A poche ore dalle elezioni USA e a nemmeno una settimana da un appello lanciato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ecco che il lancio di “un altro” missile balistico intercontinentale (ICBM) da parte della Repubblica popolare democratica di Corea (DPRK, RPDC in italiano), scuote il Palazzo di Vetro, che in una ennesima riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza tenuta lunedì mattina, ha provato ad affrontare la “grave minaccia” alla stabilità regionale.
Ma la discussione sull’ultimo lancio nord coreano, è stata anche l’occasione per alcuni paesi cercare di mettere all’angolo la Russia sulla presenza di truppe della Corea del Nord nel suo territorio per essere utilizzate contro l’Ucraina. Infatti durante il dibattito, la rappresentante della Russia ha rifiutato di confermare come vorrà utilizzare le truppe nordcoreane che intende schierare durante un alterco con il rappresentante degli Stati Uniti avvenuto attorno al tavolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “Ho ascoltato la dichiarazione [dell’inviata russa], come hanno fatto altri in questa stanza, ma rimane ancora l’unica domanda che quella dichiarazione non affronta, e cioè se ci sono truppe della DPRK sul terreno in Russia”, ha affermato l’ambasciatore Robert Wood ai membri del consiglio. “La mia domanda è ancora valida e spero che la Federazione Russa risponda a questa semplice domanda”, ha ripetuto il diplomatico americano riferendosi all’intelligence che indicava che circa 10.000 soldati nordcoreani sarebbero stati inviati in Russia per l’addestramento e il dispiegamento per combattere a fianco delle truppe del Cremlino in Ucraina, con alcuni nordcoreani che si ritiene siano sul punto di dirigersi in Ucraina nei prossimi giorni.
“Non siamo in un tribunale qui, e la questione degli Stati Uniti, nello spirito di un interrogatorio, non è qualcosa a cui intendo rispondere”, ha replicato la vice ambasciatrice russa Anna Evstigneeva.
Ma torniamo al missile nord coreano: lanciato il 31 ottobre intorno alle 7:11 ora locale, avrebbe volato per 1 ora e 26 minuti, percorso circa 1.000 chilometri, raggiungendo un’altitudine di oltre 7.000 chilometri prima di finire in mare. “La RPDC ha descritto questo ultimo lancio come un ‘test cruciale’ che ‘ha aggiornato i recenti dati sulla capacità missilistica strategica della RPDC'”, ha detto ai Quindici ambasciatori Khaled Khiari, assistente segretario generale per l’Asia presso il Dipartimento degli affari politici delle Nazioni Unite. .
“L’Hwasong-19 stabilisce nuovi record in termini di durata del volo e altitudine ed è il secondo missile balistico intercontinentale a combustibile solido sviluppato dalla RPDC che non necessita di essere sottoposto a rifornimento prima del lancio. Si dice che sia più grande del suo predecessore, l’Hwasong-18, e potrebbe essere in grado di trasportare testate più grandi o anche più testate”. Quest’ultimo test segna l’undicesimo lancio di missili balistici intercontinentali (ICBM) da parte della RPDC – più comunemente conosciuta come Corea del Nord – da quando ha annunciato un nuovo piano quinquennale di espansione militare nel 2021.
Khiari ha osservato che il lancio pone anche “seri rischi” per l’aviazione civile internazionale e il traffico marittimo, con il rischio di incidenti non intenzionali, poiché la Corea del Nord non ha emesso alcun allarme di sicurezza.
“Il lancio di un altro missile balistico intercontinentale da parte della RPDC è motivo di seria preoccupazione e rappresenta una grave minaccia per la stabilità regionale”, ha affermato, sottolineando che, nonostante le numerose riunioni del Consiglio di Sicurezza nel 2023 e nel 2024, il paese “non ha ascoltato le richieste di astenersi da ulteriori lanci”.
Anche il segretario generale António Guterres ha condannato il lancio del missile, esortando il Paese a ridurre la tensione e a rispettare le risoluzioni internazionali. Guterres ha sottolineato che l’impegno diplomatico rimane “l’unica via verso una pace sostenibile e la denuclearizzazione completa e verificabile della penisola coreana”.
Khiari ha anche espresso preoccupazione per le crescenti tensioni nella penisola coreana, avvertendo che la “persistente ricerca” da parte della RPDC di programmi di armi nucleari e missili balistici – in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza – continua a minare il regime globale di disarmo nucleare e non proliferazione. “C’è un bisogno cruciale di misure pratiche per ridurre le tensioni e invertire questa pericolosa traiettoria”, ha affermato il funzionario dell’ONU, esortando gli Stati membri a promuovere un ambiente favorevole al dialogo e alla cooperazione.
