Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è riunito venerdì pomeriggio in sessione d’emergenza in un incontro programmato già prima che gli aerei d’Israele bombardassero la capitale libanese Beirut venerdì mattina causando almeno una dozzina di morti. La riunione era stata richiesta dall’Algeria dopo che lo scontro tra Hezbollah e le forze militari israeliane era salito di livello, quando dopo continui lanci di razzi degli sciiti libanesi su Israele, sono avvenuti per due giorni di seguito esplosioni mortali di dispositivi elettronici (pager e walkie talkie) che hanno preso di mira membri del gruppo militante uccidendo però anche civili tra cui diversi bambini.
Prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, Stephane Dujarric, portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, aveva avvertito che la regione “è ora sull’orlo di una catastrofe”.
La situazione sembra ormai un deja vù di quella del 2006, quando scoppiò un conflitto durato settimane tra Israele e Hezbollah, che causò gravissime distruzioni in tutto il Libano. Diciotto anni fa, per fermare quella guerra il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottò all’unanimità la risoluzione 1701. Tra le disposizioni della risoluzione, il Consiglio imponeva la fine delle ostilità tra il gruppo armato Hezbollah e Israele. Secondo i suoi termini, il Consiglio creò una zona cuscinetto libera da “qualsiasi personale armato” – sia militanti Hezbollah che truppe israeliane – tra la Linea Blu tracciata dalle Nazioni Unite nel sud del Libano e il fiume Litani (12 miglia dal confine israeliano) e chiedeva che sia Israele che il Libano dovevano sostenere un cessate il fuoco permanente e una soluzione globale alla crisi. La missione dell’ONU in Libano UNIFIL venne quindi rafforzata (sono oltre mille i caschi blu italiani) e fu incaricata di vigilare che la risoluzione 1701 fosse rispettata da entrambi i contendenti.
Ormai quella risoluzione sembra diventata “carta straccia”, dato che da mesi (soprattutto dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre contro Israele e la risposta israeliana contro i palestinesi di Gaza) al confine tra Israele e Libano, si continua a sparare.
The latest developments in Lebanon, including the blowing up of personal communications devices, exacerbates an already critical situation. An even bigger conflagration is possible, but not inevitable. Diplomacy must be allowed to work. https://t.co/qJdUBSZknP pic.twitter.com/abIej7m0b7
— Rosemary A. DiCarlo (@DicarloRosemary) September 20, 2024
Riferendo al Consiglio venerdì, Rosemary DiCarlo, sottosegretaria generale delle Nazioni Unite per gli affari politici e di costruzione della pace, ha affermato che “sviluppi allarmanti” in Libano e nella regione si sono verificati dopo quasi un anno di ostilità “su base quasi quotidiana” attraverso la Linea Blu, la zona cuscinetto che separa Israele e Libano. “Questi scambi sono stati una violazione ripetuta della cessazione delle ostilità e della risoluzione 1701 [del Consiglio di Sicurezza]”, ha affermato, aggiungendo che la violenza, ad oggi, ha provocato lo sfollamento di oltre 100.000 persone dal Libano meridionale e 60.000 dal nord di Israele.

E’ intervenuto e in presenza alla riunione anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, che ha detto agli ambasciatori di essere “sconvolto dall’ampiezza e dall’impatto” degli attacchi con i “cercapersone” e i walkie-talkie in tutto il Libano che hanno ucciso almeno 37 persone. “Questi attacchi rappresentano un nuovo sviluppo nella guerra, dove gli strumenti di comunicazione diventano armi”, ha detto, sottolineando che ordigni inesplosi sono stati fatti smontare nelle università e negli ospedali. “Questa non può essere la nuova normalità”, ha aggiunto il responsabile dei diritti umani dell’ONU, sottolineando che “la guerra ha regole per ciascuna delle parti coinvolte in questo e in qualsiasi altro conflitto armato”. Prendere di mira migliaia di persone senza sapere chi si trova nelle vicinanze viola il diritto internazionale dei diritti umani e, ove applicabile, il diritto umanitario internazionale, ha affermato Türk.
