Al culmine di una settimana in cui i rapporti fra Libano e Israele sono diventati sempre più tesi, il Segretario Generale Antonio Guterres è intervenuto alle Nazioni Unite confessando di essere profondamente preoccupato delle possibili conseguenze di un’escalation fra autorità israeliane ed Hezbollah, il gruppo terroristico sudlibanese appoggiato dall’Iran e schierato a favore di Hamas.
“Ci sono milioni di persone sfollate – ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite, – che devono essere protette e devono avere la possibilità di tornare nelle proprie case. È essenziale che le due parti tornino a negoziare: l’unica soluzione passa attraverso vie diplomatiche, ragionevoli e razionali, non militari. Stiamo facendo il possibile per evitare l’escalation perché una mossa avventata potrebbe innescare una catastrofe che va ben oltre il confine e l’immaginazione. I civili e il mondo intero non possono permettersi che il Libano diventi un’altra Gaza”.
Il Segretario Generale ha rilanciato il suo appello per la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani catturati dal gruppo palestinese estremista Hamas nell’offensiva nel sud di Israele il 7 ottobre scorso, e per un il cessate il fuoco il prima possibile, chiedendo il riconoscimento di due Stati ovvero della nascita della Palestina accanto a Israele. “La nostra missione fa estremamente fatica a far entrare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ma soprattutto a distribuirli a causa dello stato di instabilità che sta vivendo la regione. Non ci sono autorità”. L’unico punto di accesso rimasto attivo delle Nazioni Unite per il momento è Kerem Shalom (nel Sud di Gaza), che registra un traffico di circa 200 camion al giorno, del tutto insufficienti per rispondere alle esigenze della popolazione di Gaza.
Le condizioni nella Striscia sono degenerate in questi giorni con l’inizio dell’estate. Nei campi dove centinaia di migliaia di persone si sono rifugiate c’è pochissima ombra sotto cui proteggersi nelle ore più calde della giornata. La BBC riporta che ottenere acqua pulita è un dramma: il sistema fognario è stato danneggiato, i servizi igienici sono sempre meno, quindi l’acqua a disposizione è soprattutto contaminata. Secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, il 67% del sistema idrico e igienico-sanitario a Gaza è stato distrutto.
Dal 7 ottobre, le tensioni fra Libano e Israele si sono intensificate con un picco drammatico nell’ultima settimana. L’IDF, l’esercito israeliano, ha annunciato che sta organizzando un piano per punire Hezbollah. Il leader del gruppo terroristico Hassan Nasrallah ha replicato che nel caso le autorità israeliane decidessero di attaccare invadendo il Libano, la risposta sarebbe molto più impattante rispetto al passato.
A Guterres è stato chiesto anche come l’Onu può garantire la sicurezza dei caschi blu dell’Unifil schierati nel sud del Libano. “Abbiamo contatti permanenti dell’Unifil con entrambi i governi per garantire la sicurezza della missione, della popolazione e dei soldati dell’Onu” ha risposto il segretario generale, secondo cui ci sono “piani dettagliati per la protezione dei peacekeeper, anche in caso di esplosione totale”. Tuttavia “la nostra priorità è far si che non ci sia una escalation drammatica, sarebbe un disastro per la regione e per il mondo”.