Concludendo il suo briefing, Khiari ha affermato che le Nazioni Unite e i suoi partner sono pronti ad aiutare la RPDC a soddisfare i bisogni fondamentali della sua popolazione, esortato il Paese a facilitare il pieno ritorno del Coordinatore residente delle Nazioni Unite e del Team nazionale delle Nazioni Unite che guida lo sforzo umanitario.
L’ambasciatore americano e vice rappresentante permanente Robert Wood ha descritto i lanci missilistici da parte della RPDC come una “violazione diretta” di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, poiché ogni lancio consente a Pyongyang di far avanzare ulteriormente i suoi programmi di armi. “Questi sono tentativi inaccettabili di minare la pace e la sicurezza globale e di renderci tutti meno sicuri. Questo Consiglio ha la responsabilità di ritenere responsabile la Corea del Nord”, ha affermato. “Eppure siamo qui di nuovo oggi perché due membri di questo Consiglio – Cina e Russia – hanno ripetutamente protetto la RPDC, contribuendo alla normalizzazione di questi test e incoraggiando la RPDC a violare ulteriormente le sanzioni e le risoluzioni di questo Consiglio”.
Wood ha affermato che “la volontà della Russia di violare apertamente le risoluzioni sulle sanzioni di questo Consiglio e di mettere a repentaglio la pace e la sicurezza internazionali non conosce limiti – poiché la Russia sta addestrando illegalmente i soldati della RPDC nel suo territorio”, ha affermato il diplomatico degli USA ricordando che la Corea del Nord ha inviato “circa 10.000” soldati in Russia, aggiungendo che queste truppe non risultano ancora essere state schierate in combattimento contro le forze ucraine, “ma ci aspettiamo che lo facciano nei prossimi giorni”. “Se queste truppe si impegnassero in operazioni di combattimento o di supporto al combattimento contro l’Ucraina, diventerebbero obiettivi militari legittimi”, ha osservato Wood.
L’ambasciatore giapponese Yamazaki Kazuyuki “ha esortato fortemente” la Corea del Nord a non effettuare ulteriori lanci, a rispettare immediatamente e pienamente tutte le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, a impegnarsi nella diplomazia e ad accettare le ripetute offerte di dialogo. L’ICBM più recente è atterrato a soli 200 chilometri dall’isola giapponese di Hokkaido ed è stato “più minaccioso che mai” a causa della sua traiettoria e del tempo di volo, ha detto Yamazaki. “Questo lancio ha peggiorato ulteriormente la situazione della sicurezza non solo regionale ma globale, e ha portato la minaccia più grave mai lanciata dalla Corea del Nord a tutti i cittadini della regione e oltre”, ha aggiunto il diplomatico giapponese.
L’ambasciatore Yamazaki ha affermato che la maggiore cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord costituisce una grande preoccupazione per la comunità internazionale, sottolineando l’illegalità dell’”approvvigionamento di missili balistici dalla Corea del Nord da parte della Russia, così come dell’addestramento dei soldati nordcoreani, che costituiscono entrambi gravi violazioni delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”. Yamazaki ha aggiunto che il “coinvolgimento della RPDC nella guerra di aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite”.
Joonkook Hwang, ambasciatore e rappresentante permanente della Repubblica di Corea, ha ricordato la riunione del Consiglio di sicurezza della scorsa settimana e il fatto che Pyongyang abbia ignorato le “ripetute richieste” di moderazione. “La Corea del Nord ha lanciato un altro missile balistico intercontinentale subito dopo il nostro incontro di mercoledì scorso”, ha detto, aggiungendo: “la sua intenzione potrebbe essere quella di distrarre l’attenzione del mondo dalle sue truppe in Russia, dimostrarsi più grande della realtà, o acquisire influenza diplomatica nel contesto delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti”. Chiedendosi come potrebbe un “regime paria e impoverito” continuare a sviluppare il suo programma di missili balistici nonostante il regime di sanzioni “rigorose” imposto dal Consiglio di Sicurezza, il diplomatico coreano ha sottolineato la presenza di “grandi scappatoie” che consentono l’accesso della RPDC alle attrezzature, ai materiali e alla tecnologia necessari per portare avanti i suoi programmi sulle armi di distruzione di massa (WMD). Joonkook nel suo intervento ha anche messo in guardia sulle sfide che il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) deve affrontare. “Una volta che il regime del TNP inizierà a erodersi e alla fine crollerà, sarà estremamente difficile ripristinarlo”, ha affermato il diplomatico sud coreano, aggiungendo: “Le ripercussioni avranno un impatto profondo e duraturo sulla pace e sulla sicurezza internazionale, e neanche i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ne saranno immuni”.