Attacks in Lebanon represent new development in warfare, where communication tools become weapons, simultaneously exploding across marketplaces & homes as daily life unfolds
“This cannot be the new normal” – UN High Commissioner for #HumanRights @volker_turk to Security Council pic.twitter.com/rOO4bDYkBS
— UN News (@UN_News_Centre) September 20, 2024
L’ambasciatore algerino Amar Bendjama ha detto che la sua delegazione ha chiesto questo incontro urgente dopo gli eventi allarmanti accaduti in Libano questa settimana, perché tali azioni rappresentano palesi violazioni delle risoluzioni del Consiglio, del diritto internazionale e della sovranità libanese. Queste azioni “equivalgono a crimini di guerra”, ha detto il diplomatico algerino, aggiungendo che gli attacchi “aprono un vaso di Pandora”. Mentre la comunità internazionale chiede moderazione, Israele alimenta il conflitto nella regione, ha affermato Bendjama, aggiungendo che “la potenza occupante israeliana non è interessata alla pace”. La risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza deve essere pienamente attuata senza pregiudizi e Israele deve ritirarsi da tutto il territorio libanese, ha concluso il rappresentante dell’Algeria.

L’ambasciatore Robert Wood, vice rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, ha affermato che un conflitto più ampio in Medio Oriente “non è né auspicabile, né inevitabile”, ribadendo che gli Stati Uniti non hanno avuto alcun ruolo negli ultimi incidenti in Libano. “Le azioni che i diversi attori intraprenderanno nei prossimi giorni determineranno ancora una volta l’evolversi della situazione”, ha affermato, sottolineando la necessità che tutte le parti si astengano da qualsiasi azione che possa far precipitare la regione in una “guerra devastante”. Wood ha inoltre affermato che il Consiglio di Sicurezza “non può ignorare” le origini del particolare conflitto tra Israele e Hezbollah. “Prima dei brutali attacchi terroristici di Hamas, lungo la Linea Blu era stata mantenuta la calma per 18 anni, dall’adozione della risoluzione 1701”, ha detto, aggiungendo che la stabilità “è stata distrutta” il 7 e 8 ottobre dello scorso anno, quando Gruppi armati non statali provenienti dal Libano hanno attaccato Israele “senza provocazione”. “Negli ultimi 11 mesi il popolo libanese ha sofferto le conseguenze devastanti di questo conflitto, che non è il suo”.
James Kariuki, vice rappresentante permanente del Regno Unito, ha affermato che la sua delegazione è pronta a svolgere il proprio ruolo nel raggiungimento della piena attuazione della risoluzione 1701, ricordando gli attacchi quotidiani contro Israele da parte di Hezbollah e le vittime civili su entrambi i lati del confine israelo-libanese. Anche il diritto internazionale deve essere pienamente attuato, ha proseguito il diplomatico del Regno Unito. “Ora è il momento di calmare gli animi e di un cessate il fuoco immediato”, ha detto Kariuki.

L’ambasciatore cinese, Fu Cong, nel suo intervento ha detto che la Cina è rimasta profondamente scioccata dagli eventi “strazianti” accaduti nelle strade del Libano, affermando che bambini che giocavano per strada hanno perso la vista e le madri che facevano la spesa nei supermercati avevano visto le loro “membra mutilate”. Il diplomatico cinese ha descritto gli attacchi come una “grave violazione” della sovranità e della sicurezza nazionale e “una palese violazione del diritto internazionale”, che ha trattato le vite umane con “inconcepibile insensibilità”. La Cina rimane, ha detto Fu Cong, profondamente preoccupata per l’escalation di violenza nella regione e ha invitato Israele “a rinunciare alla sua ossessione per l’uso della forza e a fermare senza indugio le sue operazioni militari a Gaza”.
