Nonostante le proteste e le telefonate e di ritorno le assicurazioni fornite dal premier israeliano Netanyahu ai leader dei paesi che contribuiscono con i loro soldati alla missione dell’UNIFIL, mercoledì ancora un attacco ai caschi blu in Libano da parte dell’esercito d’Israele. Un tank ha colpito una postazione nel sud del Libano, vicino a Kafer Kala, dove è di stanza il contingente spagnolo. “Un carro armato Merkava dell’Idf ha sparato alla torre di guardia. Due telecamere sono state distrutte e la torre è stata danneggiata”, riferisce in un comunicato UNIFIL denunciando anche in questo caso “fuoco diretto e apparentemente deliberato su una nostra posizione”.
Gli sviluppi di mercoledì si inseriscono nel contesto di numerosi “incidenti”avvenuti negli ultimi giorni in cui sono rimasti feriti un totale di cinque caschi blu. Inoltre, domenica, 15 peacekeeper sono rimasti intossicati dal fumo, dopo che l’IDF ha sparato diversi colpi a circa 100 metri dalla loro posizione, che era stata deliberatamente violata circa due ore prima, lo stesso giorno. Diverse postazioni delle Nazioni Unite sono state danneggiate e telecamere e luci distrutte.
Alti funzionari delle Nazioni Unite, compreso il Segretario generale Antonio Guterres, hanno ribadito che la sicurezza del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite “deve essere garantita” e che l’inviolabilità delle sedi delle Nazioni Unite “deve essere rispettata in ogni momento senza riserve”. Guterres inoltre avvertito che gli attacchi contro le forze di pace violano il diritto internazionale e possono costituire crimini di guerra. Nonostante la difficile situazione e le minacce alla sicurezza e all’incolumità del suo personale, l’UNIFIL resta impegnata nel suo mandato, ha affermato il portavoce della Missione Andrea Tenenti, che ha affermato che le forze di pace continuano a monitorare la situazione e a riferire al Consiglio di Sicurezza, e stanno facendo tutto il possibile per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere decine di persone.
Nel frattempo, nelle ultime 24 ore sono continuati intensi scontri a fuoco lungo e oltre la “Linea Blu” di separazione tra Israele e Libano. L’UNIFIL ha registrato 58 violazioni aeree, il numero più alto in un periodo di 24 ore dall’8 ottobre dello scorso anno, ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric, citando rapporti della Missione. Ha inoltre rilevato 1.279 proiettili attraverso la Linea Blu, 1.208 dei quali provenivano dal sud della Linea Blu in direzione nord e 71 dalla direzione nord.
Dujarric ha aggiunto che l’UNIFIL ha anche riferito che il fuoco indiretto e quello effettuato in prossimità delle posizioni delle Nazioni Unite hanno causato danni materiali alle attrezzature e alle strutture delle Nazioni Unite vicino a Dayr Amis nel settore ovest e a Shab’a nel settore est dell’area operativa delle forze di pace. “Fortunatamente nessun operatore di pace è rimasto ferito in questi incidenti. Ma continuano a mettere le nostre forze di pace…in serio rischio”, ha affermato, ribadendo che la sicurezza del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite deve essere garantita da tutti gli attori.
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha ribadito che “Israele attribuisce grande importanza alle attività di UNIFIL e non ha alcuna intenzione di danneggiare l’organizzazione o il suo personale. Inoltre, Israele ritiene che l’UNIFIL svolga un ruolo importante nel ‘giorno dopo’ la guerra contro Hezbollah”. Semmai, dice Katz, “è Hezbollah a usare il personale UNIFIL come scudi umani, sparando deliberatamente ai soldati dell’IDF da luoghi vicini alle postazioni UNIFIL”.

Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, insieme al collega francese Sébastien Lecornu, ha convocato in videoconferenza i ministri dei 16 Paesi europei che partecipano ad UNIFIL: occorre rivedere le regole d’ingaggio della missione, è la posizione italiana e ora di tutti, insieme alla necessità di “esercitare la massima pressione politica e diplomatica su Israele, affinché non si verifichino ulteriori incidenti”. Ad Hezbollah, dicono che “non può utilizzare il personale di UNIFIL come scudo nel contesto del conflitto”. Il ministro Crosetto da tempo preme per cambiare le regole d’ingaggio che, ha sottolineato, “consentono ai nostri militari di muoversi solo insieme alle forze armate libanesi. Queste ultime sono però state totalmente distrutte dalla crisi economica”.