Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato questa mattina una risoluzione presentata dai 10 membri non permanenti che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza per porre fine alla guerra. La risoluzione ha ricevuto 14 voti a favore (inclusi UK, Russia, Cina e Francia) e uno contrario, quello degli USA, che equivale ad un veto. Per questo motivo la risoluzione non è stata approvata.
Nel testo si chiedeva “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” nella Striscia e “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”, ma anche “un ingresso sicuro e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala”, anche nella parte nord di Gaza, denunciando qualsiasi tentativo di affamare i palestinesi. La bozza aveva subito modifiche sostanziali per cercare di evitare il veto degli Usa: in particolare, era stato eliminato il riferimento al Capitolo 7 della Carta Onu (voluto dai palestinesi), che consente al Consiglio di adottare misure per far rispettare le sue risoluzioni, come le sanzioni. Tuttavia Washington ha bloccato il testo con il veto, motivandolo con la mancata condanna esplicita di Hamas e la mancata e chiara condizione della liberazione degli ostaggi per raggiungere il cessate il fuoco.
L’ambasciatore Robert Wood, vice rappresentante permanente degli USA all’ONU, subito dopo il voto ha motivato così il veto degli Stati Uniti: “Gli Usa hanno lavorato per settimane in buona fede per evitare questo risultato. La fine durevole della guerra a Gaza necessita il rilascio degli ostaggi, questi due aspetti sono collegati in maniera inseparabile… Il testo avrebbe inviato il messaggio sbagliato alle parti, e che la strategia di Hamas è vincente. Non è Israele che si mette in mezzo all’accordo per la tregua, ma Hamas”.
L’ambasciatore algerino Amar Bendjama, dicendo che i membri del Consiglio di Sicurezza che hanno votato a favore della risoluzione, rappresentano “la volontà collettiva” della comunità internazionale, ha affermato: “È un giorno triste per il Consiglio di Sicurezza, per le Nazioni Unite e per la comunità internazionale nel suo complesso”. Sono trascorsi “cinque mesi dall’adozione della risoluzione 2735, cinque mesi durante i quali il Consiglio di Sicurezza è rimasto inattivo, con le mani legate”, ha aggiunto il diplomatico algerino, sottolineando che il progetto di risoluzione era “lontano dall’ideale”, ma rappresentava “il minimo che avrebbe dovuto unirci”.
Bendjama ha ribadito l’appello del suo Paese a far rispettare le decisioni del Consiglio di Sicurezza e a imporre sanzioni a coloro che sfidano la volontà collettiva della comunità internazionale. “Per questo motivo, la nostra posizione è quella di adottare una risoluzione ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite”, ha detto, aggiungendo che, nonostante i lunghi negoziati, la risoluzione è stata bloccata da un membro del Consiglio. “Il messaggio di oggi è chiaro per la potenza occupante israeliana: potete continuare il vostro genocidio… con totale impunità. In quest’Aula godete dell’immunità”, ha affermato rivolgendosi chiaramente al collega degli Stati Uniti. Poi ha concluso: “Al popolo palestinese, un altro messaggio chiaro: mentre la stragrande maggioranza del mondo è solidale con la vostra situazione, gli altri rimangono indifferenti alla vostra sofferenza”.
L’ambasciatore cinese Fu Cong ha affermato che Israele ha palesemente violato ogni linea rossa del diritto umanitario internazionale e anche se la carestia è evidente a Gaza, gli Stati Uniti sembrano sempre trovare una giustificazione per difendere Israele. Il ripetuto ricorso al veto da parte degli Stati Uniti ha ridotto l’autorità del Consiglio di Sicurezza e del diritto internazionale “ai minimi storici”, ha detto l’ambasciatore cinese.
L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha detto al Consiglio di Sicurezza che è “scioccante” che gli Stati Uniti abbiano posto il veto ad un tentativo di salvare vite palestinesi e israeliane, anche se “non ne dovremmo essere sorpresi”. “Per mesi, gli Stati Uniti hanno ostacolato l’azione del Consiglio volta ad affrontare la situazione catastrofica di Gaza, favorendo una parte del conflitto per portare avanti i propri obiettivi politici a scapito delle vite palestinesi”, ha affermato Nebenzia. “Gli Stati Uniti affermano che ciò è nell’interesse della regione, ma votano contro una risoluzione sostenuta dalla maggior parte dei paesi della regione”, ha affermato l’ambasciatore russo, aggiungendo che il Consiglio avrebbe potuto richiedere un cessate il fuoco immediato, incondizionato e sostenibile a Gaza, nonché una rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. “È inconcepibile che gli Stati Uniti ostacolino cinicamente la richiesta di tali azioni per salvare vite umane nella peggiore crisi umanitaria del mondo”, ha concluso Nebenzia.