L’ambasciatore Vassily Nebenzia, rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, ha affermato che i devastanti bombardamenti, gli attacchi aerei e la brutale “pulizia del terreno” da parte di Israele sono diventati da quasi un anno “una triste realtà quotidiana” per il Medio Oriente. “Nonostante le proteste della comunità internazionale, la pratica abominevole della liquidazione mirata si sta espandendo. Sembrerebbe che in questo calderone di violenza non ci sia più alcun atto che noi tutti non condanniamo più e più volte in quest’Aula”, ha affermato il diplomatico russo, che però restava avvolto da un alone di ipocrisia perché le sue frasi contro Israele sembravano copiate da quelle ripetute più volte da quasi tutti i membri del Consiglio di Sicurezza contro la Russia nel descrivere la situazione di guerra in Ucraina. Nebenzia ha aggiunto che gli attacchi con dispositivi elettronici in Libano e Siria costituiscono una “nuova dimensione ad alta tecnologia” – una svolta pericolosa che la Russia condanna categoricamente. Il diplomatico russo ha detto che coloro che hanno commesso “questi crimini barbarici” non hanno risparmiato nessuno, con detonazioni avvenute nei mercati, nelle strade, negli ospedali e in altri luoghi pubblici –coordinati e teleguidati di cui nessuno si era assunto la responsabilità. “Tuttavia nella regione si sono analizzati i fatti, si sono collegati i punti e si sono tratte le relative conclusioni. Consideriamo quanto accaduto come un atto terroristico, che rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale, con conseguenze imprevedibili per l’intero Medio Oriente”.

L’ambasciatore Samuel Žbogar della Slovenia, paese che detiene la presidenza di turno del Consiglio a settembre, ha parlato a titolo nazionale facendo eco alla forte condanna delle esplosioni di dispositivi mobili in Libano, definendole senza precedenti e “coordinate in modo devastante”, instillando paura e destabilizzando ulteriormente la regione. “Ha creato un clima di terrore… Stiamo entrando in un nuovo territorio pericoloso e, poiché la nuova tecnologia viene utilizzata e sviluppata, sottolineiamo la necessità di rispettare gli obblighi legali esistenti”. Sottolineando che gli obiettivi civili non dovrebbero essere utilizzati come armi, Žbogar ha affermato che “il diritto internazionale è chiaro: l’uso di trappole esplosive è proibito” e che il Consiglio deve rispettarlo. Chiedendo un’indagine approfondita, il presidente del Consiglio sloveno ha affermato che “coloro che hanno ordinato e compiuto un simile attacco devono essere assicurati alla giustizia”. Il Consiglio deve agire prima che la situazione nella regione vada fuori controllo, ha affermato Žbogar, sottolineando che la diplomazia deve essere l’unica via da seguire.

Hanno chiesto ai Quindici di poter intervenire anche i rappresentanti dei paesi coinvolti in questa crisi mediorientale. Abdallah Bou Habib, ministro degli Esteri libanese, ha affermato che se il Consiglio non riuscirà a condannare queste azioni, la credibilità del diritto internazionale sarà a rischio.“Israele, attraverso questa aggressione terroristica, ha violato i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario… e ha preso di mira indiscriminatamente i civili”, ha affermato. Condannando i recenti attacchi, ha avvertito che tale tecnologia potrebbe essere utilizzata per prendere di mira aerei e altri obiettivi civili. Gli attacchi di Israele ai dispositivi mobili in Libano hanno provocato molti morti e feriti, lasciando il sistema sanitario completamente sopraffatto e creando terrore e uno stato di panico tra il popolo libanese. “Non è terrorismo questo quando si prende di mira un’intera popolazione mentre si occupa della propria vita quotidiana e non combatte al fronte?” ha detto, mostrando la foto di una delle vittime.
