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Guterres cita l’Iran al Consiglio di Sicurezza ma per Israele è “persona non grata”

La tensione tra il Segretario Generale e il governo Netanyahu alla riunione d'emergenza su Libano e l'attacco missilistico di Teheran. Atteso intervento Italia

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 6 mins read

Nel suo intervento alla riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres – dichiarato poche ore fa dal governo di Netanyahu persona non grata in Israele – ha condannato mercoledì mattina “con fermezza” l’attacco iraniano nel suo intervento. “Come ho fatto in relazione all’attacco iraniano di aprile – e come avrebbe dovuto essere ovvio ieri nel contesto della condanna che ho espresso – condanno nuovamente con fermezza il massiccio attacco missilistico di ieri dell’Iran contro Israele”, ha dichiarato Guterres.

Guterres, ha ancora una volta condannato il “ciclo disgustoso di violenze” che sta vivendo il Medio Oriente. “Deve finire, il tempo stringe”, ha aggiunto. ”Non possiamo perdere di vista il terribile tributo che questo conflitto sta imponendo ai civili, né possiamo voltarci l’altra parte di fronte alle sistematiche violazioni del diritto internazionale umanitario”, ha affermato Guterres condannando le azioni di tutte le parti coinvolte.

Pascale Christine Baeriswyl (right), Permanent Representative of Switzerland to the United Nations and President of the Security Council for the Month of October, speaks with Secretary-General António Guterres ahead of the Security Council meeting on the situation in the Middle East. (
UN Photo/Eskinder Debebe)

Guterres, ha anche dichiarato che la situazione in Medio Oriente è peggiorata: “Esattamente una settimana fa ho informato il Consiglio di Sicurezza sulla situazione allarmante in Libano. Da allora, le cose sono andate di male in peggio, molto peggio”.

Prima della riunione d’emergenza del Consiglio, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, aveva annunciato di aver designato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres “persona non grata”, il che significa che il diplomatico portoghese non potrà più entrare in Israele. Il Ministero degli Esteri afferma che la decisione è una reazione alla risposta di Guterres dopo l’attacco missilistico dell’Iran di ieri sera, “in cui non ha menzionato l’Iran per nome e non ha condannato inequivocabilmente la sua grave aggressione”. Le politiche di Guterres durante la guerra hanno “fornito sostegno a terroristi, stupratori e assassini di Hamas, Hezbollah e Houthi, e ora alla nave madre del terrore globale, l’Iran”. In una dichiarazione, Katz afferma che “chiunque non possa condannare inequivocabilmente l’odioso attacco dell’Iran a Israele, come hanno fatto quasi tutti i paesi del mondo, non merita di mettere piede sul suolo israeliano”.

Intanto nella sessione del Consiglio di Sicurezza non è previsto che venga approvata alcuna nuova risoluzione sul Libano, dato che la risoluzione 1706 del 2006 – mille volte violata – dovrebbe essere sufficiente, come ha ricordato ieri l’attuale presidente del Consiglio di Sicurezza, la svizzera Pascale Baeriswyl.

Ambassador Nicholas de Rivière of France (UN Photo/Eskinder Debebe)

L’ambasciatore francese Nicholas de Rivière, la cui delegazione ha convocato la riunione d’emergenza di oggi, ha condannato gli attacchi dell’Iran contro Israele e ha invitato Teheran ad astenersi da qualsiasi azione che possa portare a un’ulteriore destabilizzazione.

Passando ad altre preoccupazioni, ha affermato che Israele ha violato la sovranità del Libano con la sua incursione di terra, chiedendo la cessazione degli attacchi contro i civili e dichiarando che “abbiamo bisogno di un cessate il fuoco”. Inoltre, la risoluzione 1701 deve essere pienamente attuata, ha continuato, aggiungendo che gli sfollati in Israele e Libano devono poter tornare a casa.

