Lunedì pomeriggio si è tenuta al Palazzo di Vetro dell’ONU una riunione speciale a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza per fare il punto sulla caduta in Siria del regime di Bashar al-Assad e la presa della capitale Damasco da parte dei ribelli, tra cui la principale forza militare è composta dall’ organizzazione Hayat Tahrir al-Sham (HTS), considerata un gruppo terrorista proprio dall’ONU. Uscendo dalla riunione, si è saputo che i Quindici nei prossimi giorni lavoreranno su una dichiarazione comune sulla Siria. A confermarlo ai reporter in attesa fuori, sono stati gli ambasciatori di Russia e Stati Uniti.
HTS, che in una settimana ha conquistato quasi tutta la Siria (e che ha usufruito dell’appoggio della Turchia), era già precedentemente noto con il nome di Fronte Nusra, cioè rappresentante di al Qaeda in Siria fino alla rottura dei legami nel 2016. Resta però una formazione paramilitare sanzionata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I diplomatici hanno affermato che lunedì non c’è stata alcuna discussione sulla rimozione di HTS dall’elenco delle sanzioni.
La Russia, da anni principale alleato del regime degli Assad insieme all’Iran, ha protetto sia militarmente che diplomaticamente la Siria durante gli ultimi 11 anni di guerra civile, ponendo più di una dozzina di veti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Assad infatti è fuggito a Mosca quando i ribelli erano ormai alle porte di Damasco. Però sembra che le accese divisioni tra Russia e USA del passato nei riguardi della Siria, in questo momento al Consiglio di Sicurezza abbiano ceduto il passo alla volontà di evitare un pericolosissimo caos.
“Il Consiglio mi è sembrato più o meno unito sulla necessità di preservare l’integrità territoriale e l’unità della Siria, di garantire la protezione dei civili, di garantire che gli aiuti umanitari arrivassero alla popolazione bisognosa”, ha affermato l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia.
Anche l’ambasciatore americano Robert Wood, vice rappresentante permanente degli Stati Uniti all’ONU (per il mese di dicembre gli USA detengono la presidenza di turno del Consiglio) ha confermato che il consiglio lavorerà su una dichiarazione comune. “Questo è un momento incredibile per il popolo siriano, una grade occasione”, ha detto Wood. “Ora siamo davvero concentrati nel cercare di vedere dove va la situazione. Può esserci un’autorità di governo in Siria che rispetti i diritti e la dignità della popolazione siriana?”
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Sia Nebenzia che Wood hanno sottolineato quanto inaspettati siano stati gli eventi del fine settimana in Siria. “Tutti sono stati colti di sorpresa, tutti, compresi i membri del consiglio. Quindi dobbiamo aspettare, vedere, osservare… e valutare come si svilupperà la situazione”, ha detto Nebenzia.
All’Ambasciatore Wood abbiamo chiesto se durante la riunione i Quindici avessero affrontato il problema delle armi chimiche e se ci fosse la preoccupazione che queste potessero finire nelle mani sbagliate. “Si, ne abbiamo parlato e sicuramente c’è preoccupazione sulle armi chimiche. Nel 2013 Assad avrebbe dovuto disfarsene, ma sappiamo che ne aveva ancora nei suoi arsenali militari, dove ci sono anche missili”.
L’ambasciatore cinese all’ONU Fu Cong ha affermato dopo la riunione del consiglio che “la situazione deve essere stabilizzata e deve esserci un processo politico inclusivo, e inoltre non dovrebbe esserci una rinascita delle forze terroristiche”.
Ma la battuta migliore spetta all’ambasciatore Nebenzia: alla domanda se si fosse parlato di HTS, lui ha confermato che non se n’era parlato in questa riunione “ma è sicuramente una questione importante. Lo stesso Dipartimento di Stato USA ha una taglia di dieci milioni di dollari sul loro capo al-Jolani. Ho detto agli americani che se pagano, noi russi possiamo aiutare…”.