Il primo protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Ginevra del 1949 affermava che il diritto delle parti di scegliere le armi da guerra non è illimitato, ha affermato il ministro libanese, aggiungendo che tutte le parti in conflitto devono evitare la perdita di vite umane e il danno alle infrastrutture civili. “Israele è diventato uno Stato canaglia”, ha detto. “Questa grande esplosione non risparmierà né l’Est né l’Ovest.” Invitando il Consiglio a condannare i recenti attacchi, ad attuare la risoluzione 1701 e a schierarsi dalla parte giusta della storia, Abdallah Bou Habibha ha chiesto ai membri di “dare una possibilità alla pace prima che sia troppo tardi”. (Il ministro libanese, che durante la riunione ha mostrato foto strazianti – vedi foto in alto – delle vittime civili delle esplosioni israeliani, ha anche tenuto uno stake out con i giornalisti dopo la riunione).
L’ambasciatore israeliano Danny Danon ha sottolineato che il suo Paese non vuole la guerra, affermando che l’8 ottobre, mentre i cittadini israeliani nel sud venivano “massacrati” da Hamas, Hezbollah “ha lanciato centinaia di razzi” nel nord contro i civili. “Questo non è stato provocato”, ha detto. “È stato un attacco calcolato per mostrare sostegno ad Hamas”. Da quel giorno, più di 8.000 razzi sono “piovuti” su Israele, uccidendo 46 persone e ferendone altre 294, ha detto il diplomatico israeliano, aggiungendo che più di 60.000 sono state sfollate. “Ogni giorno i razzi Hezbollah prendono di mira deliberatamente i nostri civili, tentando di distruggere le case e costringere intere comunità a fuggire per la paura”, ha detto Danon.
L’ambasciatore d’Israele ha notato che è passato quasi un anno da quando gli abitanti israeliani del nord sono stati costretti a fuggire e continuano ad aspettare il giorno in cui sarà sicuro per loro tornare. “Israele non permetterà che ciò continui. Il nostro obiettivo è molto chiaro: ripristineremo la sicurezza ai nostri confini settentrionali e riporteremo a casa la nostra gente”, ha affermato, sottolineando che l’obiettivo del ritorno dei cittadini sfollati è stato formalmente incluso tra gli obiettivi di questa guerra. “Faremo tutto il necessario per raggiungere questo obiettivo”.
L’ambasciatore israeliano nel suo intervento ha anche esortato il ministro libanese a intervenire per evitare la guerra, dicendo che tocca la suo governo fermare gli attacchi di Hezbollah contro Israele. Quando però poi abbiamo chiesto, durante stake-out con i giornalisti fuori dal Consiglio, al ministro degli Esteri libanese se il suo governo era in grado di raccogliere l’invito di Israele per evitare la guerra e fermare gli attacchi di Hezbollah, Abdallah Bou Habib ha risposto che Israele aveva già programmato una invasione e che poi – come a giustificare anche gli attacchi di Hezbollah – fosse legale rispondere all’occupante… (vedi video sopra).
Dal canto suo, l’ambasciatore israeliano Danny Danon, rispondendo venerdì pomeriggio alle domande dei giornalisti prima della riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dedicata al Libano (vedi video sotto), aveva risposto ad una nostra domanda riguardo alla missione ONU dell’UNIFIL. Cosa si aspetta Israele che UNIFIL faccia adesso? Come pensa che, su questa crisi, la missione dell’ONU si sia comportata finora?
“Noi pensiamo che UNIFIL dovrebbe fare di più” ha risposto il diplomatico israeliano che ha subito aggiunto: “Non dovrebbe combattere contro Hezbollah, siamo realisti su questo, ma ci aspettiamo che denunci le violazione della risoluzione 1701, soprattutto quando possono vedere i terroristi di Hezbollah vicino alle basi dei caschi blu. Ho già mostrato come Hezbollah piazzi i suoi lanciarazzi vicino alle basi dell’UNIFIL. Quindi ci aspettiamo che UNIFIL, se proprio non possa respingerli via, almeno li denunci quando li vede”.