Il diplomatico francese, anche chiesto un cessate il fuoco a Gaza e la realizzazione di una soluzione a due Stati. “È giunto il momento che il Consiglio mostri unità e parli con una sola voce, chiedendo di lavorare per allentare la tensione nella regione”.

L’ambasciatrice del Regno Unito  Barbara Woodward ha dichiarato al Consiglio che “la pace, non la guerra, è l’opzione coraggiosa”, sottolineando che il ministro degli Esteri del suo governo ha chiesto un cessate il fuoco su tutti i fronti. “Solo un cessate il fuoco in Libano e a Gaza creerebbe lo spazio per concordare un piano politico, coerente con la [risoluzione] 1701, che consenta il ritorno sostenibile dei civili israeliani e libanesi sfollati alle loro case”, ha affermato.

Condannando il “regime iraniano” per aver lanciato circa 200 missili balistici contro Israele, ha sottolineato che “l’Iran e i suoi alleati nella regione devono dar prova di moderazione e allontanarsi dal baratro”. “Non possiamo vedere il Libano diventare un’altra Gaza”, ha detto, aggiungendo che le azioni intraprese ora avranno un impatto su un’intera generazione. La diplomatica britannica ha anche chiesto un cessate il fuoco a Gaza e la realizzazione di una soluzione a due Stati.

Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti, nel suo intervento ha affermato che i lanci missilistici di ieri da parte dell’Iran intendevano causare un numero significativo di morti e distruzioni e hanno segnato una significativa escalation da parte di Teheran.

Chiedendo un’azione immediata da parte del Consiglio di Sicurezza, ha sottolineato che esso deve “parlare con una sola voce e condannare l’Iran per il suo attacco non provocato” contro un altro Stato membro delle Nazioni Unite. “È altrettanto importante imporre gravi conseguenze all’IRGC per le sue azioni”, ha affermato riferendosi al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica.

Linda Thomas Greenfield ha inoltre osservato che, in senso lato, l’Iran è stato complice degli attacchi del 7 ottobre contro Israele attraverso i suoi finanziamenti, la sua formazione, le sue capacità e il suo sostegno all’ala militare di Hamas.

Dopo quell’attacco, l’ambasciatrice Thomas-Greenfield ha affermato che il suo Paese ha inviato un messaggio chiaro all’Iran: “Non sfruttare la situazione in modi che rischierebbero di spingere la regione in una guerra più ampia”.

“L’IRGC ha palesemente e ripetutamente ignorato questo avvertimento”, ha detto, sottolineando il suo “incoraggiamento” ai gruppi armati in tutta la regione, inclusi gli Houthi nello Yemen, i gruppi in Siria e Iraq e gli Hezbollah in Libano.

E’ atteso anche l’intervento dell’Italia da parte dell’Ambasciatore Maurizio Massari (che trovate qui). A parte i 15 membri del CdS, l’Italia e l’unico paese non dell’area mediorientale ammesso a parlare, perché gli interessi dell’Italia sono “speciali affected”, questo in base all’articolo 37 delle regole di procedura del Consigli di Sicurezza. Ricordiamo che l’Italia ha circa 1000 caschi blu nell’UNFIL, la missione di pace dell’ONU che si trova nel sud del Libano, molto vicina al confine con Israele.

(Qui sotto la diretta video)

Al-Sayyid Hadi Hashim, l’incaricato d’affari ad interim per il Libano, ha affermato che la regione del Medio Oriente sta bruciando da tutti i lati. Il governo israeliano e il suo gabinetto hanno approvato l’invasione di terra del Libano, la prima delle quali è iniziata ieri sera, a 11 mesi dalla barbara aggressione dell’8 ottobre. “Tutto ciò che Israele dice riguardo alle limitate operazioni militari chirurgiche non è vero”, ha detto, indicando un attacco nel villaggio di Ain al-Delb come “la migliore prova di ciò”, quando il 29 settembre un raid israeliano ha preso di mira un edificio residenziale con 71 persone, tra cui dozzine di donne e bambini, che sono rimaste sepolte in una fossa comune”.