Quando è stato il turno dell’ambasciatore cinese, Fu Cong ha affermato che l’attuale situazione nella penisola coreana “resta tesa” con un crescente antagonismo che non è nell’interesse di nessuna delle parti. “La Cina invita tutte le parti a tenere presente la pace e la stabilità complessive nella penisola e nel mondo in generale, a esercitare calma e moderazione ed evitare l’intensificarsi e l’escalation delle tensioni”, ha affermato il diplomatico di Pechino, osservando che l’annosa questione della penisola coreana è essenzialmente una questione di sicurezza, le cui origini derivano dagli inizia della Guerra Fredda e dalla mancanza di fiducia reciproca tra Stati Uniti e RPDC. “È imperativo che tutte le parti adottino un approccio razionale e pragmatico e lavorino per costruire la fiducia reciproca”, ha affermato l’ambasciatore Fu. Il rappresentante della Cina ha aggiunto che gli Stati Uniti, pur affermando di voler sostenere il regime internazionale di non proliferazione e denuclearizzare la penisola, “hanno continuato ad aumentare lo spiegamento delle loro forze strategiche… e hanno persino trasferito uranio altamente arricchito e ad uso militare in paesi non dotati di armi nucleari nel quadro della cooperazione sui sottomarini nucleari AUKUS. “Queste mosse equivalgono a spingere la minaccia alle porte della Cina e di altri paesi della regione, mettendo seriamente a repentaglio la sicurezza regionale e sconvolgendo l’equilibrio strategico della sicurezza”, ha affermato il diplomatico cinese.
L’ambasciatrice Anna Evstigneeva, vice rappresentante permanente della Russia, nel suo intervento ha affermato che “l’Occidente collettivo sta metodicamente utilizzando” il Consiglio di Sicurezza per presentare Pyongyang come responsabile del deterioramento della situazione nella penisola. “Non ci aspettavamo né abbiamo sentito nulla di nuovo dal gruppo di paesi che hanno richiesto l’incontro di oggi”, ha detto la diplomatica russa, aggiungendo che “lo scopo di convocare l’incontro è ogni volta lo stesso: fare un altro passo verso la demonizzazione della RPDC. ” Secondo Evstigneeva sarebbe “interessante” sentire dai richiedenti se anche uno solo di questi incontri abbia avuto qualche impatto sulla risoluzione dei problemi della Penisola, se abbiano anche solo fatto una proposta costruttiva o avviato il dialogo. “La risposta è ovvia per tutti in quest’Aula” aggiungendo che i “veri motivi” di coloro che hanno richiesto l’incontro erano la creazione di un contesto informativo negativo attorno a Pyongyang, il mantenimento di misure sanzionatorie inefficaci e la giustificazione di passi aggressivi da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione.
Quando è stato il turno di Song Kim, ambasciatore e rappresentante permanente della RPDC, il diplomatico nord coreano ha affermato che il test missilistico effettuato il 31 ottobre dal suo Paese, nell’area attorno alla penisola coreana, non ha avuto “il minimo” impatto sulla sicurezza dei paesi vicini. Quindi, secondo il diplomatico di Pyongyang l’attuale riunione del Consiglio di Sicurezza, convocata su richiesta degli Stati Uniti, è contraria allo spirito della Carta delle Nazioni Unite sulla sovranità statale e sulla non ingerenza negli affari interni. Secondo Song Kim dà anche l’esempio di “doppi standard estremi”. “Denuncio risolutamente lo svolgimento di un altro incontro illegale da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che viola il diritto sovrano della RPDC su istigazione degli Stati Uniti e dei loro seguaci”, ha affermato il rappresentante della Nord Corea.
“Come tutti i test sulle armi strategiche che abbiamo condotto finora, il lancio di prova dell’ICBM Hwasong-19 è un esercizio del giusto e legittimo diritto all’autodifesa per salvaguardare in modo affidabile la sicurezza del nostro Stato e la pace della regione coinvolta contro le crescenti e sconsiderate minacce di guerra nucleare da parte di forze ostili”, ha aggiunto l’ambasciatore Kim, inoltre osservando che “alcuni paesi” parlano in ogni occasione della violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza come di una “ricetta panacea”, aggiungendo però che tali risoluzioni non sono “altro che documenti illegali” che vanno totalmente contro il principio dell’uguaglianza sovrana dei cittadini difronte alla Carta delle Nazioni Unite.