L’ambasciatore francese Nicolas de Riviere, dopo il suo intervento al Consiglio di Sicurezza, si è presentato davanti ai giornalisti e rispondendo a delle domande ha detto che “noi continueremo a spingere, al Consiglio come all’Assemblea Generale per sbloccare la drammatica situazione a Gaza. Oggi è una giornata triste, la risoluzione presentata era molto buona, aveva tutti gli elementi giusti compresi gli ostaggi, non ci sono giustificazioni credibili per chi l’ha obiettata” (vedi video sopra).
Il Regno Unito, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza. ha votato a favore di questa risoluzione “come espressione della nostra determinazione a porre fine a questa guerra, a porre fine alle sofferenze a Gaza e a garantire l’immediato rilascio degli ostaggi” ha detto l’ambasciatrice britannica Barbara Woodward. “Il Regno Unito” ha proseguito “resta risoluto nel chiedere un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato di tutti gli ostaggi crudelmente detenuti da Hamas dal 7 ottobre 2023 e un’azione urgente per affrontare la crisi umanitaria. Il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza è catastrofico e inaccettabile. Tutta Gaza è a rischio carestia e in alcune aree è probabile che questa sia imminente. Tuttavia, gli aiuti che raggiungono i civili rimangono del tutto insufficienti per mitigare questo disastro in atto. Le difficoltà impensabili che i civili stanno già affrontando a Gaza sono destinate a peggiorare ulteriormente con l’avvicinarsi dell’inverno. Israele deve intraprendere azioni urgenti per alleviare questa crisi. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato da tutte le parti”.
“Ci rammarichiamo che il Consiglio non sia riuscito a raggiungere un consenso su questo tema” ha proseguito Woodward per poi concludere esortando: “Ma colleghi, restiamo impegnati nella visione di questo testo. E continueremo a impegnarci, insieme ai nostri partner, per porre fine a questa guerra. Per garantire il rilascio degli ostaggi. E per garantire un enorme aumento degli aiuti e per proteggere i civili”.
Majed Bamya, vice osservatore permanente dello Stato di Palestina, ha affermato che non esiste “nessun diritto” all’uccisione di massa di civili, all’affamazione di un’intera popolazione civile, allo sfollamento forzato e all’annessione. “Questo è ciò che Israele sta facendo a Gaza. Questi sono i suoi obiettivi di guerra. Questo è ciò che l’assenza di un cessate il fuoco gli consente di continuare a fare”, ha affermato il diplomatico palestinese. Osservando che l’assalto israeliano “a pieno titolo” contro il popolo palestinese e la terra palestinese riguarda “tutto tranne gli ostaggi”. “Se anche le famiglie degli ostaggi possono vederlo, come può qualcuno in questa stanza affermare il contrario?” ha chiesto, sottolineando che un cessate il fuoco consentirebbe di salvare vite umane, tutte le vite. Non far approvare la risoluzione “significa accettare che gli omicidi continuino mentre osserviamo che non risolviamo nulla”, ha aggiunto Bamya.
L’ambasciatore israeliano Danny Danon ha ringraziato il Consiglio per aver respinto il progetto di risoluzione che avrebbe chiesto la restituzione degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza. Hamas è responsabile delle terribili condizioni all’interno dell’enclave, ha detto. Da parte sua, Israele non mancherà mai di difendersi e non smetterà mai di lottare per la libertà degli ostaggi presi il 7 ottobre dell’anno scorso, ha proseguito Danon. “Oggi questo Consiglio ha avuto l’opportunità di schierarsi dalla parte della giustizia. La storia ricorderà questo voto e coloro che hanno sostenuto gli ostaggi e gli altri che li hanno traditi per proteggere i terroristi”, ha detto Danon.
Alla fine della riunione, i dieci rappresentanti dei paesi non permanenti del Consiglio di Sicurezza (Giappone, Sud Corea, Guyana, Sierra Leone, Malta, Svizzera, Mozambico, Ecuador, Algeria e Slovenia) si sono presentati davanti ai giornalisti e l’ambasciatrice della Guyana Carolyn Rodrigues-Birkett ha letto una dichiarazione congiunta dopo che la risoluzione presentata dai paesi eletti al Consiglio è stata respinta dal veto degli USA (video sopra),