Hadi Hachem, Deputy Permanent Representative of Lebanon to the United Nations, addresses the Security Council meeting on the situation in the Middle East. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Ricordando i massacri israeliani del 1996 e del 2006, Hadi Hashim ha chiesto “quante volte siamo venuti in questo Consiglio e abbiamo messo in guardia sulla situazione catastrofica?” Ciò che sta accadendo oggi in termini di uccisioni, sfollamenti e distruzioni senza precedenti non può essere tollerato e ignorato, ha affermato il diplomatico libanese, sottolineando l’intensificazione dell’aggressione e dei crimini di Israele contro il Libano e la sua capitale, Beirut.

Dopo il libanese, è intervenuto l’ambasciatore israeliano Danny Danon, che ha descritto gli attacchi di martedì da parte dell’Iran contro i civili nel suo paese, indipendentemente dalla loro fede, come “a sangue freddo” e un “atto di aggressione senza precedenti”. Gli attacchi, ha detto il diplomatico israeliani, hanno costretto milioni di persone a rifugiarsi nei rifugi antiaerei. “Non si vedevano scene del genere dai tempi del Blitz a Londra”, ha aggiunto, riferendosi agli attacchi contro la capitale britannica durante la Seconda Guerra Mondiale. (Danon, prima di intervenire al Consiglio di Sicurezza è andato allo stake out a parlare ai giornalisti, vedi video sotto)

Sull’attacco dell’Iran, Danon ha detto ai Quindici che “si è trattato di un tentativo deliberato di colpire il cuore stesso della nostra società, prendendo di mira i luoghi più sacri in Israele: luoghi santi, moschee, sinagoghe e chiese. Per l’Iran non esiste un luogo sacro, né una purezza di vita che valga la pena proteggere”. Descrivendo la “realtà” che Israele affronta ogni giorno, “terrorismo ai nostri confini, missili sopra le nostre teste e proiettili nelle nostre strade”, l’ambasciatore ha esortato il Consiglio di Sicurezza a “comprendere la situazione in cui Israele è costretto a vivere: siamo sotto attacco .”

L’ambasciatore iraniano Amir Saied Iravani ha detto al Consiglio che gli attacchi missilistici contro Israele sono stati una “risposta proporzionata ai continui atti terroristici aggressivi di Israele negli ultimi due mesi” che era “necessaria per ristabilire l’equilibrio e la deterrenza”. Secondo il diplomatico iraniani, l’azione è stata in pieno accordo con il “diritto intrinseco di Teheran all’autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e una risposta diretta ai ripetuti atti di aggressione del regime contro l’Iran, inclusa la violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Iran negli ultimi mesi”. 

Amir Saeid Iravani, Permanent Representative of the Islamic Republic of Iran, addresses the Security Council meeting on the situation in the Middle East. (UN Photo/Eskinder Debebe)

“L’esperienza ha dimostrato che Israele comprende solo il linguaggio della forza”, ha affermato Iravani ai Quindici, sottolineando che “la diplomazia ha ripetutamente fallito poiché Israele vede la moderazione non come un gesto di buona volontà, ma come una debolezza da sfruttare”.  Quindi l’inviato del governo iraniano ha aggiunto che mentre Israele “considera costantemente i civili innocenti e le infrastrutture civili come obiettivi legittimi per aggressioni e massacri, la risposta dell’Iran ha preso di mira solo le installazioni militari e di sicurezza del regime con i suoi attacchi missilistici difensivi”. 

Iravani ha accusato il “regime occupante” di Israele di spingere la regione sull’orlo di una catastrofe senza precedenti, senza alcuna intenzione di perseguire un cessate il fuoco, condannando inoltre il “regime degli Stati Uniti” per il suo obiettivo di “incoraggiare le azioni criminali di Israele” attraverso il suo sostegno militare e il sostegno politico, paralizzando così il Consiglio di Sicurezza dal processo decisionale efficace. Quindi ha invitato il Consiglio ad agire.

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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