videocollegamento con il Palazzo di Vetro.
Tuttavia, la missione rimane determinata a portare avanti il suo mandato e attualmente sta proteggendo centinaia di migliaia di sfollati nell’est del paese. L’arrivo recente del Comandante delle Forze dell’ONU a Beni dimostra questa determinazione, ha affermato Keita. Nonostante le difficoltà, la missione delle Nazioni Unite continua a sostenere la RDC e le sue forze armate, ha affermato Keita. Nelle ultime settimane, MONUSCO ha risposto agli attacchi del gruppo armato CODECO, istituendo due basi per proteggere i civili.
MONUSCO ha un mandato principale, riconosciuto dal diritto internazionale, per proteggere le persone disarmate che cercano rifugio nei suoi presidi, ha spiegato Keita. Tra queste, 1.400 persone a rischio elevato—in gran parte donne e bambini—che hanno cercato protezione dopo la caduta di Goma a gennaio.
“Tuttavia, la situazione attuale è insostenibile,” ha avvertito Keita, evidenziando le difficoltà nel fornire riparo e beni di prima necessità a coloro che sono sotto protezione della missione ONU. MONUSCO, fermamente impegnata nella protezione dei civili, ha fatto un appello urgente per una soluzione sicura, dignitosa e sostenuta dalla comunità internazionale per il trasferimento di queste persone in una località alternativa sicura, nel pieno rispetto dei loro diritti e delle loro scelte. Rinnovando la richiesta di un cessate il fuoco immediato, Keita ha chiesto al Ruanda di porre fine al suo sostegno al M23 e di rispettare l’integrità territoriale della RDC. Ha inoltre esortato tutti i gruppi armati in Ituri a cessare immediatamente le atrocità contro i civili e ha condannato i brutali attacchi del gruppo armato ADF nella regione orientale.
Keita ha chiesto a tutti i gruppi armati di deporre le armi e di smettere di occupare le comunità locali. “Non esiste una soluzione militare che possa porre fine a queste sofferenze,” ha dichiarato.
Solo una soluzione politica e il dialogo possono risolvere questo conflitto, ha aggiunto, assicurando che MONUSCO e le Nazioni Unite sosterranno ogni sforzo in tal senso. Ha inoltre sottolineato che le donne devono essere incluse nei processi di pace, affermando che “le loro voci devono essere ascoltate”.
Il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, ha annunciato che l’agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) ha lanciato un appello per 40,4 milioni di dollari per fornire protezione e assistenza a 275.000 sfollati interni nelle province di Sud Kivu, Nord Kivu, Maniema e Tanganyika. L’appello mira anche a supportare un potenziale afflusso di 258.000 rifugiati, richiedenti asilo e rimpatriati nei paesi vicini, tra cui Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda e Zambia. “C’è un bisogno urgente di rifugi, cibo e latrine, nonché della ricollocazione dei nuovi arrivati in altri siti per ridurre il sovraffollamento,” ha affermato Dujarric.
L’UNHCR e i suoi partner stanno intensificando gli aiuti, distribuendo pasti caldi e acqua ai nuovi arrivati. Tuttavia, hanno bisogno di ogni tipo di forniture di emergenza per affrontare la crisi umanitaria. Nel Sud Kivu, i partner umanitari hanno espresso preoccupazione per gli scontri in corso a Uvira, che stanno ostacolando l’accesso ai soccorsi, compreso il movimento delle ambulanze, mentre gli ospedali segnalano vittime civili ogni giorno, ha riferito il portavoce dell’ONU. Nel territorio di Kalehe, i combattimenti hanno costretto oltre 50.000 persone a fuggire solo nell’ultima settimana, molte delle quali hanno cercato rifugio in Burundi. Dall’inizio di febbraio, più di 40.000 cittadini congolesi—per lo più donne e bambini—sono arrivati in Burundi, cercando protezione, ha aggiunto.
Intanto oggi il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri dell’Italia, Antonio Tajani, ha deposto a Roma presso la Scalea Attanasio, fuori dal palazzo della Farnesina, una corona d’alloro in memoria dell’ambasciatore Luca Attanasio. La cerimonia è stata l’occasione per commemorare il quarto anniversario dell’attentato nella Repubblica Democratica del Congo dove persero la vita oltre all’ambasciatore Attanasio, anche il carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e l’autista del Pam Mustapha Milambo.