Dopo che martedì mattina l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite (OHCHR) da Ginevra ha ribadito profonde preoccupazioni per il continuo “clima di paura” in Venezuela, soprattutto dopo che è stato emesso un mandato di arresto per il candidato presidenziale dell’opposizione alle recenti elezioni del paese, dal Palazzo di Vetro di New York è arrivata anche la reazione del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres.
“Al momento nel paese c’è un clima di paura. Stiamo esortando il governo a garantire che tutte le misure siano adottate in linea con il diritto internazionale sui diritti umani con trasparenza e che vengano prese misure per risolvere questa controversia in modo pacifico”, aveva detto la portavoce dell’OHCHR Ravina Shamdasani ai giornalisti a Ginevra, il giorno dopo che le autorità venezuelane hanno chiesto l’arresto di Edmundo Gonzalez Urrutia.
Quando abbiamo chiesto quale fosse la reazione del Segretario Generale dell’ONU a quello che stava avvenendo in Venezuela, durante il briefing il portavoce Stephane Dujarric prima ha dato una breve risposta in cui nel sostenere le dichiarazioni arrivate da Ginevra, ha detto che “poiché abbiamo seguito questa situazione molto da vicino, incluso il mandato di arresto contro Edmundo González, ribadiamo il nostro appello per la piena protezione dei diritti umani in Venezuela”. Dopo due ore, dal suo ufficio è stato diramato via e-mail ai corrispondenti del Palazzo di Vetro un comunicato da attribuire sempre al portavoce di Guterres, dove si accentuava il tono:
“Oltre a quanto detto dal portavoce nel briefing di mezzogiorno di oggi in risposta alle domande sulla situazione in Venezuela, possiamo aggiungere quanto segue: Il Segretario generale sta seguendo con preoccupazione gli sviluppi in Venezuela dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio, inclusa la decisione delle autorità venezuelane di emettere un mandato di arresto contro il candidato presidenziale dell’opposizione Edmundo Gonzalez.
Il Segretario generale ribadisce il suo appello alla piena protezione e al rispetto dei diritti umani. Ricorda che nessuno dovrebbe essere sottoposto ad arresto o detenzione arbitrari e continua a sollecitare tutte le parti a risolvere le controversie elettorali con mezzi pacifici. Invita tutte le parti, in particolare i leader politici e i loro sostenitori, a rifiutare la violenza e ad astenersi dall’uso di un linguaggio infiammatorio e incendiario.
Accoglie con favore gli sforzi della comunità internazionale per sostenere soluzioni negoziate tra i venezuelani nel pieno rispetto del diritto internazionale”.
L’allerta che rimbalza da Ginevra e New York è solo l’ultima di molti allarmi delle Nazioni Unite, dei massimi esperti indipendenti sui diritti e degli investigatori indipendenti nominati dal Consiglio per i diritti umani sulla violenta repressione delle voci dissenzienti da parte del regime venezuelano di Maduro.
“Le persone vengono detenute per aver espresso il loro diritto alla partecipazione politica, per la loro libertà di espressione, per la libertà di riunione”, ha affermato da Ginevra la portavoce Shamdasani, un giorno dopo che le autorità hanno chiesto la detenzione di Edmundo Gonzalez.
La sua campagna elettorale si è rivelata infruttuosa contro il presidente Nicolas Maduro, che è stato dichiarato vincitore delle elezioni di luglio, un risultato contestato dai sostenitori dell’opposizione che hanno messo in dubbio l’assenza delle schede di voto a sostegno della vittoria da parte delle autorità elettorali ufficiali.

Secondo le notizie arrivate dal Venezuela, il mandato di arresto per Gonzalez è seguito alla pubblicazione da parte della sua campagna elettorale di dati di sondaggi che indicavano che avesse vinto facilmente le elezioni. Ora Gonzalez è accusato dalle autorità di Caracas di numerosi crimini, tra cui la falsificazione di documenti.
Sebbene l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite non sia presente in Venezuela, Shamdasani ha osservato che l’OHCHR ha comunque avuto “contatti” e “impegni” con le autorità di Caracas, tra proteste di piazza e critiche online in seguito al risultato delle elezioni, che hanno riportato al potere Maduro. “Continuiamo a esprimere loro le nostre preoccupazioni; continuiamo a sollecitare… tutte le parti a risolvere tutte le controversie elettorali con mezzi pacifici e deve esserci un clima in cui vi sia una piena protezione dei diritti umani di tutti gli individui, indipendentemente dalla loro affiliazione politica”, ha insistito Shamdasani.
Secondo la Missione di accertamento dei fatti nominata dal Consiglio per i diritti umani sul Venezuela, le proteste elettorali sono state accolte con “una feroce repressione da parte dello Stato, come ordinato dalle sue massime autorità, inducendo un clima di paura diffusa. La Missione ha registrato 23 morti, la maggior parte causata da colpi di arma da fuoco, tra il 28 luglio e l’8 agosto nel contesto delle proteste. In 18 di questi casi, le vittime erano uomini di età inferiore ai 30 anni”.
Facendo eco a queste preoccupazioni il mese scorso, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, aveva osservato che più di 2.400 persone sono state arrestate in Venezuela dal 29 luglio, in seguito alle elezioni presidenziali. “È particolarmente preoccupante che così tante persone siano detenute, accusate o incriminate per incitamento all’odio o ai sensi della legislazione antiterrorismo. Il diritto penale non deve mai essere utilizzato per limitare indebitamente i diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione”, aveva affermato l’Alto Commissario.