Riunione lunedì del Consiglio di Sicurezza dell’ONU presieduto dalla Slovenia dedicata alle missioni di mantenimento della pace dell’ONU. “Strenghtining UN Peacekeeping: Reflection for the Future” (Rafforzando il mantenimento della pace dell’ONU: riflessioni sul futuro) il titolo dato a questo primo dibattito aperto per il mese di settembre e che ha visto protagonista Jean-Pierre Lacroix, Sottosegretario Generale per le Operazioni di Pace. Il capo delle missioni dei caschi blu, ha detto che man mano che i conflitti diventano più complessi e i gruppi armati utilizzano sempre più tecnologie a basso costo come ordigni esplosivi improvvisati e droni, le missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite avranno sempre più bisogno di maggiore sostegno politico e risorse per svolgere i loro compiti in sicurezza.
Lacroix ha spiegato agli ambasciatori che le operazioni delle Nazioni Unite “non potranno essere forti” quanto il sostegno collettivo delle nazioni: ”Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, anche qui in questo Consiglio, e nel contesto dei cambiamenti delle dinamiche globali e regionali, le operazioni di mantenimento della pace sono sempre più incapaci di fare affidamento sugli Stati membri affinché agiscano in modo forte e unificato per sostenere gli sforzi di mantenimento della pace che hanno il mandato di sostenere”.

Oggi, le forze di pace devono affrontare sfide che vanno dalla criminalità organizzata transnazionale, allo sfruttamento illegale delle risorse, agli impatti dei cambiamenti climatici, alla proliferazione di tecnologie armate a basso costo e a campagne di disinformazione mirate.
“Nonostante tutte queste sfide, oggi oltre 70.000 operatori di pace continuano coraggiosamente il loro lavoro vitale. Ogni giorno fanno la differenza nel proteggere i civili, eliminare le mine e i residui bellici esplosivi, monitorare i fragili cessate il fuoco e prevenire l’escalation delle ostilità”, ha affermato Lacroix.
“Every day, UN peacekeepers are saving countless lives for a relatively small investment,” says @UNPeacekeeping head @Lacroix_UN
But they need attention, political support & resources. There are few better tools for securing peace in a fragile ageMore ⤵️https://t.co/z512PPwiPX pic.twitter.com/TYj5pWiUGv
— UN News (@UN_News_Centre) September 9, 2024
Così il funzionario francese dell’ONU ha fatto l’elenco dei modelli di missione di pace che pur tra mille difficoltà, riescono comunque a portare avanti gli obiettivi principali. Come nel sud del Libano, dove il personale della Forza ad interim delle Nazioni Unite (UNIFIL, che ha tra le sue forze più di 1000 caschi blu italiani) affronta quotidianamente minacce derivanti dalla violenza transfrontaliera tra Israele e le milizie di Hezbollah libanesi, ma che resta comunque ancora un canale di comunicazione cruciale per prevenire un’ulteriore escalation nel conflitto. Nella provincia di Ituri, nella Repubblica Democratica del Congo, le forze di pace delle Nazioni Unite “sono le sole a proteggere” più di 100.000 civili sfollati nel campo di Drodro. La Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS) lavora per promuovere soluzioni politiche coinvolgendo le parti interessate locali e nazionali, creando fiducia per una pace a lungo termine. Nel frattempo, ad Abyei, la Forza di sicurezza provvisoria delle Nazioni Unite (UNISFA) media gli accordi di pace tra pastori e agricoltori in competizione per le scarse risorse naturali, prevenendo i conflitti durante le stagioni di migrazione del bestiame collaborando con partner locali e internazionali.
Ma anche quando le forze di pace delle Nazioni Unite svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della stabilità, i loro sforzi da soli non sono sufficienti senza un più ampio sostegno politico: “C’è poco che il peacekeeping può fare da solo”, ha sottolineato Lacroix, esortando il Consiglio di Sicurezza e gli Stati membri a fornire un sostegno unitario alle missioni e a incoraggiare soluzioni politiche ai conflitti. I caschi blu possono agire con forza per proteggere i civili, ma non combattono guerre.
Il mantenimento della pace, ha affermato, deve essere visto come “la determinazione collettiva del Consiglio di Sicurezza ad affrontare efficacemente il conflitto”, con mandati chiari, adattabili e dotati di risorse adeguate.
Il capo delle missioni di peace-keeping ha inoltre chiesto partenariati più forti a livello locale, regionale e globale, sottolineando l’importanza del “multilateralismo in rete” per affrontare le sfide interconnesse di oggi. Nonostante i recenti miglioramenti nella sicurezza delle forze di pace, Lacroix ha messo in guardia dalla crescente minaccia di atti ostili, compresi gli attacchi di droni, e ha sottolineato la necessità di migliori sistemi di contrasto ai veicoli aerei senza pilota (UAV). Per Lacroix il mantenimento della pace ha i suoi limiti: “i caschi blu possono agire con forza per proteggere i civili, ma non combattono le guerre”.
Guardando al futuro, Lacroix ha indicato l’imminente vertice del futuro che si svolgerà tra due settimane, come un’opportunità fondamentale per i leader mondiali di rafforzare il multilateralismo. Il vertice, che avrà inizio il 23 settembre al Palazzo di Vetro, consentirà agli Stati membri di rivalutare e riaffermare i principi fondamentali che hanno sostenuto il mantenimento della pace delle Nazioni Unite per quasi ottant’anni. Si prevede l’adozione di un ambizioso “Patto per il futuro”, che darà un chiaro mandato per garantire che il mantenimento della pace rimanga adattabile ed efficace nell’affrontare le complesse sfide di oggi.
“Il mantenimento della pace si è dimostrato uno strumento chiave di questo Consiglio, e deve continuare ad adattarsi per affrontare le sfide future”, ha affermato Lacroix. “Ogni giorno, le forze di pace delle Nazioni Unite salvano innumerevoli vite umane con un investimento relativamente piccolo. Ma le loro missioni necessitano dell’attenzione, del sostegno politico e delle risorse che meritano. Esistono pochi strumenti migliori per garantire la pace in un’epoca fragile”.
At #UNSC Open Debate, Italy 🇮🇹 PR Amb. @MauMassari, confirmed Italy (1st contributor of Blue Helmets in the Western Group) will keep working for the future of effective #Peacekeeping, and urged to consider peacebuilding & peacekeeping as complementary.
Success also depends on… pic.twitter.com/EWIrknCAbN
— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) September 9, 2024
Al dibattito aperto, è intervenuto anche l’Ambasciatore Maurizio Massari, che ha confermato che l’Italia (1° contributore dei Caschi Blu nel Gruppo Occidentale) continuerà a lavorare per il futuro di un efficace Peacekeeping, e ha esortato a considerare il peacebuilding e il peacekeeping come complementari.
Massari ha ribadito che il successo delle operazioni di pace dell’ONU dipende anche dal maggiore coinvolgimento delle organizzazioni regionali nel processo decisionale, come dimostrato dal crescente contributo dell’Africa alla pace e alla sicurezza internazionale. Fondamentale risulta anche la formazione di alto livello delle forze di pace prima del dispiegamento, come accade per UNIFIL, la missione di pace dell’ONU in Libano e una delle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite più stabili e di successo.