Il Meatpacking District di Manhattan è stato invaso dagli elefanti dell’India. Il quartiere a Sud-Ovest dell’isola, una volta denso di stabilimenti per l’inscatolamento della carne, oggi ricco di negozi alla moda e ristoranti, fino al 20 ottobre ospita una nuova bellissima installazione artistica, The Great Elephant Migration. Sulla Nona Avenue, a partire dalla 12esima Strada si “muovono” cento sculture di elefanti a grandezza naturale, realizzate in collaborazione con Elephant Family USA, un’organizzazione internazionale non governativa (ONG) che intende richiamare l’attenzione dell’uomo sulla coesistenza pacifica con la fauna selvatica.
Storicamente, gli elefanti e gli esseri umani in India hanno convissuto pacificamente, ma lo sviluppo urbano e la perdita di habitat hanno portato alla riduzione delle popolazioni di questi animali. Ecco allora che il progetto inserito in tali quartieri vuole ricordare che questa terra va condivisa in modo pacifico e simbiotico. A tal proposito, ogni elefante è in vendita e il ricavato andrà a beneficio di una serie di ONG che si occupano di conservazione in tutto il mondo.
Uno dei più grandi impianti d’arte pubblica a New York dopo The Gates di Christo e Jeanne-Claude nel 2005, ‘The Great Elephant Migration’ segna la prima volta di una “migrazione” di questa portata e con tale finalità. Le sculture sono a grandezza naturale, alte circa tre metri dunque, modellate su elefanti femmine e maschi, sui tusker (i maschi con le zanne), inclusi gli adorabili piccoli, tutti realizzati con le canne essiccate di lantana, un arbusto invasivo che mette in ombra le piante autoctone delle foreste dell’India, riducendone la biodiversità e invadendo gli habitat della fauna selvatica.
Sulla Nona Avenue, in prossimità dell’Hotel Gansevoort, i mammiferi appaiono raggruppati per comunità matriarcale, in modo fedele agli elefanti, o per famiglia. Altri, sulla 14esima Strada, sembrano intenti ad attraversare l’incrocio. Due elefanti che si guardano con le proboscidi alzate danno l’impressione che stiano comunicando fra loro. Saranno entusiasti del loro viaggio nella Grande Mela? Due bimbe, probabilmente per la prima volta, fanno un incontro così ravvicinato con un cucciolo da poterlo accarezzare. Infine, una signora anziana, intenta a farsi il selfie su punta di piedi e il braccio alzato più che può per cingere l’enorme animale, ci fa pensare che The Great Elephant Migration sia stata un’ottima idea, con più di un solo motivo valido per essere a New York.
La prima tappa della migrazione è stata Hyde Park, a Londra, durante la pandemia. Un ritorno in India, nel giardino botanico di Lalbagh a Bangalore, all’inizio di quest’anno, e poi gli elefanti hanno passeggiato lungo la panoramica scogliera di Newport, a Rhode Island, muovendosi verso Sud, per approdare a Manhattan.
Ad oggi, la creazione degli elefanti scultura fornisce stabilità finanziaria a 200 membri delle tribù Soligas, Bettakurumbas, Kattunayakan e Paniyas, che coesistono con i veri elefanti selvatici. Sono già stati generati oltre 500.000 dollari, il che premia la loro straordinaria capacità di coesistenza.