Nel suo intervento davanti ai Quindici, l’ambasciatore iraniano Amir Saeid Iravani ha affermato che Israele è chiaramente responsabile di un “atto di terrore sistematico e provocatorio” nelle strade di Beirut e in altre parti del Libano, aggiungendo che gli attacchi sono stati un chiaro atto di terrorismo e una flagrante violazione del diritto internazionale, poiché le azioni di Israele nel complesso costituiscono crimini contro l’umanità. Ricordando che l’ambasciatore iraniano in Libano è stato tra le persone ferite durante le esplosioni degli ordigni, Iravani ha detto che il suo Paese perseguirà i responsabili, adottando “tutte le misure necessarie” per rispondere. Israele ha “oltrepassato la linea rossa” nei suoi attacchi ai diplomatici e alle missioni diplomatiche iraniane, ha affermato Iravani, sostenendo che il Consiglio ha fallito nel suo dovere di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Il sostegno degli Stati Uniti a Israele e ai suoi alleati – in particolare al Regno Unito – consente a Israele di continuare la sua guerra senza timore di responsabilità, ha aggiunto il diplomatico dell’Iran, descrivendo Israele come radicato nell’aggressione, nell’occupazione, nel terrore e nel genocidio.

Above him is Koussay Aldahhak, Permanent Representative of the Syrian Arab Republic, and below him is Abdallah Bouhabib, Minister for Foreign Affairs and Emigrants of the Republic of Lebanon.
(UN Photo/Mark Garten)
L’ambasciatore siriano Koussay Aldahhak, parlando per ultimo e a nome del gruppo arabo, ha affermato che i recenti attacchi devastanti sono stati attuati senza alcun riguardo per il diritto internazionale o per l’umanità, sottolineando “la novità è l’utilizzo della tecnologia moderna per commettere omicidi collettivi di civili… trasformando oggetti civili in bombe a orologeria”. Il gruppo arabo chiede che il Consiglio condanni questo terrorismo cibernetico e le aggressioni di Israele contro il popolo palestinese a Gaza e gli attacchi contro altri paesi, compresa la Siria. “Chiediamo al Consiglio di Sicurezza di assumersi le proprie responsabilità” per, tra le altre cose, porre fine all’occupazione israeliana delle terre arabe, ha affermato il diplomatico siriano. A livello nazionale, Aldahhak ha affermato che la Siria condanna l’aggressione e il terrorismo in corso contro il popolo libanese. Ribadendo la solidarietà della sua delegazione al Libano, ha invitato la comunità internazionale ad agire.
Poi il Consiglio, questa volta con soltanto i Quindici ambasciatori, ha continuato la riunione a porte chiuse. All’uscita siamo riusciti a fermare l’ambasciatore degli USA Robert Wood (vedi video sopra), chiedendogli se, come chiedeva l’ambasciatore israeliano al ministro libanese, fosse possibile per il governo di Beirut fermare gli attacchi di Hezbollah ed evitare così l’invasione israeliana. “Spetta al governo libanese ogni decisione in merito”. Ma allora questa guerra è inevitabile? “No, il Consiglio sta facendo ogni sforzo per evitarla e noi continueremo a lavorare per questo”.
Nei corridoi del Palazzo di Vetro abbiamo posto le stesse domande all’ambasciatore Josè de la Gasca, rappresentante dell’Ecuador, attuale membro non permanente del Consiglio, chiedendogli in più se ci potesse dire qualcosa di quello che era avvenuto a porte chiuse durante la riunione del Consiglio (vedi video sopra). L’atmosfera era migliore o peggiore di quella vista durante la riunione a porte aperte? “Stiamo tutti lavorando insieme e siamo tutti convinti che si debba evitare una escalation” ci ha detto de la Gasca, che poi ha aggiunto, riferendosi alle scintille viste precedentemente negli interventi dell’ambasciatore israeliano e quello libanese: “Non dobbiamo tanto ascoltare quello che si dicono l’uno con l’altro, ma dobbiamo più ascoltare quello che stanno dicendo al mondo”.
Nel video sotto potete seguire tutti gli interventi alla riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata al conflitto tra Israele e Libano.