La Russia ha messo il veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che chiedeva un immediato cessate il fuoco e delle ostilità in Sudan, sconvolto dalla guerra civile scoppiata l’anno scorso tra esercito e forze paramilitari. Il testo della risoluzione, preparato da Gran Bretagna e Sierra Leone, chiedeva alle due parti di “cessare immediatamente le ostilità” e iniziare colloqui per un “cessate il fuoco nazionale”e ha raccolto 14 voti a favore, tranne quello della missione russa. “Un Paese ha impedito al Consiglio di parlare con una sola voce, un Paese è il nemico della pace. Questo veto russo è un’onta, la Russia mostra ancora una volta al mondo qual è il suo vero volto”, ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico David Lammy, che ha presieduto la riunione.
“L’unico modo per raggiungere la pace è che le parti in conflitto raggiungano un accordo di cessate il fuoco”, ha affermato il vice rappresentante permanente della Russia, l’ambasciatore Dmitry A. Polyanskiy nella sua spiegazione di voto, che ha aggiunto: “Ciò non dovrebbe essere imposto dal Consiglio in modo condito con un sapore coloniale”.
“Il problema principale con la bozza è che c’è una falsa comprensione di chi ha la responsabilità di proteggere i civili e chi dovrebbe prendere una decisione sull’invito di forze straniere in Sudan”, ha detto il diplomatico russo, che ha precisato che “questo ruolo dovrebbe essere responsabilità del governo del Sudan, un punto non menzionato nella bozza del Regno Unito, che dimostra un tentativo di intromettersi negli affari sudanesi”.
Secondo le stime dell’Onu, la guerra in Sudan ha provocato decine di migliaia di morti e sfollato oltre 11 milioni di persone, di cui 3,1 milioni fuori dal Paese. Nei giorni scorsi fonti diplomatiche avevano indicato una possibile astensione della Russia, notando un cambiamento da parte del Cremlino sul dossier. Durante i negoziati sul testo, infatti, Mosca avrebbe fatto “molti commenti” da cui emergerebbe il suo essere “allineata” con il campo dell’esercito sudanese. II testo della risoluzione chiedeva agli Stati membri di astenersi da “ingerenze esterne che alimentano il conflitto” in Sudan, ribadendo il rispetto dell’embargo sulle armi nella regione del Darfur. Nelle precedenti votazioni dell’Onu sul conflitto sudanese la Russia si era astenuta.